Detective Gallo – Recensione

PC PS4 Switch

Quattro omicidi in una sola notte. Quattro essere viventi, rigogliosi e traboccanti di linfa vitale, spediti al creatore da una mano ignota. Brutta storia. Non abbastanza brutta, però, da scoraggiare il Detective Gallo. Soprattutto se di mezzo c’è un lauto anticipo, recapitato dall’affranto amante delle quattro vittime sotto forma di un portafoglio traboccante di bigliettoni verdi. Un evento raro, quanto un gallo antropomorfo in impermeabile giallo.

D’altra parte, al giorno d’oggi, un investigatore privato specializzato in avventure grafiche non è che possa fare troppo lo schizzinoso: il lavoro scarseggia e bisogna cogliere al volo le (poche) occasioni. Proprio come hanno fatto i ragazzi di Footprints Games, piccolo studio indie che è riuscito, oggi nel 2018, a portare su PC prima e su console poi un’avventura grafica tutta italiana, grazie prima al crowdfunding e poi al supporto alla pubblicazione da parte di MixedBag.

ALLE RADICI DEL GENERE

Fin dall’inizio, l’intricata indagine del Detective Gallo punta a richiamare le atmosfere delle classiche avventure targate LucasArts con un 2D cartoonesco e in alta definizione, come se The Curse of Monkey Island nel 1997 non avesse segnato il tramonto del genere, ma un nuovo inizio.detective gallo recensione

L’intricata indagine di Detective Gallo punta a richiamare le atmosfere delle classiche avventure LucasArts

Non solo interiorizzandone e replicandone le meccaniche, ma anche attraverso richiami piuttosto espliciti, dalla messa in scena caratterizzata da un’esagerazione prospettica che tende a deformare gli ambienti come in Day of the Tentacle, alle risposte ciniche e surreali di Gallo che non sfigurerebbe in pattuglia insieme a Sam & Max, per finire con la frequente rottura della quarta parete e le considerazioni del nostro protagonista sull’uso improprio degli oggetti nell’inventario. Sarebbe ingeneroso, però, ridurre l’impegno di Footprints a un ricalco del glorioso passato: gli sforzi del team italiano si sono concentrati nella creazione di un immaginario grafico “originale” con risultati più che buoni. Come evidente dalle foto distribuite per la pagina, anche in questo caso la fonte di ispirazione è palese, ovvero l’iconico stile dei paperi Disney all’italiana che ha fatto scuola nel mondo. Nel contesto di un’operazione che comunque racchiude in sé uno slancio nostalgico, il rimando a quel tratto che in molti giocatori over 30 ricorderà giorni piacevoli, in cui l’ozio abbondava, è una mossa furba ed efficace ma anche una scelta stilistica, che consente al Detective Gallo di acquisire una propria personalità in una manciata di frame e spiccare al semplice colpo d’occhio nel mare dell’offerta odierna.

Benché, ad essere onesti, le scenografie di Detective Gallo si apprezzino più da ferme che in movimento a causa di qualche semplificazione eccessiva nelle animazioni dovuta, immagino, a un budget contenuto. La figura di Gallo, in particolare, non subisce alcuna modifica prospettica quando sale una scala o si allontana verso lo sfondo, mentre il finto lip sync dei becchi è straniante, ma più che giustificabile, considerando che il gioco permette di impostare il doppiaggio sia in inglese che in italiano, offrendo una doppia alternativa di alta qualità.

Maggiore perplessità suscitano, invece, le incertezze tecniche nella versione Switch, col cambio di scenario che richiede diversi secondi di schermo nero, non il massimo considerata la frequenza con cui è necessario sposarsi da una parte all’altra della cittadina.

UNA LOGICA DA POLLI

Come prevedibile da quanto detto finora, l’indagine di Gallo si muove tra la ricerca di oggetti nello scenario, la combinazione di quelli in inventario e strambi dialoghi con gli azzeccati comprimari. Il punto forte è una struttura narrativa solida e accattivante.detective gallo recensione

Il punto forte di questa produzione nostrana è la struttura narrativa solida e accattivante

La trama è abbastanza stramba da acchiappare fin da subito. Le quattro vittime del preambolo sono le piante dell’eccentrico Phil Cloro, milionario disposto a coprire di denaro l’unico detective privato in città per scoprire che abbia fatto male alle sue adorate compagne vegetali. La cittadina pullula di personaggi strambi. Come Candy Bop, la papera che vende dolci di fianco allo studio del nostro detective, di cui è perdutamente innamorata, o il bullo-poppante che saprà riciclarsi da gangster ad agente immobiliare. Supportato da una durata non eccessiva, il racconto riesce a mantenersi quasi sempre su un buon ritmo, senza far mancare ribaltamenti e colpi di scena. Quando sembra di essere a un passo dalla risoluzione del mistero, una nuova scoperta rimette tutto in discussione. Pur senza una suddivisione vera e propria in capitoli, le fasi dell’indagine sono scandite abbastanza nettamente da scoperte che ribaltano la prospettiva sull’efferato crimine e aprono nuove prospettive. I

l limite più evidente, tuttavia, è rappresentato dal ridotto numero di stage che costringe a ripassare di frequente dagli stessi luoghi, tamponato nella seconda metà dell’avventura dall’introduzione di qualche nuova location. Il fulcro di ogni avventura grafica tuttavia si trova nei suoi enigmi e nella logica che li sorregge, e in quest’ottica Detective Gallo se la cava piuttosto egregiamente. Footprints non reinventa la ruota, ma dimostra di aver studiato bene la formula magica dei bei tempi e di saperla replicare con risultati incoraggianti. In un gioco come questo che vuole muoversi a cavallo tra il noir e il comedy, la coerenza narrativa degli enigmi e delle loro risoluzioni è fondamentale.detective gallo recensione

Dietro Footprints si celano due ragazzi al loro primo gioco, e qualche limite nella realizzazione è comprensibile

Proprio sul piano della coesione tra puzzle e racconto, Detective Gallo è un gioco che ne sbaglia poche: quasi tutti i puzzle si possono risolvere facendo ricorso alla logica, solo che a volte è necessaria quella ordinaria altre quella più sgangherata del gioco, ma in queste ultime situazioni l’indizio che consente di arrivarci è spesso in bella vista. Qualora non lo sia, però, si può ricorrere ai diversi sistemi di aiuto interni, come il senso di gallo che evidenzia gli oggetti interagibili o la telefonata al misterioso informatore. Arrivano comunque i momenti di potenziale blocco, per la precisione due nella mia partita: in entrambi i casi, dopo aver risolto un enigma, il gioco si è rivelato poco chiaro nell’indicarmi la mossa successiva e a quel punto non mi è rimasto che provare un po’ tutto, come l’esperienza insegna. La situazione si è risolta ripetendo un’azione o un dialogo già svolto in precedenza, che tuttavia questa volta ha dato un risultato diverso.

Non è necessariamente un approccio sbagliato, ma bisogna entrare nell’ottica che a volte può non essere il momento giusto per la risoluzione di un rompicapo, pur disponendo di tutti gli oggetti e tentando la soluzione sulla carta corretta. L’errore degli sviluppatori è forse quello di non chiarire al giocatore nelle fasi iniziali tutte le regole a cui il gioco si rifarà successivamente, lasciando nelle sue mani l’onere della scoperta. Dietro Footprints, ad ogni modo, si celano due ragazzi al loro primo gioco. Direi che qualche pecca di inesperienza, visto il risultato più che piacevole nel complesso, si possa tranquillamente concedere.

Detective Gallo è un’avventura grafica che non si fa scrupoli a sfoggiare le sue evidenti fonti di ispirazione come motivi d’orgoglio. Le meccaniche sono quelle classiche, della raccolta di oggetti alla loro combinazione, sorrette da una logica interna che riesce a mantenere un buon grado di coerenza. Lo stile grafico è debitore di quello dei paperi disneyani, ma riesce ugualmente a esprimere una propria personalità e originalità. Al netto di qualche incertezza, tecnica e di concatenazione dei puzzle, Detective Gallo può essere considerata una buona opera d’esordio per Footprints che lascia intravedere interessanti prospettive future.

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Pro

  • Trama divertente e buon ritmo.
  • La logica interna regge.
  • Personaggi azzeccati.

Contro

  • Qualche pecca di inesperienza.
  • Caricamenti lunghetti e frequenti.
7.5

Buono

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