Bello Arcane, però Riot Games se mi fai penare – L'Opinione

In questi giorni stanno uscendo le nuove puntate della seconda (e ultima) stagione di Arcane, una serie animata ispirata ai personaggi di League of Legends. Ma la sua innegabile qualità non dovrebbe far dimenticare che Riot Games, ultimamente, qualche marachella l’ha combinata…

Arcane Riot Games

Iniziamo partendo da Arcane, che – senza fare spoiler – è una serie assolutamente spettacolare che più o meno tutti dovrebbero vedere, giocatori di League of Legends o meno: perché uno dei suoi meriti è aver creato una storia tranquillamente digeribile anche per chi non ha mai giocato al MOBA e allo stesso tempo averla riempita di piccole citazioni che faranno dire a qualunque conoscitore del mondo di Runeterra “aspetta ma quella cosa lì…!”. Una storia con personaggi eccellenti, una trama interessante, un ritmo incalzante (quasi troppo, nella seconda stagione!) e una presentazione artistica semplicemente eccezionale.

dal punto di vista visivo e artistico, Arcane è straordinaria

Sul serio: una delle cose che non si può davvero scontare, di Arcane, è quanto sia visivamente straordinaria, sia a livello del design dei personaggi (tutti, senza ombra di dubbio, un significativo miglioramento rispetto alle loro controparti videoludiche), sia a livello di animazioni – sul serio, c’è una quantità spaventosa di piccoli movimenti che non possono essere casuali – sia a livello di composizione delle scene, sia a livello di varietà degli stili artistici utilizzati. Con questo non voglio sminuire i meriti di altri dipartimenti interni di Fortiche, lo studio d’animazione francese responsabile di Arcane; ma è l’aspetto visivo quello che per primo suscita meraviglia a ogni frame.

QUANDO L’ARTE VIENE MESSA DA PARTE

Ed è proprio per questo che diventa impossibile non ripensare a quello che è successo nel corso di quest’anno a Riot Games. A gennaio, lo studio ha licenziato poco più di 500 dipendenti, più un’altra trentina a ottobre. Altri licenziamenti sono passati più sotto traccia: per esempio quello di Ben Rosado, 3D character artist responsabile di alcuni fra gli aspetti alternativi più apprezzati di League of Legends, la cui carriera presso Riot è terminata proprio in questi giorni. I licenziamenti hanno colpito tutti i dipartimenti interni; gli artisti non sono certo stati risparmiati da queste ondate. Chiaro, i licenziamenti di massa non sono avvenuti solo a Riot Games, in questi ultimi due anni, con le notizie in merito che non si sono certo fermate: giusto giovedì scorso è stato il turno di Heart Machine. Non può però che far alzare un sopracciglio il fatto che proprio in questi giorni Riot abbia aperto un nuovo giro di assunzioni per posti da tirocinante, e fa alzare anche un altro sopracciglio il fatto che fra queste posizioni ce ne sia anche una dedicata all’IA generativa.

Arcane Riot Games

La descrizione della posizione è abbastanza generica, sufficientemente da far pensare che non necessariamente l’IA generativa verrà utilizzata nel comparto artistico: “fornirai il tuo contributo a un team di ricerca il cui obiettivo è sfruttare l’IA generativa per migliorare, evolvere, e rivoluzionare la pipeline di sviluppo e/o le esperienze dei giocatori”, si legge sul sito. Allo stesso tempo, però, è difficile escluderlo del tutto. In seguito a un tweet che evidenziava come Netflix avesse usato l’IA per allargare un artwork di Arcane presente sul suo sito, un rappresentante di Riot ha sottolineato come lo studio prendesse a cuore la faccenda, e sia intervenuto per far rimuovere l’artwork modificato. Allo stesso tempo, però, nel suo tweet si legge “abbiamo una posizione molto categorica: niente IA per tutto ciò che è legato ad Arcane. E il resto?

IL NUOVO CHE AVANZA

Per come la vedo io, le IA generative hanno tutto il potenziale per essere uno strumento utilissimo; negli ultimi mesi ne ho parlato con vari sviluppatori e praticamente tutti mi hanno detto che ne fanno uso per materiali che poi non andranno a finire nel gioco finale – e se volete saperne di più, vi invito a tenere d’occhio TGM 410. Ma la preoccupazione per il loro uso resta, sia per quanto riguarda la violazione del copyright (pare che di recente OpenAI abbia “accidentalmente” cancellato prove rilevanti in una causa intentata dal New York Times contro la società) sia per l’impatto che potrà avere sul mondo del lavoro, nel bene e nel male.

i lavori creativi sono quelli messi più a rischio dall’affermazione delle IA generative

I lavori creativi in particolare sono quelli potenzialmente più a rischio: perché pagare un artista quando un’IA può farmi avere decine di artwork in un centesimo del tempo, che poi male che vada devo solo limitarmi ad aggiustare? E non è una paura irrazionale: pochi giorni fa, Coca Cola ha pubblicato un nuovo spot pubblicitario generato interamente tramite IA. La cosa, tra parentesi, si nota, e lo intendo nel peggiore senso possibile. Nell’ambito dei videogiochi per il momento c’è ancora una certa ostilità nei confronti di questo genere di contenuti – basti vedere le reazioni al tweet di Riot Games che ho linkato sopra – ma quanto a lungo ci vorrà prima che, poco alla volta, le visuali generate con l’intelligenza artificiale diventino di uso comune anche nei videogiochi? Perché tutti ricordano che l’armatura per il cavallo di Oblivion fu dileggiata a morte, ma oggi le microtransazioni sono la regola.

Tornando un attimo su Arcane e Riot Games, la mia preoccupazione è che vedendo Arcane la gente tenda a ripulire la propria immagine dello studio losangelino. Specifico che le mie parole non vengono da un cosiddetto hater: League of Legends è senza ombra di dubbio il gioco su cui ho passato più ore, ho iniziato a giocarci nel 2010 (aia, che fitta al petto) e ogni tanto lo riapro ancora. Sono fermamente convinto che sia il gioco che nel decennio 2010-2020 ha avuto l’impatto più importante sul settore dei videogiochi. In passato, non ho mancato di evidenziare dove Riot Games era riuscita a superare i suoi rivali. Ma questo non vuol dire mettersi gli occhiali rosa, accettare l’arcanewashing e fare finta che la direzione dello studio di questi ultimi tempi sia sembrata, a essere generosi, un filo erratica e non sempre coerente.

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