Xiaomi, proprietaria del brand Poco, ci ha mandato a breve distanza due smartphone da provare e, benché non sia nostra abitudine recensire telefoni cellulari, ci è sembrato doveroso parlare del Poco M3 Pro e X3 Pro.
Entrambi i modelli hanno uno schermo di grandi dimensioni (sui 6,5”) con una risoluzione extended full HD da 1080×2400 pixel, frequenza di refresh maggiore di 60 Hz, 128 GB di storage e sistema operativo Android 11 con interfaccia MIUI 12. I due device si rivolgono sostanzialmente allo stesso tipo di pubblico, cioè chi vorrebbe avere in tasca un telefono con caratteristiche ‘premium’ spendendo relativamente poco, ed entrambi i prodotti si trovano facilmente intorno ai 200 euro. Cercheremo quindi di aiutarvi a scegliere tra i due, mettendo bene in evidenza cosa li distingue, e per quali ragioni uno dei due potrebbe essere il vostro telefono ideale.
MODERNITÀ A BASSO PREZZO
Due cose spiccano subito del Poco M3 Pro: la connettività 5G e l’impiego di un processore nuovo di zecca, il Mediatek Dimensity 700 MT6833. Costruito con un processo produttivo di 7 nm, questo SoC dispone di 8 core diversificati: due ARM Cortex A76 da 2,2 GHz e sei Cortex A55 da 2 GHz, mentre il set di istruzioni supportato è l’ARM v8.2A. La GPU integrata è una Mali G57 MC2, capace di produrre tra i 30 e i 40 fps a PUBG Mobile, ma in genere poco attraente per un videogiocatore e piuttosto bistrattata anche dai benchmark sintetici. Di sicuro un telefono come questo potrebbe soddisfare maggiormente un casual gamer senza troppe pretese, visto che la pressoché totalità dei giochi 2D funziona senza problemi, compresi naturalmente gli emulatori delle piattaforme del passato. Ma se è un telefono capace di macinare fps nei giochi in 3D quello che state cercando, forse è il caso di guardare altrove.
Alla GPU è abbinato uno schermo IPS da 6,5 pollici con frequenza di aggiornamento massima di 90 Hz, da attivare manualmente entrando nel pannello delle impostazioni. L’altro parametro da ritoccare immediatamente è l’illuminazione automatica del display: forse, per contribuire al risparmio energetico, la valutazione effettuata dall’hardware è sempre troppo ottimista e, così, ci ritroviamo con il pannello perennemente troppo scuro per le circostanze, in casa come all’esterno, e sotto il sole non si riesce mai a leggere nulla. Molto meglio stabilire a mano quanto illuminare lo schermo. Il punto del bianco è particolarmente freddo e abbagliante, il contrasto con le scritte in nero non è netto al massimo della luminosità e, per riposare la vista, si può attivare una modalità lettura che aggiunge un tono giallastro piuttosto innaturale.
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