Peaky Blinders: Mastermind – Recensione

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Ogni livello si trasforma in un unico, grande rompicapo la cui soluzione è una, e una soltanto

Ne consegue che diventa davvero difficile comprendere le dinamiche alla base delle lotte di potere nella Birmingham degli inizi del Novecento se si vuole sfruttare l’uscita di Mastermind per avvicinarsi per la prima volta a Peaky Blinders. Conviene invece recuperare perlomeno la prima stagione della serie TV prima di far partire il gioco.

ENIGMI A TEMPO

In apertura ho accennato al fatto che Mastermind fosse un puzzle game decisamente anomalo. In che modo? In tutti e dieci i livelli ci viene richiesto di controllare una parte o tutti i membri della famiglia Shelby per portare a termine una serie di compiti, spesso oltre i confini della legalità. Si va dal furto di una partita di champagne al recupero di importanti documenti, fino ad arrivare addirittura a far evadere di prigione un affiliato ai Peaky Blinders. Per arrivare alla fine di un livello bisogna selezionare un personaggio, ognuno dotato di abilità e capacità specifiche, farlo interagire con i vari elementi dello scenario e infine riavvolgere il tempo. Dopodiché si passa a un secondo membro della famiglia e si fa in modo che le sue azioni vadano a incrociarsi con quelle del personaggio precedente. Poi si riavvolge di nuovo il tempo e si prosegue con un terzo elemento della famiglia Shelby, poi eventualmente con un quarto, un quinto e così via.

Peaky Blinders Mastermind recensione 01

Non poteva mancare il Garrison, l’iconico pub dove i Peaky Blinders vanno a svagarsi a fine giornata.

Tra un passaggio e l’altro, ogni movimento viene registrato affinché quelle azioni possano tutte svolgersi in contemporanea, dando forma a un elaboratissimo piano criminale. Ogni livello si trasforma così in un unico, grande rompicapo la cui soluzione è una, e una soltanto. Non vi è alcuno spazio per l’improvvisazione: tutto deve svolgersi esattamente come previsto dagli sviluppatori. Questo è probabilmente il limite più grande di Peaky Blinders: Mastermind dal momento che un simile impianto ludico si sarebbe prestato alla grande a una struttura ben più aperta. Invece ci si ritrova a ricercare quell’unica soluzione per poi tentare di mettere in atto il piano criminale nel minor tempo possibile, in modo tale da ottenere una valutazione più elevata alla fine di ogni livello e sbloccare le medaglie d’oro, argento o bronzo.

Peaky Blinders Mastermind recensione 02

Nel gioco sono presenti anche alcuni personaggi ricorrenti della serie televisiva.

A completare il quadro ci pensa la scarsissima longevità del titolo targato FuturLab. Per raggiungere i titoli di coda bastano due o tre ore, circa cinque in caso vogliate ottenere la valutazione massima in ogni livello e completare il gioco al cento percento, un’impresa tutt’altro che difficile. Naturalmente, data la presenza di soluzioni univoche ai vari enigmi, il fattore rigiocabilità è pressoché nullo. I dieci scenari sono tutto sommato ben fatti, ma solamente gli ultimi due valorizzano al meglio la formula ideata dal team britannico permettendo al giocatore di controllare contemporaneamente tutti e sei i membri della famiglia Shelby, da Tommy ad Arthur, passando dai più giovani John e Finn, senza dimenticare Ada e la zia Polly. È dunque un peccato che finisca proprio sul più bello, quando ormai il Peaky Blinders: Mastermind aveva iniziato a mettere tutti gli strumenti nelle mani del giocatore.

In breve: Mastermind è un videogioco adatto soprattutto ai fan di Peaky Blinders, ma viene davvero difficile consigliarlo a chi non ha mai visto nemmeno un episodio della serie TV britannica. Sebbene si tratti di fatto di un prequel, gli sviluppatori danno per scontati troppi elementi noti solamente agli appassionati del serial televisivo. Sul versante ludico, questo puzzle game si basa su una formula di gioco davvero intrigante che però non viene sfruttata a dovere: il gioco, infatti, finisce proprio quando inizia a mostrare davvero tutte le sue potenzialità.

Configurazione utilizzata: Ryzen 5 3600X, 16 GB RAM, GeForce RTX 2070 Super, SSD
Com’è, come gira: Il frame rate è inspiegabilmente bloccato a 30fps, a prescindere dalle impostazioni grafiche utilizzate. Inoltre si nota qualche problema di stuttering e di frame pacing instabile. Da segnalare anche alcuni crash improvvisi.

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Pro

  • Formula di gioco innovativa.
  • Trama di buona qualità.
  • Per i fan di Peaky Blinders...

Contro

  • Finisce proprio sul più bello.
  • Qualche problemino tecnico.
  • ...difficile consigliarlo a chi non ha mai visto la serie.
7.7

Buono

Le leggende narrano che a Potenza ci sia un antro dentro al quale vive una misteriosa creatura chiamata Alteridan. In realtà è solo il nostro Daniele, che alterna stati diurni di brillantezza ad altri notturni dove i suoi amici non hanno ancora capito che non conviene fargli assumere troppo alcol.

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