TECNICAMENTE RIDE 4 è UN DECISO PASSI IN AVANTI RISPETTO AL SUO PREDECESSORE, E LA MODALITà FOTO è PERFETTA PER ESALTARNE LA QUALITà VISIVA
GAREGGIARE, PER FORZA
È però quando si lascia l’intimità della pista per competere con un’IA poco professionale (nonostante l’implementazione di ANNA, dopo i buoni risultati in MotoGP 19/20) che RIDE 4 mostra un lato della sua personalità più sgarbato, fin troppo old school nella progressione di una carriera ancorata ai classici concetti di medaglie, level up e montepremi, tra time attack, gare singole e campionati.
fin troppo old school nella progressione di una carriera ancorata ai classici concetti di medaglie, level up e montepremi
Tra prove a tempo dove uscire di un centimetro di pista porta al fallimento dell’evento con conseguente schermata di riavvio e avversari che, puntualmente, speronano il giocatore in curva, incuranti della sua traiettoria, obbligando a tenere sempre attivo il rewind, aspettando che il machine learning tiri fuori comportamenti più consoni, quello che ci si trova davanti è un processo stressante, poco interessante, un purgatorio con vista paradiso. Per carità, è una carriera che si lascia giocare, diverte, ma è palese che se uno cerca la competizione Milestone ha di meglio da offrire. Per il futuro della serie ci vorrà coraggio. Anche perché la tecnica qui non manca, lo dimostra il rapido confronto tra questo e lo scorso capitolo, il finora ottimo RIDE 3 che, oggi, sembra un titolo di una generazione passata, nonostante il distacco sia di appena due anni. Dal punto di vista puramente tecno-ludico Ride 4 dimostra tutta la maturità di Milestone, un’opera che non si finisce mai di guidare, ammaliante, sorprendente, pulitissima.
In Breve: Con RIDE 4 il centauro virtuale va in paradiso. L’ultima opera Milestone è semplicemente quello di cui ogni appassionato di due ruote e videogiochi ha bisogno, il top per guidabilità, parco moto e selezione di tracciati. Il piacere di guida al centro di un progetto che anche tecnicamente si mostra in forma smagliante, diventando presto un rifugio per chi ama le due ruote. È quindi un peccato che l’acquisto di nuovi bolidi dipenda dai progressi in una carriera ancorata a concetti di game design classici, per non dire vecchi, sì divertente ma penalizzata da ingenuità quali un’IA troppo meccanica e penalità fin troppo severe per errori banali. Nonostante queste criticità siamo davanti a uno dei migliori corsistici della generazione, curatissimo nella presentazione e nel gameplay. Una consacrazione.
Piattaforma di Prova: PlayStation 4 & PC (secondaria)
Com’è, Come Gira: Tecnicamente solidissimo, con piste che vivono sulle 24 ore mettendo in mostra un’illuminazione e dei colori veramente degni di nota.
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