Hood: Outlaws & Legends è brutale, efferato, se ne sbatte del fair play e colpisce sotto la cintura senza fare distinzioni, ma in fondo ci sta giacché si tratta di ladri

Alcuni scorci sono suggestivi, soprattutto se non ci sono cadaveri nei paraggi ma solo compagni vivi.
Anche se il bilanciamento delle classi non mi convince (Took è molto pericoloso a corto-medio raggio anche senza essere granché precisi grazie all’ampia portata della sua arma e può anche curare, una skill fondamentale perché gli hp non si ricaricano, mentre John è un carrarmato con la barba) e tra feedback, attacco leggero/pesante e parata/schivata, il combat system risulta grezzo, non posso negare che sfruttare le varie skill al momento opportuno dà gusto e combinarle cooperando con i compagni è soddisfacente. Purtroppo però non sempre è possibile averne l’occasione perché la scelta delle classi è libera, perciò se si gioca come casual non è raro trovarsi in squadra (o contro) due o più personaggi uguali. Un altro inciso: non si può cambiare classe durante una partita.
Davvero un gioco strano, Hood: Outlaws & Legends: l’idea è intrigante e funziona, ma la realizzazione lascia a desiderare sotto diversi aspetti

Ecco lo Sceriffo, l’incarnazione della morte e il peggior incubo di ogni rispettabile fuorilegge di Sherwood.
Questo discorso sulla community si lega visceralmente a un altro problema e cioè i contenuti ridotti all’osso: una modalità se si esclude l’allenamento only PvE, quattro classi e cinque mappe. È vero che non parliamo di un tripla A, è vero che c’è un sistema di progressione composito che dà accesso a tre perk di vario genere oppure a personalizzazioni estetiche (al termine di ogni partita viene chiesto se si vuol tenere per sé il denaro ottenuto e usarlo per migliorare i propri personaggi o se donarlo ai poveri e migliorare il nascondiglio per accedere a nuove customizzazioni), è vero che è prevista una roadmap a dir poco corposa per il primo anno di vita del progetto di Sumo Newcastle, ma è altrettanto vero che nell’immediato il rischio è che il profumo di nuovo scemi e il tran tran chiave/scrigno/estrazione scivoli prima nel tedio e poi nel dimenticatoio.
In Breve: La domanda non è se il gioco è divertente, bensì per quanto lo sarà in questo stato. I contenuti sono pochi ma l’entusiasmo per la novità sopperisce alla penuria, inoltre ogni partita è una roulette russa fino all’ultimo giro di argano e l’ibrido PvPvE funziona. Tecnicamente c’è da levigare, alcuni elementi vanno rivisti ed è probabile che chi sognava un purosangue stealth rimarrà deluso. Tuttavia, se credete che chi si accontenta gode e che il prezzo sia ragionevole, allora potrebbe valere la pena scommettere su Hood: Outlaw & Legends perché, mentre il successo sul lungo periodo dipenderà dall’intervento degli sviluppatori, sul breve periodo e con gli amici giusti potrebbe intrattenervi per ore.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: i5 7400@3.00Ghz, 16 GB Ram, GeForce 1050 Ti, SSD
Com’è, Come Gira: Texture e modelli non eccezionali, animazioni non proprio fluide, ambienti esterni affascinanti e atmosfera riuscita. Audio nella media. Sa regalare scorci ispirati, ma tecnicamente si può fare di meglio e bisogna scendere a compromessi su configurazioni come quella di prova (su e giù tra i 60 e i 30 fps in FullHD con le ombre su medio).
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