Logitech Astro Gaming A10 – Recensione

Da Logitech ecco arrivare le cuffie Astro Gaming A10, un modello base compatibile con tutte le piattaforme da gioco dotate di una normale uscita stereo.

logitech astro gaming a10

Quando si tratta di cuffie da gaming non c’è mai limite alla fantasia dei produttori: ognuno cerca di dotare i propri apparati di caratteristiche uniche e di tecnologie avveniristiche anche se poi, alla fin fine, poche di esse sono effettivamente utilizzate. Con il suo modello A10, Logitech punta invece sul design, sui materiali e sulla comodità d’uso, proponendo un paio di cuffie stereofoniche dotate di un microfono e di un normalissimo jack da 3,5 mm. In questo modo possiamo collegarle a qualsiasi cosa abbia un’uscita per le cuffie: dal PC portatile alla PS5, dalla Switch al cellulare, passando per un’infinità di dispositivi di ogni genere e specie.

RETRO MODERNO

La prima cosa che colpisce delle Logitech Astro Gaming A10 è il loro aspetto. I padiglioni rettangolari con gli angoli smussati conferiscono loro un gusto per la modernità che sembra appartenere al passato, riportandoci in qualche modo agli anni ‘60 e ‘70 del secolo scorso – quando il trionfo delle plastiche dure incoraggiava la creazione di elettrodomestici dagli chassis “avveniristici”, estremamente ricercati – mentre la scelta di un set di colori pastello ci riporta velocemente ai giorni nostri.

I padiglioni sono collegati all’archetto per mezzo di un cursore a binario, si possono quindi alzare o abbassare lasciando all’attrito e alla forza di ritenzione di un anello il compito di bloccare i primi in posizione. Un sistema semplice, efficace e gradevole alla vista che, però, temiamo possa allentarsi con il tempo. L’archetto è costituito da una singola fascia in plastica molto flessibile, capace di resistere con determinazione alla torsione, e si appoggia al capo con un generoso cuscinetto in gomma piuma rivestita, riprendendo lo stesso stile dei padiglioni. Sul lato sinistro troviamo un microfono unidirezionale che si può escludere semplicemente alzando la sua asticella che, una volta in posizione, può essere manipolata a piacimento. In questo modo possiamo essere certi di orientare il microfono verso la bocca senza che l’asticella ci dia fastidio in qualche modo. Tutto questo pesa solo 249 grammi, risultando leggero e molto comodo da indossare.

ALCUNE PICCOLE INGENUITÀ

Non tutte le buone idee si rivelano sempre utili. Abbiamo molto apprezzato il fatto che il lato dei due padiglioni (L/R) sia indicato anche in Braille, ma è un accorgimento reso quasi del tutto superfluo dalla più rilevante presenza del microfono, che va a sinistra e non può essere rimosso, per cui al tatto basta questo per indossare le cuffie correttamente. È allo stesso padiglione che va allacciato il cavo di collegamento, per mezzo di un jack da 3,5 mm, facendo molta attenzione a spingerlo correttamente fino in fondo prima dell’uso: mi è capitato più volte, infatti, di non inserirlo completamente e di ritrovarmi col microfono scollegato. Sul cavo non ci sono particolari indicazioni in merito al lato “giusto” da usare, ma a 25 cm da una delle due estremità “penzola” un piccolo telecomando con una rotella per il volume: è chiaramente questo il lato da collegare alla cuffia, mentre lo spinotto all’altra estremità del cavo va collegata al computer, alla console, o a qualunque sorgente compatibile. Sui padiglioni non sono previsti bottoni, LED o comandi di alcun genere.

QUALITÀ DELL’AUDIO

Se su peso ed ergonomia ci sono ben poche questioni da sollevare, vale invece la pena spendere due parole sulla qualità del suono. I due altoparlanti da 40 mm al neodimio sono leggermente più piccoli degli ormai consolidati modelli da 50 mm di diametro, ma riescono a coprire in modo quasi soddisfacente tutto il range di frequenze da 20 a 20.000 Hz udibile dall’orecchio umano. L’enfasi è chiaramente spostata sui bassi, che risultano predominanti durante l’ascolto della musica senza tuttavia essere abbastanza profondi e d’impatto emotivo; le frequenze medie, dal canto loro, sono nettamente distinguibili mentre quelle più alte perdono un po’ di vitalità, confluendo in un suono ‘flat’ di discreto livello, più che adeguato alla fascia di prezzo in cui il prodotto viene proposto: aiuta molto l’uso di una scheda audio esterna come la Creative Play!4, capace di “spingere” un po’ di più, rispetto al “minimo sindacale” spesso costituito dall’uscita per le cuffie dell’audio integrato su PC portatili e schede madri.

logitech astro gaming a10 recensione

Quanto al software del produttore, l’Astro Gaming A10 non è tra i modelli riconosciuti da Astro Command Center – che va invece benone coi modelli USB e wireless di Logitech – per tanto dovrete necessariamente rivolgervi a produttori terzi per personalizzare il suono. Ecco, forse questa è la lacuna di cui si soffre maggiormente quando si usa il prodotto su PC, ma per lo meno le ultime versioni di Windows dispongono di un sistema di audio spaziale chiamato Windows Sonic per Cuffie, che con le A10 funziona molto bene.

IN DEFINITIVA…

Ci è piaciuta molto la semplicità con cui è possibile usare le Logitech Astro Gaming A10: le indossi, le attacchi e funzionano, fine della storia. Ma questa semplicità si paga con l’incomodo di non poter equalizzare il suono come si preferisce, a meno che questa funzione non sia prevista dalla scheda audio o dal dispositivo in uso, e queste cuffie avrebbero proprio bisogno di una ‘spintarella’ sulle frequenze alte, perché il loro suono standard è un pelino troppo ovattato. Un altro aspetto indubbiamente positivo è la loro leggerezza: poco meno di 250 grammi e, una volta indossate, non premono continuamente e fastidiosamente sulle orecchie, ma lasciano loro un po’ di respiro. Non isolano del tutto l’ascoltatore dal mondo esterno e ci permettono di parlare con le persone durante l’ascolto – chiaramente, questo dipende anche dal volume – e poi hanno un design a loro modo originale!

Voto 7.8

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