Sono ormai molti anni che scatto fotografie virtuali all’interno dei videogiochi, ma non ho mai portato avanti un progetto che mi abbia rubato – volentieri – così tanto tempo come quello su Marvel’s Spider-Man.
Quello che state per leggere e visionare è il risultato di diversi mesi di lavoro, un lavoro che mi rende particolarmente orgoglioso del risultato finale. Ho deciso di scriverlo sotto l’egida di Frequenza Critica perché è su quel blog che ho iniziato a pubblicare degli articoli dedicati proprio all’arte della virtual photography, focalizzandomi principalmente sul processo creativo che ha portato alla realizzazione degli scatti. Ed è quello che ho intenzione di fare anche in questa sede, scrivendo di come sono nate le foto presenti in questa pagina e di cosa mi piacerebbe comunicare con esse.
Partiamo dalla genesi del progetto: qualche tempo fa mi è venuta voglia di dedicarmi alla fotografia urbana. In precedenza ho scattato foto in giochi quali Control, Hitman, i vari Assassin’s Creed, persino Final Fantasy XV provando a superare la mia naturale indisposizione nei confronti dei JRPG, tuttavia i soggetti sono sempre stati piuttosto vari: ritratti perlopiù, a volte paesaggi, altre piccoli dettagli. Nel tempo mi sono costruito una sorta di zona di comfort dalla quale è diventato sempre più difficile uscire, per questo ho pensato di passare alla street photography, e quale videogioco migliore per farlo se non uno ambientato nella metropoli per antonomasia? Marvel’s Spider-Man, con la città di New York che fa da sfondo all’opera di Insomniac, mi è subito sembrato il titolo più adatto allo scopo.
L’INFLAZIONATO SPIDER-MAN
Un altro elemento che mi ha spinto a scegliere l’esclusiva PlayStation (in versione Remastered per PS5) rispetto ad altri candidati è il fatto che molti fotografi virtuali prediligono scattare foto del solo Peter Parker, magari in pose dinamiche con vari costumi addosso per accalappiare quanti più like possibile sui social, dimenticandosi che New York è protagonista del gioco tanto quanto l’Uomo Ragno.
Lo è grazie all’incredibile lavoro di caratterizzazione della città svolto dagli sviluppatori, un’opera che molto spesso non viene apprezzata appieno mentre si lanciano ragnatele di qua e di là, attraversando la metropoli a ritmo sostenuto per oscillare da una missione all’altra. Da qui l’idea, dopo aver definitivamente scelto il titolo che avrebbe ospitato le mie sessioni fotografiche, di sovvertire in qualche modo le regole del gioco. Avrei evitato al minimo le traversate a colpi di ragnatela da un palazzo all’altro per muovermi a piedi: in questo modo ho potuto davvero immergermi nell’atmosfera della New York digitale, apprezzandone e immortalandone gli innumerevoli dettagli. Ho assistito a una breve schermaglia tra due giovani su un campetto di basket, ho potuto immortalare delle persone sedute fuori da un bistrot, senza dimenticare di scattare qualche foto agli splendidi edifici che si stagliano lungo tutta l’isola di Manhattan.
Quanto avete appena letto non significa che non abbia ceduto anch’io al fascino del like facile. Di tanto in tanto mi sono ritrovato a scattare foto dello stesso Spider-Man, cercando però di non banalizzare il soggetto, bensì di andare a sviluppare una comunicazione armoniosa tra gli scatti. È il caso di un mini set di quattro immagini realizzato durante lo scontro tra Spidey e Tombstone.
ho cercato di realizzare una sorta di storyboard cinematografico
Chiaramente questo piccolo set non è l’unica volta che lo stesso Spider-Man si è ritrovato al centro delle mie foto. In un’altra occasione, in una delle ultime missioni del gioco, ho approfittato di una particolare ambientazione per catturare l’eroe Marvel sotto una luce differente. Giocando con le ombre, e con i costumi sempre modificabili al volo in photo mode, ho dato una maggiore enfasi alle forme del protagonista, amplificandone i contorni rispetto a tutto il resto.
CARTOLINE DAL GLITCH
Tutto questo per dire che sì, avevo un progetto ben preciso in mente prima di iniziare effettivamente a scattare foto in Marvel’s Spider-Man, tuttavia una volta entrato nel giusto mood artistico è davvero difficile lasciarsi sfuggire uno scatto, anche se questo non si adatta per nulla allo scopo del progetto.
E menomale che non me li sono lasciati sfuggire, aggiungerei, perché altrimenti non avrei mai scoperto un trucchetto che da lì a poco avrebbe modificato il mio modo di approcciarmi a una potenziale situazione fotografica. Si tratta di una scoperta avvenuta un po’ per caso durante un combattimento con gli sgherri di Tombstone, in una delle varie missioni secondarie disseminate per la città. Mentre Spider-Man si apprestava a completare una finisher su un povero criminale, ho premuto il tasto per accedere alla photo mode nell’esatto istante in cui il calcio di Peter ha colpito il volto del malcapitato.
avevo intenzione di creare uno scatto con soggetto il solo Uomo Ragno su sfondo blu
Il risultato è una serie di immagini particolari, alcune delle quali sembrano modificate in post-produzione con una sorta di effetto glitch, altre presentano una patina rosacea o violacea a seconda del filtro utilizzato. I soggetti rimangono sempre e comunque urbani, dunque il progetto iniziale non è stato modificato nel merito, quanto più nel metodo fotografico. A volte ho persino utilizzato questo trucchetto per sdoppiare gli elementi presenti sullo schermo.
Ne è un esempio questo scatto in bianco e nero dove si vedono due elicotteri che sorvolano un’area industriale di New York: in realtà l’elicottero è solo uno, ma l’aberrazione cromatica fa sì che se ne vedano due. L’applicazione del filtro noir in photo mode ha di fatto standardizzato i due elicotteri, mentre nella fotografia originale senza alcun filtro uno di essi è rosso mentre l’altro è blu.
Purtroppo questo trucchetto funziona solamente in Marvel’s Spider-Man Remastered, e non nel sequel/DLC Miles Morales. Ho provato più volte a replicare le condizioni anche nell’espansione standalone, senza però mai riuscire a ricreare lo stesso glitch. Un peccato perché la New York innevata di Miles Morales si sarebbe prestata molto bene a questo stile fotografico. Tuttavia non temete giacché ho in mente un progettino anche per questo gioco, ma con buona probabilità mi serviranno anche qui alcuni mesi prima di concludere l’opera.
Questo articolo è stato scritto per The Games Machine da Frequenza Critica, il blog italiano di approfondimento videoludico.