Virginia è stata una delle mie storie interattive preferite della scorsa generazione, riversavo quindi discrete aspettative nel nuovo gioco del medesimo trio. Invece mi è sembrato tutto sbagliato, dall'inizio alla fine (soprattutto, la fine). Lo stile grafico non mi è piaciuto per niente; con gli strumenti odierni esistono infinite opportunità e possibilità pratiche per fornire un'efficace impronta estetica alle produzioni indipendenti (vedi appunto l'intelligente stilizzazione usata in Virginia). Se non disponi del budget di Quantic Dream o Supermassive devi necessariamente inventarti qualcosa, non ti limiti a usare dei modelli che sembrano usciti da un tool base di dieci anni fa; bambolotti inespressivi e incapaci di comunicare le emozioni di cui si fanno carico. Avrebbe avuto maggiore dignità un'avventura testuale, sul serio.
Il vero problema del gioco sono però le tre storyline, una più scialba e stiracchiata dell'altra. L'unica potenzialmente divertente ha un presupposto à la Freaky Friday ma si spegne nel completo disinteresse ancora prima di iniziare, comunque un passo in avanti rispetto alle altre due che restano piatte per tutta la loro inspiegabilmente lunga durata (intendiamoci, si finisce in 6-7 ore ma sarebbe potuto durare la metà guadagnando in ritmo e scorrevolezza). Cosa vorrebbe significare questo gioco? Io mica l'ho capito. Le scelte dei dialoghi sono meno che ininfluenti, gli spaccati di vita londinese rasentano il puerile, le caratterizzazioni vanno dall'odioso all'insignificante (per superficialità e scontatezza). Le possibilità in-game? Praticamente nulle, come lo spazio lasciato all'interpretazione di chi gioca. Perfino il doppiaggio lascia molto a desiderare. Manca completamente delle trovate e intuizioni che rendevano Virginia tanto speciale. Sul finale meglio soprassedere per compassione, il perfetto manuale su come concludere una storia che non va da nessuna parte. Tra l'altro sarebbe l'unico momento in cui avrebbero potuto dare briglia sciolta alla fantasia, invece di inanellare l'ennesima sequela di soporiferi cliché e banalità assortite. Ricordatemi di abbassare notevolmente l'asticella per il prossimo di Variable State. Rasoterra.