ASUS ROG Delta S – Recensione

Spirito da audiofilo e muscoli da gamer. È indubbiamente questo il connubio scelto da ASUS per le sue nuove cuffie ROG Delta S con supporto alla tecnologia MQA.

ROG Delta S Recensione

Il mercato delle cuffie da gamer non potrebbe essere maggiormente in fermento, anche a causa della pandemia di Covid-19: poiché siamo costretti a passare in casa molto più tempo di prima, dobbiamo rispettare la prima delle regole d’oro di ogni sana, prolungata convivenza, arrecare il minor disturbo possibile agli altri. Sono dunque caduti tacitamente in disuso i grossi sistemi di diffusione a 6 o a 8 casse, meravigliosi per le full immersion di gioco in solitaria ma assolutamente dannosi se qualcun altro, nella stanza accanto, sta cercando di concentrarsi sul lavoro. E mentre le casse sono lì a raccogliere la polvere in attesa di tempi migliori, tutti noi ci siamo dovuti abituare all’uso delle cuffie, capaci di immergerci negli scenari di gioco o di rievocare i prati dei concerti, senza nocumento per gli altri. Certo, per le imprecazioni lanciate durante le battaglie più concitate non sono sufficienti, ma nessuno è perfetto.

LA CONCORRENZA AGUZZA L’INGEGNO

I produttori di dispositivi audio e di periferiche da gioco non si sono fatti cogliere impreparati, accettando la sfida di buon grado. Il settore delle cuffie da gaming è esploso, con una tempesta infinita di prodotti dalle caratteristiche tecniche sempre più estreme e originali, giacché proporre un semplice paio di cuffie con tre led colorati ovviamente non basta più. In questi mesi ne abbiamo viste di tutti i colori, ma all’appello mancava ancora un modello con certificazione MQA, Master Quality Authenticated, una tecnologia di compressione audio di recente diffusione finalizzata a produrre audio di qualità ‘da studio’ su dispositivi domestici, pensati per lo streaming.

Una cosa da audiofili, insomma, più che da gamer, ma dato che questi due insiemi di consumatori dovranno pur avere un’intersezione da qualche parte, ASUS ha deciso di puntare i fari proprio lì, proponendo le ROG Delta S a questa nicchia ben precisa, per altro a un prezzo relativamente appetibile: 210 euro, poco al di sopra della fascia mainstream “di buona qualità” (120-150 euro), ma anche sensibilmente meno dei tipici prodotti top-di-gamma per audiofili senza compromessi (dai 250 euro in su, ma anche 500 e oltre). Riuscirà a vincere la scommessa?

UNA QUALITÀ DA RISCOPRIRE

Per capire meglio la caratteristica principale di queste cuffie – o, per meglio dire, ciò che le differenzia dalle già ottime ROG Delta dell’anno scorso – è il caso di spendere due parole sulla digitalizzazione dell’audio. Dovete infatti sapere, cari i miei giovanotti freschi di nuovo millennio, che noi brontosauri nati negli anni Settanta del secolo scorso eravamo abituati molto meglio di voi: non solo la musica era oggettivamente migliore (perché i musicisti della nostra epoca suonavano gli strumenti madidi di sudore, i cantanti spingevano per l’ugola tutta l’aria concessa dal diaframma e cercavano di non stonare. Non si limitavano a dire tre cazzate a tempo, contando sulle magie del vocoder), ma i supporti con cui la ascoltavamo erano analogici, esattamente come il suono registrato sopra.

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