Stupisce la pressoché totale interattività fisica delle ambientazioni, le cui barriere invalicabili, peraltro, sono studiatissime per non sembrare mai innaturali
Ciò porta anche all’introduzione di fini dettagli che tengono sempre viva l’esplorazione, come la reperibilità di risorse scostando scatole, bottiglie, cassetti, portiere e qualsiasi altro corpo solido vi venga in mente, compresi quelli dei nemici uccisi che potrebbero celare item utili nella parte non subito visibile dei cadaveri…
Le risorse per gli upgrade delle armi sono misurate per non poter ottenere tutto, propiziando vere e proprie scelte tattiche
TECNOLOGIE DI CITY 17
Prima di chiudere con le considerazioni tecniche, è bene descrivere il modo con cui Half Life Alyx si confronta con gli standard di fruizione della realtà virtuale. La gamma è completissima, e anche quello che non c’è, come il supersampling, è comunque attivabile attraverso i tool esterni di Steam VR (opzioni video dei singoli giochi, tra le impostazioni di base), che sono pur sempre opera di Valve. Innanzitutto, i sistemi di controllo comprendono tutte le soluzioni maggiormente diffuse: movimento libero via trackpad (Vive) o levetta (Oculus, Index, WMR), teletrasporto o “passettini” velocissimi verso un punto designato.
Va detto, tuttavia, che lo spostamento rapido rimane sempre attivo come sistema alternativo di movimento, per superare ostacoli e saltare tra piattaforme a una certa distanza (quelle dove è realisticamente possibile), costituendo una delle spine dorsali del gameplay anche negli scontri o, magari, per non dover ripetere a passo d’uomo (un’opzione per la corsa nel movimento rapido sarebbe gradita, please) esplorazioni alla ricerca di risorse o di un percorso secondario. Abbiamo poi a disposizione la rotazione fluida o a scatti con varie gradazioni, diverse valide impostazioni per il gioco da seduti o in piedi, altre opzioni di confort mai irragionevoli e una lunga schiera di personalizzazioni visive, un pochino troppo severe nei consigli di default.
La struttura degli FPS lineari, coi loro ambienti misurati, può oggi propiziare un altissimo grado di dettaglio nei giochi VR, senza pesare troppo sulla GPU
Tutto questo al netto di una grafica che è, senza mezzi termini, la migliore mai vista in un gioco per la realtà virtuale, per texture, effetti e complessità poligonale. Un primato non unico tra quelli raggiunti da Half Life Alyx, ma che insegna qualcosa che abbiamo già sottolineato nelle nostre rubriche sulla realtà virtuale, online e su carta: proprio la struttura degli FPS lineari, coi loro ambienti misurati, può oggi propiziare un altissimo grado di dettaglio nei giochi VR, senza pesare troppo sulla GPU. E che dire del comparto audio, con una paurosa attenzione tanto alla colonna sonora dinamica quanto agli eccelsi rumori ambientali? Eccelso, come tutto quello che Half Life Alyx spande generosamente nei nostri spazi adibiti alla VR, trasformati virtualmente in City 17.
IN BREVE: Valve prende le migliori caratteristiche della realtà virtuale e le porta su un altro livello. Non è innovativo nel selezionare ciò che serve all’esperienza VR, tra interattività dell’ambiente, uso gestuale delle armi da fuoco, puzzle ambientali e quant’altro, ma lo è nel mettere insieme tutti gli aspetti alla maniera di Half Life. Il tipo di racconto e avventura d’azione in prima persona che ha reso celebre la serie, e che ha cambiato per sempre gli action adventure in un “prima e dopo Gordon Freeman”, torna alle origini lineari senza contaminazioni di genere, diventando un’immersive sim solo e unicamente per quello che rientra nella nostra visuale, per ciò e possiamo compiere fisicamente in una pazzesca City 17. Magistrale.
CONFIGURAZIONE DI PROVA: i5 3.40 Mhz, 16 GB di RAM, Geforce 1080 Ti, HDD
SISTEMI VR TESTATI: HTC Vive, Oculus Rift S, Quest via Oculus Link
COM’È, COME GIRA: grossomodo tutto liscio con la configurazione e i sistemi VR indicati, ognuno con la sua risoluzione e un debito upscaling per HTC Vive. I visori Oculus hanno restituito un framerate meno costante, ma in mancanza di Index è stato proprio Rift S a garantire la migliore esperienza visiva. Consigliabile l’installazione su un SSD per diminuire i tempi di caricamento.