A quasi ventuno anni dall’uscita sulla storica PlayStation, il re dei survival horror è tornato. Con una grafica cupa e fotorealistica, un reparto sonoro da paura e un gameplay decisamente più moderno, Resident Evil 2 è finalmente pronto a mostrare tutto il terrore dell’apocalisse zombie a una nuova generazione di giocatori.
Grazie a una cura dei dettagli immensa e al profondo rispetto che il team di sviluppo mostra per l’intera saga, questo remake riesce a tutti gli effetti a eguagliare, e in alcuni casi superare, il capolavoro originale. Se dopo aver provato l’impressionante 1-Shot Demo dei giorni scorsi avete ancora dubbi sul rivivere o meno questa nuova e nostalgica avventura, non temete: Resident Evil 2 è a tutti gli effetti l’incubo che noi tutti aspettavamo, dal quale è tanto difficile distogliere lo sguardo quanto fuggire.
LA PAURA FA ’98
Capcom si è trovata tra le mani un’impresa impossibile: superare le altissime aspettative dei fedeli fan della serie, rispettando tutto ciò che ha reso un classico senza tempo il gioco del 1998 e ricreando la sua opprimente atmosfera in una chiave più moderna. Incredibilmente, il folto gruppo di sviluppatori – composto da oltre 800 persone – è riuscito appieno nel proprio obiettivo. Resident Evil 2 abbandona la telecamera in terza persona, uno degli aspetti principali dei primi capitoli, in favore di una più moderna visuale sopra la spalla. E se da fieri fan della serie (come noi di TGM!) questo dettaglio potrebbe farvi storcere il naso, potete star tranquilli: il cambiamento non ha tramutato questo capitolo in un gioco d’azione, come accaduto nel caso di Resident Evil 4. Al contrario, questa novità ha permesso di creare nuovi terrificanti modi per scatenare una paura folle nel cuore del giocatore. Già dai primi minuti di gioco inizia a farsi spazio un’infida paranoia dovuta al non poter vedere cosa si nasconde dietro di noi o in tutte quelle zone buie, poco al di fuori della luce della nostra torcia. Come se non bastasse, il titolo gioca palesemente coi nostri nervi, proponendoci cruenti zoom sui mostri che riescono a mettere le grinfie sulle nostre carni, facendo schizzare a mille, in un battibaleno, sia l’adrenalina che la nostra povera pressione.
Già dai primi minuti di gioco inizia a farsi spazio un’infida paranoia dovuta al non poter vedere cosa si nasconde dietro di noi
TERRORE IN 4K
Il reparto grafico lascia davvero a bocca aperta, specie su PC. Un eccellente menu di personalizzazione permette di portare la qualità della presentazione a un altro livello. Il fantastico contrasto di luci e ombre a contatto con la nebbia volumetrica crea un’atmosfera unica, complementando in maniera sublime gli sbalorditivi modelli poligonali. Gli stessi programmatori sono ovviamente fieri del lavoro svolto, come dimostrato dalla sezione nel menu principale che permette di dare un’occhiata da vicino ai personaggi in 3D. Questa volta ai nostri eroi è stato dato un volto e una voce, e la recitazione nelle scene più importanti fa impallidire l’originale, sbarazzandosi per di più di tutti quegli aspetti più scadenti presenti nel titolo di oltre venti anni fa.
Ai nostri eroi è stato dato un volto e una voce, inoltre la recitazione fa impallidire la versione originale
VECCHI ORRORI, NUOVE SOLUZIONI
Anche la storia e gli ambienti hanno fatto incredibili passi avanti rispetto al 1998. Nel nuovo Resident Evil 2 gli avvenimenti, per quanto poco realistici (stiamo pur sempre parlando di morti che camminano…) sono molto più plausibili che in passato. Gli scenari, chiamati ora “Nuova Partita (2)”, fanno il loro trionfante ritorno permettendoci di vivere l’incubo da due distinti punti di vista. Questa volta le storie di Leon e Claire si intersecano in maniera molto più dinamica, sebbene di tanto in tanto ci ritroviamo a compiere le stesse azioni rompendo solo leggermente la nostra immersione. Conoscere a memoria le vicende del giovane poliziotto e della coraggiosa sorella di Chris non aiuterà più di tanto i giocatori più esperti. Il remake si diverte infatti a sovvertire continuamente le aspettative dei fan, creando nuove interessanti dinamiche e mettendo un po’ di sano pepe all’avventura. Anche molte delle più classiche tattiche anti-zombie si rivelano, in questo capitolo, molto meno efficaci: i nostri fidati coltelli da combattimento ora possono rompersi, lasciandoci in balia delle orde di orripilanti creature che infestano Raccoon City, e infierire sui nemici a terra con le armi bianche può non essere sempre la soluzione ideale per tirarci fuori dai guai.
Dei tre livelli di difficoltà disponibili, quello estremo è il più simile al Resident Evil tradizionale. I salvataggi automatici disabilitati in favore del buon vecchio nastro d’inchiostro, mentre i nemici più resistenti ricordano parecchio la modalità difficile degli originali primi capitoli della saga. Tuttavia, è bene non sottovalutare quanto più pericolose siano le creature che andremo a fronteggiare, nemmeno nella difficoltà intermedia. Le nostre misere 9mm raramente sono in grado di perforare il cranio dello zombie comune che, incurante dei danni subiti, non si ferma davanti a nulla pur di trasformarci in un delizioso spuntino. Per riuscire a sopravvivere è necessario quindi pianificare attentamente il da farsi, calcolare ogni propria mossa e cercare di evitare gli scontri quando possibile. D’altronde, conservare le munizioni è quello che fa la differenza tra la vita e la morte nei momenti peggiori, d’altronde arrivare di fronte a un Boss a secco di pallottole può essere considerato come una sconfitta certa. Per fortuna, a venirci incontro in questa orribile avventura, oltre al classico spray di pronto soccorso, ci pensa ancora una volta la flora della città. Le piantine curative ritornano in tutto il loro splendore e portano con sé nuove, interessanti meccaniche. Ora mischiare assieme erbe rosse e blu permette di migliorare temporaneamente la nostra vitalità, indispensabile negli scontri più impegnativi. Prendendo spunto da Resident Evil 3, torna anche la polvere da sparo, utile per creare vari tipi di indispensabili munizioni. Questa volta non è necessario uno strumento in più per poter combinare le varie polveri, rendendo il processo più semplice e immediato. Nel secondo scenario, a prescindere dal personaggio utilizzato, questa nuova meccanica arricchisce in maniera significativa il gameplay, permettendoci di creare proiettili differenti da quelli sparsi per la città, da utilizzare specificatamente con nuove armi.
Conoscere a memoria le vicende di Leon e Claire non aiuterà più di tanto i giocatori più esperti
Con quest’ultima opera, Capcom è riuscita a superare l’impressionante risultato ottenuto con il remake del primo capitolo del 2002 e tirare fuori dal cappello un nuovo capolavoro. Resident Evil 2 riesce a catturare appieno l’essenza dell’opera originale e ne trascende le meccaniche ormai più antiquate, facendo comunque rivivere al giocatore le stesse pulsanti emozioni di due decadi fa. Si tratta senza ombra di dubbio di un titolo straordinario, meritevole di entrare a far parte della storia dei videogiochi e di ergersi come punto di riferimento per tutti coloro che intendono modernizzare un classico per dar vita a un’avventura senza tempo.
Ogni giocatore sa quanto sia difficile rivivere le stesse emozioni provate dopo aver giocato per la prima volta a un grande classico. Finora sembrava impossibile anche solo immaginare in che modo sarebbe stato possibile, ma Resident Evil 2 riesce a riportare la mente e il cuore a quei terrificanti pomeriggi del 1998 e spaventare ancora una volta quei bambini di otto anni palesemente troppo giovani per un Survival Horror.