Ruffy and the Riverside è un action-platform con forti componenti puzzle che sembra uscito dalla golden age di fine anni 90. Possiede un carattere tutto suo e un paio di idee piuttosto interessante, ma è un po’ troppo pasticciato per aspirare all’eccellenza assoluta.
Sviluppatore / Publisher: Zockrates Laboratories / Phiphen Games Prezzo: 19,99 Euro Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: 3 Disponibile Su: PC (Steam, Epic Store), Xbox One, Xbox Series X-S, PS5, Switch Data di Uscita: Già disponibile
Quante volte ci è capitato di imbatterci in giochi di cui non avevamo mai sentito parlare, che sono riusciti a catturare fin da subito la nostra attenzione grazie ad uno o più elementi davvero unici? Quasi sempre si tratta di features capaci di far emergere dalla melma della mediocrità il gameplay, anche a dispetto di un comparto tecnico non particolarmente esaltante.
Ruffy and the Riverside rientra a pieno titolo in questa categoria, un adventure-platform-puzzle game che sembra arrivare direttamente dalla golden age di fine anni ’90. Lo abbiamo seguito nelle ultime settimane, ingolositi dalla sua grafica golosamente sketchy, che mixa personaggi ed elementi bidimensionali a scenari 3D.
Alcuni lo hanno definito un Paper Mario comprato su Temu, e non possiamo neanche dargli torto
SWAPPA CHE TI PASSA
La storia vede protagonista (sorpresa delle sorprese) l’orsetto Ruffy, che insieme alla sua svolazzante amica Pix si trova suo malgrado alle prese con il cattivone di turno, tale Groll. La storia, come da tradizione nel genere, è sottile come un foglio di carta e ben presto il suo iter narrativo viene ulteriormente annacquato da una soverchiante quantità di testo. Nelle prime due ore verrete letteralmente schiaffeggiati da una miriade di scenette che tentano di essere umoristiche e solo in parte ci riescono, i dialoghi tra l’altro non sono sottotitolati in italiano quindi se siete a corto di conoscenze anglofone finirete per skippare velocemente tutto quello che non è azione diretta.

La mappa è buffa e colorata ma non è il massimo in quanto a leggibilità. A volte riuscire a capire dove si trovi “chi” o “cosa” non è particolarmente immediato.
E veniamo proprio a quest’ultima. Quello che inizialmente sembra il classico platform 3D ad esplorazione (quasi) libera rivela fin da subito la sua arma più affilata, quella che in teoria dovrebbe permettergli di emergere sulla media. Trattasi dello Swap, che i più anglofoni di voi avranno già intuito essere una meccanica che in qualche modo permette di “sostituire” oggetti con altri oggetti. Funziona così: Ruffy, il peloso e incappucciato protagonista, possiede un potere davvero unico: con una semplice mossa in stile Kamehameha può copiare proprietà/materiali/colore di un oggetto a sua/vostra scelta e incollarlo su un altro.
Ruffy and the Riverside poteva essere un prodotto più equilibrato e divertente se fosse stato realizzato con maggiore attenzione
DOVE CI SIAMO GIÀ VISTI?
Swap System a parte il resto del gameplay di Ruffy and the Riverside ruota intorno ai classici capisaldi del genere: esplorazione, una generosa manciata di side-quest che non si discostano molto dal “fetchame” a cui siamo abituati e la solita pletora di collezionabili che farà la felicità dei giocatori che non soffrono di labirintite. Non mancano anche livelli bidimensionali, corse su balle di fieno e occasionali battaglie con boss. Tutto questo è divertente? Dobbiamo ammettere che pur plagiato da un ritmo non altissimo e un po’ di caos che ogni tanto prende il sopravvento, il gioco si fa piacere e anche il cast che lo compone sembra uscito da una versione lisergica del Fantabosco. Vanno tuttavia fatte notare alcune incertezze di troppo del frame rate e bug che minano non troppo pesantemente ma costantemente il fluire dell’esperienza.

Lo Swap System è un’idea davvero azzeccata e riesce a dare vita a un bel po’ di enigmi ambientali di discreta fattura e originalità.
Parliamo di veri e propri classici come telecamere troppo “penetranti” che bucano le strutture, incastri poligonali non previsti, stuttering quando viene caricata una nuova area e via dicendo… retaggi di un’epoca ormai lontana che speravamo di esserci lasciati alle spalle. Ruffy and the Riverside poteva in sostanza essere un prodotto più equilibrato, ricercato e decisamente più divertente se fosse stato progettato con meno foga e maggiore attenzione.
chi è abituato a platform 3D più raffinati difficilmente potrà chiudere un occhio
In Breve: Ruffy and the Riverside è un adventure-platform che sembra uscito direttamente dalla golden-age a 64 bit, ma lo “swap system” integrato nel suo gameplay riesce a renderlo abbastanza unico nel suo genere e a dare vita ad elementi puzzle davvero unici e divertenti. La forse eccessiva “ricchezza” di alcuni livelli rende più difficoltoso del dovuto l’orientamento e alcuni problemi di performance su Switch 2 (in retrocompatibilità) richiederebbero un pronto intervento da parte del team di sviluppo.
Piattaforma Di Prova: Nintendo Switch, Switch 2 (in retrocompatibilità)
Com’è, Come Gira: Ruffy and the Riverside è un titolo che stilisticamente colpisce fin da subito grazie al suo accattivante stile “sketchy”. Allo stesso modo però ci si accorge presto di quanto il gioco sia fin troppo pieno di elementi, colori e possibili interazioni… un trittico che mette un po’ in crisi la fluidità, con occasionali ma visibili cali, e la puntualità delle telecamere, le quali proprio come nei classici platform anni 90 tendono ogni tanto ad incastrarsi e/o perdere la bussola.