Asustor LockerStor 2 AS6602T – Recensione

DOPO AVER PARLATO DEGLI UTENTI CASALINGHI, È GIUNTO IL MOMENTO DI PROVARE LE CAPACITÀ DI LOCKERSTOR IN AMBITO LAVORATIVO

Tramite l’interfaccia di management ho abilitato il protocollo iSCSI su entrambi gli “host” e poi ho creato due datastore diversi, uno basato su una LUN tagliata sul volume 2 (SSD) del LockerStor 2 AS6602T e un altro basato invece sul protocollo NFS (che va abilitato tramite il service center del NAS).

Questo mi ha permesso di constatare che il NAS permette di tagliare LUN in thin provisioning (che si allargano a mano a mano che il loro spazio viene effettivamente riempito) di dimensioni esagerate, anche oltre i 40 Terabyte, indipendentemente dalla capienza dei drive montati sul sistema. Questo ci permette, eventualmente, di sostituire i dischi quando sono vicini alla saturazione (ma solo se li abbiamo associati come RAID 1) con altri più grossi, ma forse sarebbe stato meglio che il dispositivo ci avvertisse in qualche maniera (“ehi, stai creando una partizione logica più grossa dello spazio a disposizione. Sei sicuro?” – beh, non ce lo chiede). Probabilmente la cosa è dovuta al fatto che il software è comune a tutti i modelli di LockerStor, anche a quelli con 4 e 8 dischi, ma sarebbe stato un avviso utile. Una volta creata la LUN e stabilito un target (cioè un indirizzo univoco per l’unità appena creata), è stato poi un gioco da ragazzi associarlo ai due host ESXi e crearci sopra un datastore. Ma non è l’unico modo in cui lo possiamo fare.

IL LOCKERSTOR 2 MI HA DATO QUALCHE PREOCCUPAZIONE NELLA GESTIONE DELLA SICUREZZA, PER FORTUNA RISOLVIBILI TRAMITE PERMESSI ED ESCLUSIONI

Se abilitiamo il servizio NFS, possiamo legare una cartella condivisa agli host VMware come se fosse un datastore. In questo caso il NAS LockerStor 2 mi ha dato qualche pensiero: la sua interfaccia permette di associare a una cartella NFS uno o più client e dare i classici permessi di lettura e scrittura, con o senza autenticazione. Ma per quanto insistessi a inserire gli IP dei due host ESXi nell’elenco dei possibili client, non c’è stato verso di montare il nuovo datastore NFS, né con la versione 3, né con la 4 del protocollo. Alla fine, ho scoperto che l’unico modo per risolvere il problema era usare l’asterisco al posto degli IP e dare accesso a tutti i computer della rete locale. Fatto ciò, i due host ESXi hanno montato la cartella come datastore senza più protestare.

Asus lockerstor 2 recensione

In tutta sincerità, la cosa mi desta più di una preoccupazione sulla sicurezza: chiunque, dotato di credenziali di accesso al NAS, potrebbe benissimo accedere ai contenuti delle virtual machine. L’accesso puntuale tramite IP avrebbe limitato il problema. Il LockerStor 2 in ogni caso permette di creare utenti con permessi specifici e di impostare esclusioni, per cui con un’attenta gestione delle grant è possibile nascondere i percorsi sensibili da occhi indiscreti. Non dimentichiamo, poi, che la possibilità di gestire LUN tramite il protocollo iSCSI consente di creare partizioni di rete e datastore altrimenti inaccessibili, e di associarli unicamente ai computer che le devono vedere. In ogni caso, tornando a bomba alla mia mini-infrastruttura vSphere, alla fine sono riuscito a mettere i due host (per quanto virtuali e non fisici) in cluster tra loro, fargli condividere i due datastore (iSCSI e NFS) e spostare le VM dall’uno all’altro tramite vMotion. Insomma, indipendentemente da alcune bizze del software di gestione, che può sempre migliorare, ho avuto la prova che questo NAS può essere effettivamente usato anche come storage per questo genere di necessità, nonostante il basso numero di dischi, consentendo alle piccole aziende di creare un ambiente virtuale “minimo” con due host fisici, un LockerStor 2 AS6602T e le poche macchine virtuali necessarie. Ovviamente, serviranno le apposite licenze.

Voto: 8.5

Torna alla prima pagina…

Articolo precedente
The Great Ace Attorney Chronicles anteprima

The Great Ace Attorney Chronicles – Anteprima

Articolo successivo
elettroludica reportage

Elettroludica di Avezzano: meglio del Taito Hey, ma senza prendere l’aereo

Condividi con gli amici










Inviare

Password dimenticata