Humankind – Recensione

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Starà a noi decidere se impostare un impianto legislativo democratico, oppure di tipo assolutistico, o una via di mezzo

Ciò significa che, dopo molti turni e il raggiungimento di un’epoca avanzata, la nostra personalissima civiltà avrà accumulato più tratti distintivi che l’avranno resa davvero unica. In una delle mie partite sono passato dagli Egizi ai Romani, acquisendone i bonus militari utili a contrastare l’avanzata degli avversari, per poi optare per i Ghaneani e le loro superbe abilità commerciali, poi portate al livello successivo con i Veneziani, fino ad arrivare a utilizzare gli Austro-ungarici nell’età moderna e i Sovietici in quella contemporanea, raggiungendo una vittoria scientifica dopo aver messo piede su Marte.

Humankind recensione 01

In Humankind sono presenti anche gli Italiani come civiltà dell’epoca industriale. Sono specializzati nella produzione culturale, mentre gli Alpini sono la loro unità speciale.

A tutto questo bisogna aggiungere che in Humankind vi sono anche altre due variabili che definiscono la nostra fazione: da un lato la religione, che acquisisce forza e nuove caratteristiche all’aumentare dei fedeli, dall’altro le ideologie civiche, che vengono modificate dinamicamente dopo aver promulgato leggi e aver risolto alcune semplici quest testuali. Starà a noi decidere se impostare un impianto legislativo democratico, oppure di tipo assolutistico, o una via di mezzo, magari teocratica, con tutte le conseguenze del caso nel rapporto tra eventuali bonus e malus.

LIMITI DIPLOMATICI

Purtroppo, sebbene questo sistema di gioco appaia affascinante – e in più di qualche frangente lo è, viene a volte minato da diversi problemi che compromettono in parte la godibilità dell’opera. Tra questi, il più importante è rappresentato dall’intelligenza artificiale degli avversari, i quali spesso si comportano in maniera incoerente, soprattutto in guerra, rimanendo troppo sulla difensiva o attaccando bersagli strategicamente irrilevanti.

La diplomazia, vero e proprio tallone d’Achille dello studio francese, è ancora una volta poco più che abbozzata

La diplomazia, vero e proprio tallone d’Achille dello studio francese, è ancora una volta poco più che abbozzata. Addirittura sono stati fatti dei passi indietro rispetto agli altri videogiochi di Amplitude Studios, come il precedente Endless Space 2. Basti pensare che i trattati stipulabili sono pochissimi, mentre le possibilità di contrattare praticamente nulle nella misura in cui le contro-offerte presentano dei parametri fissi, non modificabili in alcun modo. Che dire poi della progressione tra le civiltà nelle diverse ere, che invece soffre di un cattivo bilanciamento tra le opzioni a disposizione del giocatore. Vi sono alcune culture che offrono bonus di gran lunga migliori rispetto alle altre, di fatto limitando le scelte all’interno del pool di civiltà.

Humankind recensione 05

È presente un comodo editor di mappe, mentre nel prossimo futuro Humankind supporterà nativamente le mod.

Una varietà che viene ulteriormente minata anche dall’algoritmo procedurale di generazione delle mappe, che purtroppo non riesce a posizionare in maniera equilibrata le risorse sul planisfero. Ne consegue che una partita possa risultare irrimediabilmente compromessa sin dalle battute iniziali, quando cioè ci si accorge che le risorse strategiche essenziali per far fiorire la propria fazione sono posizionate dal lato opposto del continente, magari tra le grinfie di un avversario che si rifiuta categoricamente di commerciare con noi, e contro cui è virtualmente impraticabile muovere guerra a causa dell’impossibilità di produrre unità avanzate proprio per l’assenza delle suddette risorse. Manca dunque quella generale cura aggiuntiva essenziale in uno strategico complesso come Humankind, un titolo con un idea di fondo davvero intrigante che però non è stata valorizzata a dovere.

In breve: Amplitude Studios considera Humankind la sua opera magna, peccato che quel titolo spetti ancora a Endless Space 2, uno strategico a turni di gran lunga più curato e completo rispetto all’ultima fatica del team francese. Purtroppo il 4X confezionato dallo studio transalpino poggia le sue fondamenta su un’idea di gioco effettivamente affascinante e innovativa, che però viene costantemente minata da problemi tecnici, un’intelligenza artificiale poco competitiva e un comparto diplomatico addirittura più deficitario rispetto a quelli già di per sé scarni delle precedenti produzioni targate Amplitude Studios.

Piattaforma di Prova: Ryzen 5 3600X, 16 GB RAM, GeForce RTX 2070 Super, SSD
Com’è, Come Gira: Humankind riesce a girare al massimo livello di dettaglio a risoluzione 2560×1440. Tra i problemi segnalo la corruzione di tutti i file di salvataggio che mi ha costretto a verificare l’integrità del gioco su Steam e cancellare l’apposita cartella nei Documenti.

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Pro

  • L’idea di fondere le civiltà è intrigante. / Interfaccia pulita e funzionale. / Colonna sonora come sempre maestosa.

Contro

  • Intelligenza artificiale deficitaria. / Diplomazia scarna. / A tratti sbilanciato.
7.7

Buono

Le leggende narrano che a Potenza ci sia un antro dentro al quale vive una misteriosa creatura chiamata Alteridan. In realtà è solo il nostro Daniele, che alterna stati diurni di brillantezza ad altri notturni dove i suoi amici non hanno ancora capito che non conviene fargli assumere troppo alcol.

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