Sackboy: Una Grande Avventura – Recensione

PS4 PS5

VECCHI LIBRI, CARTELLI STRADALI, SPUGNE, LED, RELè: è L’INVENTIVA NELL’UTILIZZO DI MATERIALI CHE FA LA DIFFERENZA

Nel suo essere virtuale questa familiarità tattile e visiva riesce ad assottigliare clamorosamente il divario con la realtà, restituendo all’opera un gusto deliziosamente giocattoloso, come quando la casa diventa un enorme parco giochi agli occhi di un bambino. Un gioco straordinariamente animista, dove ogni elemento vive di vita propria e comunica col giocatore su più livelli. E se il colpo d’occhio è ridimensionato da una telecamera pensata più per il gameplay che per il panorama, quasi sempre a 45° dal suolo, si notano comunque riflessi, opacità, dettagli microscopici come le fibre imbizzarrite di un tessuto in controluce che fanno tutta la differenza del mondo; questo pur non essendo certo lo strumento ideale per misurare la forza di PlayStation 5, mostrando anzi spesso la sua natura cross-generazionale.

sackboy una grande avventura recensione

Sackboy Pistol! Il guardaroba del nostro pupazzo di pezza ha dei costumi veramente splendidi, per una personalizzazione totale.

È esilarante pensare, a parità di temi estetici, come il già citato Yoshi’s Crafted World scelga con cura ogni materiale, abbinandoli per forma e colore in modo armonico, quasi feng-shui, mentre Sackboy è l’esaltazione del disordine, dello spaiato e pasticciato, come se fosse passata una banda di scimmie al Brico; una vera esplosione di immaginazione guidata da una benedetta follia. Non pensavo che l’occhio umano potesse gestire contemporaneamente tutti questi colori! È speciale, come un mercatino di Natale o un negozio di antiquariato.

UN VERO PECCATO LA VARIETà DI SUPERFICI NON SIA RESTITUITA DAL FEEDBACK APTICO

Ed è così un peccato imperdonabile che Sumo abbia sfruttato il feedback aptico per tutto quello che è effetto sonoro dimenticandosi però di dare corpo alle superfici su cui Sackboy cammina. Quando hai tra le mani un DualSense, in un gioco dalle texture così diverse e meravigliosamente dettagliate, non si può non sfruttarlo. Che occasione sprecata. Un’ingenuità che però non mette in dubbio l’amore per la sua mascotte, per le regole del platform e il suo inimitabile senso del divertimento, unito a una sana ossessione per il completismo; tra sfere di creatività da recuperare (fondamentali per la progressione), punteggi record, sfide a tempo e gli immancabili costumi (o accessori) da ritrovare o acquistare per agghindare il nostro adorabile pupazzetto alla bottega di Zom Zom (cresta punk, giubbotto di jeans e borchie per tutta l’avventura), in puro stile LittleBigPlanet, il tutto con un livello di sfida frizzantino come un Barbera, con nemici che arriveranno numerosi e interi livelli che si disferanno sotto i nostri piedi, esaltando tanto il platforming puro, quello da risolvere con abilità e tempismo, quanto l’esplorazione che vive di suggerimenti subliminali e intuizioni.

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I paesaggi tropicali di Gran Canopea sono tra quelli che mi sono più rimasti nel cuore, e l’acqua di Domopak, carta azzurra e brillantini è bellissima!

E visto che uno dei requisiti per archiviare un livello con lode e bacio accademico è non perdere nessuna vita, la cosa si fa molto più interessante e stimolante di quanto possa sembrare. Anche le orecchie applaudono l’alto valore produttivo dell’opera, con un doppiaggio italiano splendido, con voci molto familiari nel panorama platform PlayStation, che poi lascia il posto all’azione e a una colonna sonora che alterna tracce originali a temi pescati qua e là e subito riconoscibili. Ma è la qualità generale che sorprende per come sono riusciti ad adattare ogni singola canzone ai vari livelli, come un’imbottitura capace di dare la giusta consistenza ad un comodo cuscino.

In Breve: Sackboy: Una Grande Avventura è forse la vera sorpresa dell’esordio di PS5. Un platform solido come da tradizione Sumo, che sa dove pescare gameplay e come reinventarlo, come fossero dei veri restauratori del game design. Semplice e scorrevolissimo da finire, frizzante da completare, con tutti i suoi collezionabili e sfide che esaltano un level design per nulla banale e che si sforza sempre di fare qualcosa di diverso per rendere ogni stage una piccole e unica esperienza di gioco. Video-giocattolo del buon umore con uno stile visivo deliziosamente disordinato e una colonna sonora splendida, perfetto scaccia-pensieri dopo l’ennesima ed efferata morte a Demon’s Souls (state sintonizzati per la recensione, so che la state aspettando!). Ben fatto Cavaliere Sferruzzato, hai protetto un’altra volta il tuo piccolo, grande pianeta della creatività!

Piattaforma di Prova: PlayStation 5
Com’è, Come Gira: Non è certo uno showcase per PS5, ma il gioco brilla di milioni di colori, concedendosi talvolta riflessi e giochi di luce particolarmente belli. Nelle situazioni più zoomate, come le cut scene, la magia delle texture cede alla realtà cross-generazionale, ma niente di che.

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Pro

  • Divertente, solido, magico / Ambientazioni “di recupero” splendide / Tanto da giocare e livello di difficoltà speziato quel tanto che basta.

Contro

  • Chi è un habitué del platform avrà qualche dejà-vu / Niente feedback aptico delle superfici dove si cammina? Davvero? / Il titolo di lancio meno rappresentativo della potenza di PS5.
8

Più che buono

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