Sono un appassionato di comics e seguo l’universo Marvel dai primissimi anni Ottanta, quando c’era l’Editoriale Corno e potevi ancora chiamare il tessi-ragnatele “Uomo Ragno” senza sentirti un alieno. All’epoca, complice la voglia di ribellione che la giovane età esige, non ero un gran fan dell’alter ego di Peter Parker, preferendogli antieroi come Ghost Rider o il Punitore. Tuttavia, storie come ‘L’ultima caccia di Kraven’ (che il dio dei fumetti ti benedica, Dan ndII-V) mi hanno sempre legato alla bellissima, peculiare e riuscita schera di nemici dell’arrampicamuri. Sono quindi rimasto un po’ interdetto quando ho saputo che in Marvel’s Spider-Man non ci sarebbe stato Venom, ché ho sempre avuto un debole per il simbionte alieno color pece.
Così è stato perfino ai tempi di quella roba illeggibile (dopo venticinque anni possiamo dirlo, dai) di Lethal Protector, quando Eddie Brock se ne andava in giro in canotta e mullet. Ora però, mentre scrivo emozionato queste righe, riesco a capire finalmente il senso delle parole dell’art director di Insomniac Games Jacinda Chew: Venom non sarebbe apparso nel gioco, perché “too big to fit”. Sì, perché Marvel’s Spider-Man è pieno fino all’orlo di contenuti, carisma e pura bellezza; con questo presupposto, non credo che nel codice sia rimasto spazio per far entrare uno spillo, figuriamoci un costume alieno senziente indossato da un culturista psicopatico.
SPIDER-MAN, TU SEI L’UOMO RAGNO, SPIDER-MAN, SEI FORTE SEI TU…
Il gioco di Insomniac si apre in medias res durante un assedio alla Fisk Tower. Tra pareti che si infrangono come fossero carta velina e proiettili che schizzano da tutte le parti, i primi minuti rappresentano un efficace tutorial per muovere i primi passi tra l’arte del lancio della ragnatela e il dinamico sistema di combattimento, che appare subito in debito di un’idea o due con quanto visto nei vari Batman di Rocksteady.
Anche dopo parecchie ore il gioco non si fa scrupoli nell’introdurre meccaniche e avversari nuovi di zecca, stupendoci in continuazione
Nel marasma è vitale padroneggiare i già citati sensi di ragno, che avvertono di un attacco imminente e della traiettoria delle pallottole vaganti: la loro efficacia e il repertorio delle mosse a disposizione del tessiragnatele può essere migliorata salendo di livello e incrementando la competenza di Peter in tre diversi rami di abilità, che vanno dalla maestria nell’uso della ragnatela al tempismo delle schivate con successivi contrattacchi, passando per le evoluzioni aeree. Si tratta, nel caso di quest’ultima, di una specializzazione che non ha importanza tra le mura del palazzo di Kingpin, ma che mostrerà tutta la sua gloria appena usciti all’aria aperta, a tu per tu con la Grande Mela.
…SPIDER-MAN, LA TUA RAGNATELA, SPIDER-MAN, TI PORTA LASSÙ…
Per un Marvel fan di vecchia data, l’esplorazione di New York in questo gioco è qualcosa di commovente. Del resto la storia è stata ingiusta con noi, incapace di consegnarci negli anni che ci separano dal primo spin-off per Atari 2600, un titolo capace di replicare la sensazione che Peter dovrebbe provare dondolandosi dall’Empire State Building, almeno fino all’arrivo dello Spider-Man 2 di Treyarch. La Manhattan di Marvel’s Spider-Man è un sogno che si avvera, e visitarla dandosi lo slancio da un grattacielo all’altro ha rappresentato per me una delle esperienze più belle mai vissute in compagnia di Playstation 4.
Per un Marvel fan di vecchia data, l’esplorazione di New York in questo gioco è qualcosa di davvero commovente, roba da non credere
Ovviamente c’è un limite a tutto, e gli arredamenti interni tendono ad assomigliarsi, così come i veicoli in dotazione alla città di New York mostrano una considerevole similitudine di modelli, ma complessivamente il risultato è qualcosa di davvero incredibile, coinvolgente e spettacolare, tanto che non vedo l’ora di ammirare i vostri capolavori appena verrà introdotto il Photo Mode con la patch disponibile all’uscita de gioco. “Excelsior”, esclamerebbe qualcuno ben più importante di me.
…PIÙ IN ALTO, PIÙ IN ALTO, TU VAI, TU VAI, TU VAIII…
La cosa più bella della mappa non è solamente la sua estensione, quanto la sorprendente densità di cose da fare: come già detto, Marvel’s Spider-Man è un gioco enorme, che ha però il pazienza di educare il giocatore un po’ alla volta. Ecco quindi che, andando avanti, il numero dei collezionabili aumenterà sensibilmente: si inizia dunque con i vecchi zaini di Peter, nascosti un po’ ovunque e contenenti affascinanti tasselli di “lore ragnesca”, come il flyer dell’incontro contro Crusher Hogan, fino ad arrivare a folli slalom tra i palazzi per acciuffare velocissimi piccioni (lo so, è strano, ma capirete giocando) o agli indizi lasciati volontariamente dall’inafferrabile Gatta Nera.
La cosa bella non è solamente l’estensione della mappa, quanto la sorprendente densità di contenuti qualitativamente notevoli
Generalmente i collezionabili sono facili da ottenere, giacché è sufficiente recarsi in loco per scattare foto o prelevare lo zaino di rito, ma ci sono tipologie di gettoni più elusivi come quelli del tipo Sfida, messi in palio da un misterioso quanto abile figuro dalla memoria fotografica (ok, ho detto anche troppo…). In questi casi sarà imperativo padroneggiare le abilità dell’Uomo Ragno per risolvere prove di abilità di vario tipo nel minor tempo possibile, per essere ricompensati con un quantitativo di valuta adeguato alla performance.
…NESSUNO TI SFUGGE ETC. ETC.
Marvel’s Spider-Man è un gioco discretamente lungo, e necessiterà di circa venti ore per essere completato senza investire tempo nella ricerca di bonus e segreti, un’attività calorosamente raccomandata. La trama, completamente originale, è ambientata in una realtà nuova di zecca ben distante dal familiare Marvel Cinematic Universe, rimescolando luoghi comuni e personaggi familiari ai fan di Spider-Man in un racconto interessante e toccante, capace di divertire con azione supereroistica esplosiva e trattare alcune tematiche anche piuttosto delicate. Il character design è davvero sublime, supportato da un adattamento italiano e un doppiaggio di alto livello che donano ulteriore profondità alla cura infusa da Insomniac Games nei singoli personaggi, animati con una cura maniacale per quanto riguarda tratti somatici e espressioni.
La trama è ben distante dal familiare Marvel Cinematic Universe, rimescolando luoghi e personaggi in un racconto profondo e toccante
A questo si aggiunge la concentrazione, ovvero una sorta di mana che si rigenera lottando: mettendo il D-Pad verso il basso, questo può essere investito per recuperare rapidamente la vitalità in qualsiasi momento, anche durante una combo. Si tratta comunque di un problema tutto sommato marginale nell’ottica della longevità offerta da un gioco letteralmente straripante di cose da fare e scoprire, senza contare i tre livelli di difficoltà base tra cui scegliere, a cui verrà aggiunto un quarto con tanto di modalità nuova partita + con la famosa patch del primo giorno. Direi quindi di passare al commento finale…
Non sono qui per spiegarvi perché ho dato 9.4 a Marvel’s Spider-Man, bensì perché ho dato SOLO 9.4 al gioco. Come già detto la difficoltà non è mai davvero impegnativa, mentre molte delle missioni secondarie sono banali riempitivi e vedono sostanzialmente Spider-Man spostarsi tra più locazioni prendendo a calci gruppi di nemici nel frattempo, senza mostrare la straordinaria cura per la narrazione apprezzata durante la trama principale. A parte questo, l’avventura nella sua completezza merita davvero di essere vissuta da tutti, classificando il gioco come uno dei titoli di punta di un autunno veramente esplosivo. Ah, qualora vi foste trovati a canticchiare la vecchia sigla cantata da I Sorrisi leggendo i nomi dei paragrafi, magari afferrando dalla libreria un vecchio albo dell’Editoriale Corno in un attacco di nostalgia, aggiungete pure una decina di punti al globale: avrete tutto il mio rispetto.