Roccat Burst Pro & Vulcan Pro – Recensione

VULCAN PRO

Il mercato delle tastiere da gioco è letteralmente esploso negli ultimi anni e, grazie al rifiorire di nuove tecnologie e di un gran numero di aziende concorrenti, le grigie tastiere lamellari degli anni ‘90 sono soltanto un bruttissimo ricordo. Basta guardare qualsiasi negozio on line per trovare tastiere meccaniche adatte a ogni esigenza, ludica ed economica, ma ormai è sempre più chiaro che per meritare l’interesse dei nuovi utenti, i microswitch con illuminazione RGB non bastano più.

Roccat Vulcan Pro recensione

Roccat ha quindi deciso di spostare l’attenzione su una tecnologia nascente, quella degli switch optomeccanici, proponendo una versione della sua bellissima tastiera Vulcan basata interamente su di essa.

SWITCH DA TITANI

Li abbiamo visti velocemente nel corso della recensione del mouse Burst Pro, ma i tasti usati da Roccat anche nella tastiera Vulcan Pro meritano certamente un approfondimento. Di base, non sembrano tanto diversi dai comuni tasti meccanici: c’è una molla che li spinge verso l’alto e oppone resistenza alla pressione, un perno centrale che scende e un contatto elettrico con la piastra della tastiera.

Quello che cambia è l’anima, il sistema con cui viene rilevata la pressione: al posto del classico interruttore meccanico che fa “clic” chiudendo un circuito elettrico, c’è una fotocellula che continua a rilevare un segnale a raggi infrarossi. Scendendo, il perno interrompe il flusso di fotoni, obbligando la medesima a inviare un segnale a una CPU dedicata, un processore ARM Cortex M0 a 32 bit. La percezione della luce è 40 volte più rapida dell’interruzione meccanica di un circuito e, questo, in linea strettamente teorica, rende l’uso di questi tasti ampiamente preferibile ai microswitch, visto che annullano perfino l’impercettibile latenza nei controlli provocata dai tasti meccanici. Il problema, almeno dal mio personalissimo punto di vista, è che queste latenze sono per l’appunto impercettibili, infinitesimali, nell’ordine dei microsecondi: del tutto ininfluenti sulle mille variabili che possono portare un gioco a “laggare”, vuoi perché la CPU in quel momento era impegnata a fare altro, vuoi perché la GPU non era pronta con quel fotogramma pieno di triangoli, vuoi perché stiamo giocando in streaming e… beh, se c’è una rete di mezzo possiamo farci ben poco. Quindi sì, i tasti optomeccanici indubbiamente aiutano ma… servono davvero?

BELLA E DUREVOLE

Per rispondere a questa domanda, forse è meglio considerare un altro fattore: la durata. Il sistema usato dagli switch Titan riduce la complessità meccanica dei pulsanti e, stando alle dichiarazioni di Roccat, permette loro di funzionare senza problemi per almeno 100 milioni di battute. Capita spesso di recensire tastiere meccaniche garantite per venti, trenta o quaranta milioni di clic, ma cento milioni significa che questa tastiera potrebbe durare dalle due alle cinque volte tanto.

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