Questo sarebbe il perfetto esempio di gioco con tutti i crismi per starmi sul culo: l'allegoria di grana grossa del fardello con i sensi di colpa, il dramma spiegato come se fosse un libro di illustrazioni per bambini, le paturnie e insicurezze tardo-adolescenziali, l'identificazione del rapporto uomo-donna/padre-madre/genitore-figlio vissuto da una prospettiva ombelicale ed egoriferita. Il disagio che si autocompiace del proprio malessere? Non proprio e nonostante sul tema "depressione mode on" resti una di quelle cose viste e straviste in modi ben più audaci e incisivi (basti pensare ad Actual Sunlight, Limbo o Child of Light) devo dire che si è lasciato giocare in tutta la sua scorrevolezza, riservandomi la sorpresa di un finale davvero bellino (credits inclusi). Potenzialmente buona anche l'idea della città simil-Berlino sommersa dall'acqua, peccato che però vada a concretizzarsi nell'anonimato color pastello simile a tanti altri indie.