In certi universi paralleli potrebbero essere passati quasi trent’anni, ma in altri è giusto ieri che due fratelli hanno fondato Cyan Studio e creato Myst, per lo stupore di centinaia, migliaia, milioni di videogiocatori.
Sviluppatore / Publisher: Cyan Worlds / Cyan Worlds Prezzo: 29,99€ Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: 7 Disponibile Su: Oculus Store Compatibile Con: Oculus Quest 2
Stati Uniti, 1993 (immaginatevi un narratore in stile Carlo Lucarelli, o se preferite Fabio de Luigi). Nel brullo stato di Washington, il libeccio imperversa dallo Ionio con violenza, ma all’interno di un casolare isolato, due fratelli, Rand e Roby (quest’ultimo chiamato dagli amici “La Mazza” per motivi apparentemente ignoti) sono al lavoro su un’opera che promette di sconvolgere le menti e gli orizzonti tecnologici del mondo intero.
Digitando sulle loro immacolate tastiere cibernetiche danno vita a un nuovo videogioco. Per alcuni, i suoi passaggi tra schermate statiche lo rendono niente più che una versione glorificata di una presentazione Powerpoint; per altri, invece, i mondi fantastici entro cui risolvere complessi enigmi lo elevano a stato di avventura definitiva e inarrivabile. Come chiamano questo gioco Rand e Roby “la Mazza”? Lo chiamano Myst. Paura, eh!?
ALMOST BLUE
Ma spostiamoci nell’anno 2000. No, scusate, non ce la faccio a fare tutto l’articolo così, un po’ perché provateci a voi a scrivere un pezzo intero in questo modo, e poi perché devo cercare di non piegarmi dal ridere ogni dieci secondi pensando a de Luigi e le sue geniali imitazioni, altrimenti non riesco a mettere insieme due frasi sensate una dietro l’altra. Quindi, dicevamo del Myst originale: fece davvero scalpore, al punto che periodicamente sono seguite versioni aggiornate che sfruttavano nuove tecnologie. Allo scoccare del nuovo millennio arrivò realMyst, cui fecero seguito diverse conversioni per console e poi realMyst: Masterpiece Edition nel 2014, costruito con il motore Unity. Adesso è sbarcata anche la versione VR su Oculus Quest 2, e come per tutti i casi precedenti si tratta di un’iterazione in cui le novità sono prettamente tecniche, mentre il gameplay non è cambiato di una virgola; c’è un’importante precisazione da fare, però, in merito all’introduzione di un generatore randomico di enigmi che rende l’avventura più fruibile ai veterani del gioco.
Prima ancora di parlare proprio dell’impianto ludico, fatemi tirare fuori un concetto fondamentale da tenere a mente per tutto quello che seguirà, nel bene e nel male: Myst è un titolo profondamente calato nel suo tempo. Negli anni ‘90 il concetto di tutorial era pressoché sconosciuto, come anche l’idea di un video walkthrough: al massimo si poteva trovare qualche guida testuale sulle riviste di riferimento, ma più spesso bisognava sperare che qualche amico avesse scoperto per vie traverse come risolvere quel puzzle particolarmente ostico. Il mercato non era inondato dalla quantità di videogiochi di adesso, e noi utenti avevamo una diversa predisposizione a passare giorni e giorni cercando di progredire a tentativi, provando a cliccare su ogni punto di interesse fino a quando si sbloccava qualcosa. Questa lunga premessa mi pare fondamentale per inquadrare il tipo di esperienza che ci offre Myst, fin dal suo incipit.
Continua nella prossima pagina…
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