Per svolgere anche la più semplice delle operazioni è necessario compiere un numero inutilmente elevato di passaggi
IL RITMO CHE NON C’È
È bene mettere in chiaro la cosa senza perdersi in eufemismi o mezzi termini: i circa venti enigmi che ci si ritrova a dover risolvere risultano per lo più banali. Spesso si tratta di attivare qualche interruttore o svolgere determinate azioni in sequenza, con uno sforzo cerebrale davvero ridottissimo. Ovviamente questo non sarebbe di per sé un male, d’altronde di videogiochi che sfruttano dei puzzle tutt’altro che complessi al fine di portare avanti un certo tipo di narrazione ce ne sono a decine, se non a centinaia. Il problema, qui, è che il ritmo di gioco è del tutto sballato.

Chi sono queste figure misteriose che si stagliano nel cielo stellato? Il gioco lascia molto spazio all’interpretazione
Per svolgere anche la più semplice delle operazioni è necessario compiere un numero inutilmente elevato di passaggi, alternando il controllo dei due personaggi per portare a termine queste azioni elementari più e più volte. Come se non bastasse, i due soggetti di questa fiaba videoludica si muovono davvero troppo lentamente: un limite imputabile al fatto che ogni animazione è realizzata a mano e deve quindi sottostare alla soglia massima dei dodici fotogrammi al secondo. Ne consegue che quasi tutti gli enigmi potrebbero essere risolti in una manciata di secondi, ma tra un passaggio e l’altro i tempi si allungano, arrivando a toccare la decina di minuti per i puzzle un pochino più articolati. Detto in soldoni, LUNA The Shadow Dust potrebbe essere tranquillamente completabile in una mezz’ora o poco più, ma l’intera avventura viene stirata e spalmata in maniera quasi innaturale sulle due ore e mezza, diluendone l’efficacia comunicativa e diventando addirittura a tratti soporifera. Un vero peccato perché con un impianto ludico strutturato in maniera differente, magari legato in modo più organico e coerente alla narrazione, a quest’ora avremmo avuto tra le mani un vero e proprio gioiellino indie. Invece dobbiamo accontentarci di un’avventura punta e clicca nel complesso discreta, azzoppata da un gameplay non all’altezza di un comparto audiovisivo straordinario.
In breve: LUNA The Shadow Dust può contare su un’atmosfera magica e onirica grazie a un comparto visivo che fa un uso sapiente di fondali e animazioni realizzati interamente a mano, con una maestria artigiana d’altri tempi. Purtroppo l’esperienza ludica nel suo complesso viene azzoppata dalla banalità degli enigmi e da un ritmo di gioco a tratti soporifero. Siamo dunque di fronte a un’avventura grafica punta e clicca dall’indubbio valore artistico, che tuttavia avrebbe giovato di un gameplay legato in maniera decisamente più organica alla narrazione.
Configurazione utilizzata: Intel i5 3,5GHz, 8 GB RAM, Nvidia GeForce GTX 970
Com’è, come gira: Visti i bassi requisiti e avendolo provato anche su un hardware ben più modesto rispetto a quello principale, si può dire che il gioco sia in grado di girare senza problemi su pressoché tutte le configurazioni moderne.
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