DOPO AVER PARLATO DEGLI UTENTI CASALINGHI, È GIUNTO IL MOMENTO DI PROVARE LE CAPACITÀ DI LOCKERSTOR IN AMBITO LAVORATIVO
Questo mi ha permesso di constatare che il NAS permette di tagliare LUN in thin provisioning (che si allargano a mano a mano che il loro spazio viene effettivamente riempito) di dimensioni esagerate, anche oltre i 40 Terabyte, indipendentemente dalla capienza dei drive montati sul sistema. Questo ci permette, eventualmente, di sostituire i dischi quando sono vicini alla saturazione (ma solo se li abbiamo associati come RAID 1) con altri più grossi, ma forse sarebbe stato meglio che il dispositivo ci avvertisse in qualche maniera (“ehi, stai creando una partizione logica più grossa dello spazio a disposizione. Sei sicuro?” – beh, non ce lo chiede). Probabilmente la cosa è dovuta al fatto che il software è comune a tutti i modelli di LockerStor, anche a quelli con 4 e 8 dischi, ma sarebbe stato un avviso utile. Una volta creata la LUN e stabilito un target (cioè un indirizzo univoco per l’unità appena creata), è stato poi un gioco da ragazzi associarlo ai due host ESXi e crearci sopra un datastore. Ma non è l’unico modo in cui lo possiamo fare.
IL LOCKERSTOR 2 MI HA DATO QUALCHE PREOCCUPAZIONE NELLA GESTIONE DELLA SICUREZZA, PER FORTUNA RISOLVIBILI TRAMITE PERMESSI ED ESCLUSIONI
In tutta sincerità, la cosa mi desta più di una preoccupazione sulla sicurezza: chiunque, dotato di credenziali di accesso al NAS, potrebbe benissimo accedere ai contenuti delle virtual machine. L’accesso puntuale tramite IP avrebbe limitato il problema. Il LockerStor 2 in ogni caso permette di creare utenti con permessi specifici e di impostare esclusioni, per cui con un’attenta gestione delle grant è possibile nascondere i percorsi sensibili da occhi indiscreti. Non dimentichiamo, poi, che la possibilità di gestire LUN tramite il protocollo iSCSI consente di creare partizioni di rete e datastore altrimenti inaccessibili, e di associarli unicamente ai computer che le devono vedere. In ogni caso, tornando a bomba alla mia mini-infrastruttura vSphere, alla fine sono riuscito a mettere i due host (per quanto virtuali e non fisici) in cluster tra loro, fargli condividere i due datastore (iSCSI e NFS) e spostare le VM dall’uno all’altro tramite vMotion. Insomma, indipendentemente da alcune bizze del software di gestione, che può sempre migliorare, ho avuto la prova che questo NAS può essere effettivamente usato anche come storage per questo genere di necessità, nonostante il basso numero di dischi, consentendo alle piccole aziende di creare un ambiente virtuale “minimo” con due host fisici, un LockerStor 2 AS6602T e le poche macchine virtuali necessarie. Ovviamente, serviranno le apposite licenze.