Va dato atto ad IO Interactive di aver tenacemente tenuto botta nonostante l’ultimo periodo sia stato davvero difficile per la software house danese: dopo aver riottenuto l’indipendenza da Square Enix al prezzo di una parte dei dipendenti, allontanati dallo studio per rientrare nei costi dell’operazione, e aver mantenuto il possesso dei diritti sulle proprietà intellettuali più importanti, tra cui quella relativa al pelatone più famoso dell’industria dei videogiochi, gli sviluppatori di Copenaghen hanno dimostrato grande sangue freddo riuscendo a non perdere la bussola.
Messo definitivamente alle spalle il tormentato periodo trascorso assieme alla compagnia di Final Fantasy, IO Interactive ha trovato in Warner Bros. Interactive Entertainment il partner perfetto per dar vita a Hitman 2, un sequel diretto di quel reboot che vide la luce due anni fa e che riuscì a conquistare una nutrita schiera di fan – vecchi e nuovi – grazie all’immediatezza del gameplay e a un level design brillante in grado di concedere massima libertà ai giocatori. Accantonata definitivamente la discutibile struttura episodica, questo secondo capitolo si presenta immediatamente nella sua forma più completa, offrendo un’esperienza ludo-narrativa decisamente più organica e compatta.
DIVINA PROVVIDENZA
Trattandosi di un seguito diretto, la narrazione di Hitman 2 prosegue dall’esatto punto in cui si era interrotta nel capitolo precedente. Non temete, però: in caso non abbiate avuto modo di giocare al titolo pubblicato due anni fa, il team danese ha preparato un comodo filmato riassuntivo per raccontare in una manciata di minuti gli eventi salienti avvenuti nell’incarnazione del 2016. Ecco quindi che 47 e l’insostituibile Diana si ritrovano nuovamente a dover fare i conti con il fantomatico cliente fantasma e con la misteriosa Providence, un’organizzazione capace di manipolare l’Agenzia per eliminare i suoi oppositori ed estendere il suo dominio sul mondo.
47 e l’insostituibile Diana si ritrovano nuovamente a dover fare i conti con il fantomatico cliente fantasma
La trama si dipana attraverso sei atti ben distinti, avvalendosi quindi di diverse sequenze di intermezzo caratterizzate da una regia impeccabile
LA MIGLIORE ARMA È IL MONDO
E in questo senso Hitman 2 non solo evita di tradire le aspettative, ma riesce addirittura a superarle. Basta mettere virtualmente i piedi nell’assolata Miami – la prima, vera destinazione del gioco – per rendersi conto della maestosità dell’opera confezionata con cura certosina da una IO Interactive in grande spolvero.
Il primo elemento che salta immediatamente all’occhio è la quantità di personaggi non giocanti che animano l’autodromo nel quale si svolge la missione dell’Agente 47, incaricato di assassinare due magnati dell’industria hi-tech statunitense, padre e figlia, durante una corsa automobilistica che ha attratto una marea di appassionati e curiosi nella città della Florida. Ciò che stupisce non è solo il numero delle persone sullo schermo, ma anche la varietà dei modelli e il fatto che il Glacier Engine riesca a gestirne i movimenti senza alcuna incertezza tecnica, mantenendo i sessanta fotogrammi al secondo impostando i dettagli alti su un hardware appena al di sotto dei requisiti consigliati. Tuttavia questo livello di dettaglio non è fine a sé stesso. Ogni singolo elemento dello scenario, compresi i nugoli di fan che si accalcano per incontrare il loro pilota preferito, è stato posizionato all’interno dello scenario con uno scopo ben preciso: offrire ai giocatori tutti gli strumenti di cui necessitano per elaborare un piano e portarlo a compimento.
Ogni singolo elemento dello scenario è stato posizionato all’interno dello scenario con uno scopo ben preciso
GLI STRUMENTI DEL MESTIERE
Questi sentieri prestabiliti nascosti nei livelli, queste storie come vengono chiamate nel gioco, sono semplicemente delle tracce che è possibile ignorare del tutto, lasciando che sia la nostra creatività a impostare la rotta. Ed è proprio questo il bello di Hitman 2: possiamo giocare come vogliamo, certi che non troveremo barriere artificiali pronte a sbarrarci la strada; anzi, il level design di tutte le cinque location principali rappresenta una tela bianca sulla quale dipingere il nostro personalissimo quadro, ovviamente a tinte rosse. Nulla ci vieta poi di far partire nuovamente le missioni per sperimentare degli approcci differenti, magari cercando di ottenere un punteggio superiore e un grado di efficienza più avanzato al fine di sbloccare nuovi travestimenti e strumenti da selezionare nella fase di preparazione. Come la preziosissima valigetta, che finalmente torna a far parte dell’arsenale di 47, consentendo al nostro killer preferito di portare con sé le armi più disparate senza attirare l’attenzione.
Nulla ci vieta poi di far partire nuovamente le missioni per sperimentare degli approcci differenti
ASSASSINI IN COMPAGNIA
Parlando di longevità, poi, è impossibile non citare le due diverse modalità multiplayer introdotte dal team danese. La prima, Ghost Mode, permette a due giocatori di scontrarsi sulla mappa di Miami a suon di uccisioni. Il primo che elimina cinque obiettivi scelti casualmente dal sistema senza danni collaterali si aggiudica la partita, ma la particolarità sta nel fatto che l’unico modo per mettere i bastoni tra le ruote all’avversario consiste nel prendere per primi gli oggetti dallo scenario, i quali vengono generati nuovamente anch’essi in maniera casuale all’inizio di ogni round. Si tratta di una modalità che purtroppo lascia il tempo che trova: un passatempo da provare un paio di volte, consci del fatto che la portata principale di Hitman 2 rimane sempre la campagna single player.
La portata principale di Hitman 2 rimane sempre la campagna single player
L’unico appunto che si può fare a Hitman 2 è il suo essere fin troppo simile al diretto predecessore. Considerando le vette di eccellenza raggiunte dall’incarnazione del 2016, ciò non è per forza un male. Siamo quindi di fronte a un more of the same, di conseguenza i fan dell’avventura episodica dell’Agente 47 difficilmente troveranno qualcosa da ridire dal momento che la formula di gioco è rimasta fondamentalmente invariata, salvo qualche apprezzabile miglioria qua e là. Dimenticabili, invece, le aggiunte rivolte all’azione multiplayer: Hitman 2 non ha di certo bisogno di Sniper Assassin e Ghost Mode per aumentare la sua longevità.