Fell Seal: Arbiter's Mark - Recensione

PC

Quando mi è stato proposto di partire all’avventura in quel di Fell Seal: Arbiter’s Mark ho mostrato sin da subito qualche piccolo tentennamento, colpa del mio fioretto autoimposto che mi proibiva amorevolmente di entrare in contatto con un RPG tattico a turni. Il tempo a disposizione è sempre molto poco e sappiamo più o meno tutti che il genere, complice la sua struttura, non si può annoverare tra i passatempi veloci che rubano al massimo dieci minuti. Facendo una piccola analisi, però, mi sono ricreduto quando ho scoperto che il team 6 Eyes Studio è composto da sole due persone. Ci troviamo di fronte a un titolo liberamente ispirato da produzioni appartenenti al genere, dove a emergere sono sempre un buon approccio tattico accompagnato da magie, combattimenti a turni e arene sviluppate su più livelli.

A DIFESA DEI PIÙ DEBOLI

Il mondo fantasy in cui si svolgono le nostre avventure si presenta con delle origini piuttosto umili, vedendo come protagonisti alcuni eroi che secoli prima dell’inizio di questa storia hanno sconfitto un pericoloso demone, diventando poi degli esseri chiamati Immortali. Da quel momento in poi, con lo scopo di mantenere la pace in un mondo sempre propenso al conflitto, venne fondato l’ordine degli Arbiter, praticamente un gruppo di vigilanti che serve il concilio degli immortali cercando di mantenere l’ordine. Come spesso accade, però, l’eccessivo potere ottenuto da quest’ultimi dà libero accesso alla corruzione, in una sequela di giochi di potere atti a minare l’integrità dell’ordine istituito praticamente dall’interno. È proprio in questo punto che facciamo la conoscenza di Kyrie, Reiner e Anadine, tre arbiter che dopo aver assistito a un omicidio entrano a far parte dell’ingranaggio che muove l’avventura, scoprendo altre scomode realtà nonché scontrandosi con nemici guidati dietro le fila da un ignoto burattinaio.

Il concept cartoonesco rende l’esperienza molto più leggera e divertente

Da questo momento in poi lo scorrere degli eventi segue un plot narrativo abbastanza lineare, dove il bene si scontra contro il male senza creare alcun tipo di area grigia, capace di evidenziare lo scorrere degli eventi grazie a una serie di dialoghi scritti con naturalezza e comprensibilissimi anche se il gioco è interamente in lingua inglese. Andando quindi avanti seguendo le proverbiali “molliche di Pollicino” ci si trova in un cammino tempestato da location in cui combattere i nemici del momento, dove faremo anche la conoscenza di alcune personalità di spicco. Oltre ai tre personaggi principali, non sostituibili nell’aspetto e nel background, avremo la possibilità di creare avatar personalizzati secondo i nostri gusti. A dispetto però di un titolo vincolato a dei parametri di difficoltà standardizzati, Fell Seal: Arbiter’s Mark permette al giocatore di personalizzare più a fondo l’avventura a seconda delle proprie capacità, selezionando tutta una serie di parametri che variano dal permadeath dei nostri compagni a un’intelligenza artificiale più reattiva, arrivando persino al concedere uno scaling matematico importante (si parla sempre di numeri, ormai ci siamo abituati) in merito a quantità di mostri, utilizzo oggetti e quant’altro. Grazie a questa feature l’avventura acquista un pizzico di briosità, aggiungendo alla formula un senso di libertà a mio avviso importante soprattutto quando ci si confronta con un titolo prettamente tattico.

SE NON SEI STRATEGICO…

Abbiamo accennato alla difficoltà scalabile, ma ciò che sicuramente colpisce del gameplay del gioco è proprio il suo essere accessibile nei confronti di chiunque, grazie a delle meccaniche che vanno solamente comprese prima di scendere in campo. Ogni arena in cui effettueremo un combattimento viene suddivisa in una scacchiera, ovvero in tante piccole posizioni in cui il nostro personaggio può spostarsi nel suo turno per compiere diverse tipologie di azioni: movimento, attacco, utilizzo abilità e consumabili.

Ci mancavano un po’ di rpg a turni di questa risma

Ognuna di queste operazioni segue la tipologia di classe scelta per il personaggio selezionato, così da creare delle basi solide necessarie allo scopo di creare un party ben amalgamato da schierare sul campo. Anche se inizialmente la selezione è piuttosto limitata, andando avanti nel gioco e ottenendo punti esperienza comincerete a sbloccare altre tipologie di classi, magari più utili se accoppiate intelligentemente con altri personaggi sul campo. Per esempio il mago ad alti livelli diventa quasi decisivo negli scontri, poiché le sue abilità ad area permettono di colpire i nemici ignorando il nostro compagno di squadra che combatte corpo a corpo (sbloccando il talento apposito). Con circa trenta classi a disposizione, il giocatore si trova davanti a un vero e proprio caleidoscopio di scelte, a patto però che venga compiuto un ragionamento a monte prima di selezionarle. Seguendo questa ricchezza di contenuti troviamo anche tantissime armi, armature e altri oggetti unici, pensati per poter rendere la nostra permanenza sul campo un pelino più longeva. Tecnicamente il gioco si presenta con una grafica cartonata semplice ma efficacie, in cui forse ad uscire acciaccati sono il level design e la colonna sonora, che non presentano l’impatto importante che ci si aspetterebbe per un prodotto come questo.

Il viaggio per le terre di Fell Seal: Arbiter’s Mark si è rivelato intrigante a modo suo, proprio perché riesce a raccontare una storia senza prendersi troppo sul serio. Le caratteristiche tecniche possono non far gridare al miracolo, ma sinceramente trovo che la contestualizzazione dell’avventura seguendo un format più cartoonesco e leggero sia servita allo scopo, eliminando volutamente tutte le difficoltà e i tecnicismi del genere per concentrarsi sull’azione in pieno stile tattico.

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Pro

  • Ottimo sistema di gioco a turni.
  • Gestione delle classi e dei pg molto semplice.
  • Buona creazione delle arene di gioco ma…

Contro

  • …sono un po’ ripetitive.
  • Level e character design sottotono.
8

Più che buono

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