Metamorphosis – Recensione

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A Gregor tocca l’ingrato compito di salvare il suo amico Josef, stretto fra le morse di un sistema giudiziario infelicemente burocratizzato

Così come nel romanzo, Gregor non ama la sua condizione e desidera ardentemente tornare alla sua vecchia natura. Se, però, nell’opera letteraria non è mai chiarito perché il protagonista sia diventato un insetto né, tanto meno, gli viene prospettata una chance per tornare umano, il gioco di Ovid Works prevede questa possibilità. Quasi immediatamente Gregor si imbatte in una misteriosa organizzazione chiamata “Tower”, l’unica a offrire un lavoro agli insetti – compresi quelli che una volta non lo erano – e a promettere il ritorno alla condizione umana come premio di produzione. Gregor, dunque, ha un duplice scopo: salvare Joseph dal suo destino e trovare la Torre per tornare a vedere il mondo dall’alto. Scoprirà, suo malgrado, che le due missioni sono molto più legate tra loro di quanto potesse sospettare.

PASSATEMI L’INSETTICIDA!

È bene specificare che il mondo di Metamorphosis è straniante. Di punto in bianco, ci troviamo a muoverci in un ambiente umano dove gli oggetti più piccoli e comuni diventano giganteschi ostacoli da superare, affrontando ogni movimento con una stretta visuale in prima persona.

metamorphosis recensione

Alla fine la società degli insetti non è tanto diversa da quella umana…

Il mondo immaginato da Ovid Works è sorprendente, fantasioso, intrigante, ricco di colore e di sorprese, sebbene sia chiaramente un gioco indie

Per me, che soffro di motion sickness (il famigerato “Mal di Doom”), è stata una vera sofferenza: non saprei dirvi con esattezza quanto tempo ci voglia per terminare il gioco, perché ho potuto affrontarlo solo per un’ora alla volta, prima che sorgessero nausea e mal di testa. Posso, però, darvi qualche consiglio pratico se l’avventura v’intriga e condividete la mia “patologia”: alzate la gamma – e di conseguenza la luminosità – della grafica, disattivate il motion blur e i movimenti fluidi della telecamera. Queste tre operazioni basteranno a prolungare la durata delle vostre sessioni di fronte allo schermo. Comunque, è valsa la pena soffrire: Metamorphosis non è l’avventura dinamica più complessa che esista, anzi, di fatto è un breve platform game con qualche semplice enigma piazzato qui e lì. Ma il mondo immaginato da Ovid Works è sorprendente, fantasioso, intrigante, ricco di colore e di sorprese, sebbene una certa povertà nei modelli 3D e nelle texture tradisca la natura indipendente del progetto.

In Breve: Non è facile misurarsi con un classico come La Metamorfosi, ma Ovid Works ha accettato la sfida con grande rispetto per Kafka, scrivendo un capitolo originale e inedito delle disavventure di Gregor Samsa. Non è dunque una fedele trasposizione, ma un sentito omaggio. Certo, il gioco ha i suoi limiti: è breve, talvolta ripetitivo e le texture sono quelle che sono, ma l’impatto è assicurato, la colonna sonora piacevole e il gameplay non delude affatto le aspettative. Un bel passatempo, con cui vivere un’avventura diversa dal solito. A patto che, ovviamente, abbiate uno stomaco abbastanza forte da reggere un mondo di insetti poco attraenti.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Ryzen 5 1600, 16 GB di RAM, GeForce GTX 980 Ti, HDD
Com’è, Come Gira: Destinato a dare problemi di motion sickness a chi ne soffre, il gioco si muove fluidamente con la configurazione di prova e si accontenta di una GTX 960, o equivalente, per funzionare correttamente.

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Pro

  • Ambientazione e sceneggiatura inusuali / Si possono mettere i sottotitoli in Italiano / Breve ma intenso

Contro

  • Location belle e dettagliate, ma poco rifinite / Si può soffrire facilmente di motion sickness
7.6

Buono

Diffidate delle imitazioni. Il vero prototipo di tecno-nerd ce l’abbiamo noi e si chiama Paolo Besser. La CBS vorrebbe darci un sacco di soldi per un suo cameo in un episodio di BIg Bang Theory, ma il nostro rifiuto è netto e deciso: dopotutto, sapete che figura barbina farebbe fare a Leonard e Sheldon?

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