Outriders – Recensione

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LA POSSIBILITÀ DI AUMENTARE IL LIVELLO DEL NOSTRO EQUIPAGGIAMENTO PERMETTE DI CONSERVARE A LUNGO ARMI PREDILETTE E DI NON SOTTOSTARE ALLA TIRANNIA DELL’RNG

Quest’ultima scelta in particolare la trovo azzeccatissima. Quante volte, giocando a Borderlands, avete trovato un’arma potente, efficace e che vi piaceva proprio ma vi siete visti costretti ad abbandonarla dopo pochi livelli perché non più all’altezza dei nemici? Così non succederà in Outriders: tutte le armi possono essere potenziate di livello e, a differenza di Destiny (anche se non sono aggiornato alle ultime espansioni), la risorsa che permette di farlo è relativamente facile da ottenere, almeno una volta giunti all’endgame.

LOTTA DI CLASSE

Ma non ho ancora parlato delle classi, accidenti. In Outriders, sono quattro le classi giocabili: Distruttore, Piromante, Tecnomante e Mistificatore, rispettivamente assegnati a terra, fuoco, gelo ed elettro. Ciascuna di esse ha ovviamente le sue abilità, ma una delle parti di cui più va tenuto conto quando scegliamo la classe è il meccanismo di cura. Il gioco di People Can Fly, infatti, non prevede medikit e nascondervi dietro un muretto rigenererà solo una percentuale della vostra barra della vita. Il modo principale per curarvi è fare danni ai nemici: il Distruttore e il Mistificatore si cureranno uccidendo nemici a corto raggio, il Piromante uccidendo nemici colpiti dalle sue abilità e il Tecnomante in base ai danni inflitti ai nemici.

outriders recensione

Al di là del bizzarro nome italiano, il problema di questi nemici è che li troveremo identici dall’inizio alla fine.

IL MECCANISMO DI CURA INCENTIVA IL DARSI DA FARE IN BATTAGLIA, E SA RENDERE GLI SCONTRI INCREDIBILMENTE ESALTANTI

Questo meccanismo crea un interessante bilanciamento per cui veniamo spinti a trovarci sempre in combattimento, piuttosto che nasconderci dietro un pilastro a riprendere fiato. Giocando con il Distruttore, quando questo bilanciamento funziona il gioco è esaltante come pochi sanno esserlo: sempre in mezzo alla mischia, assorbendo quantità assurde di danni e curandosi continuamente, causando onde d’urto telluriche utili per calmare i bollenti spiriti dei nemici più intraprendenti e, all’occasione, smaterializzandosi per andare a schiantarsi con indomabile furia contro un nemico convinto che stare nascosto dietro a un muretto possa metterlo al riparo dai miei colpi.

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Il tipo di faccia che solo una madre potrebbe amare. Noi per fortuna non siamo legati da rapporti di parentela!

Questo bilanciamento però è anche delicato, e spesso a un passo dal rompersi: perché se per forza di cose ci troviamo contro un nemico (o nemici) troppo coriaceo per essere eliminato in fretta e che fa più danni di quelli che riusciamo a rigenerare, allora la bilancia inizierà rapidamente a pendere contro di noi. E questo nella campagna mi è successo più volte, in particolare contro i boss da metà gioco in poi, per i quali non mi vergogno mimamente di dire che ho abbassato il World Level a 1 (praticamente la difficoltà “Storia”) giusto per levarmeli dalle scatole prima possibile, anche perché tanto non è che fossero combattimenti particolarmente interessanti. Sotto questo aspetto, Outriders ha ancora da imparare.

Continua nella prossima pagina…

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Pro

  • Gameplay loop coinvolgente / Loot system ben pensato / Quattro classi con abilità belle gagliarde.

Contro

  • Lento a carburare / Varietà dei nemici deludente / Audio e animazioni non sempre all’altezza.
8.2

Più che buono

Dai monti del Trentino scende Marco Bortoluzzi – figurativamente, s'intende, perché per smuoverlo dal suo paese servono le cannonate. Non chiedetegli mai perché ha giocato così tanto a Dota 2.

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