A margine dell’anteprima, svoltasi nella bellissima location della Fonderia Napoleonica Eugenia, in via Genova Tahon di Revel, Milano, abbiamo avuto modo di partecipare a una tavola rotonda con due delle ardenti anime che hanno dato vita a questo enorme progetto: il co-director Naoki Hamaguchi e il director dell’originale nel ’97, colonna portante di Final Fantasy VII, oggi producer del remake, Yoshinori Kitase. Giovani e veterani, allievi e maestri, per un team che nella differenza anagrafica pare essere riuscita a trovare un equilibrio perfetto e stimolante. Tradizione e innovazione, un binomio abusato ma quanto mai calzante per descrivere quest’opera. Abbiamo quindi voluto fare due domande che uniscono come un ponte passato e presente (con un occhio al futuro e ai prossimi episodi), Kitase e Hamaguchi.
- TGM: Final Fantasy VII è conosciuto anche per essere un’opera ecologista e l’ambiente oggi è un argomento rovente, forse ancora di più che nel ’97. Quanto è stato decisivo questo sentimento comune nella scelta di restaurare proprio il settimo capitolo della saga? Quanto può essere importante parlare di ecologia attraverso un’opera così pop?
- Y. Kitase: Per quanto riguarda le problematiche ambientali, 23 anni fa le questioni più urgenti erano diverse da quelle odierne. Pensando anche alla mia infanzia i problemi erano più che altro legati al consumo e all’esaurimento delle risorse, ad esempio il petrolio. Oggi invece si parla principalmente di inquinamento da diossido di carbonio e Co2. In Final Fantasy VII abbiamo deciso di non rappresentare uno specifico aspetto della questione ambientale, rischiando di renderlo scontato e privo di significato, abbiamo preferito invece creare una sorta di tema generico che potesse trasformarsi nella metafora fantasy di un problema reale. In questo modo vogliamo permettere ai giocatori di sviluppare parallelismi e idee sulla realtà, immedesimarsi in una lotta importante e attuale.
- TGM: Il nuovo combat system è estremamente adrenalinico, veloce, decisamente virato all’action. Mi è sembrato che questo vi abbia dato la possibilità di usare le battaglie e i vari stili di combattimento per approfondire il carattere dei personaggi. Come se attraverso le loro animazioni e abilità si raccontassero. È così?
- N. Hamaguchi: Abbiamo pensato che se avessimo mantenuto un sistema di combattimento simile all’originale, con la stessa idea di combinare le Materia (comunque presenti, ndr) e personalizzare le abilità dei personaggi in base alle necessità dei giocatori, si sarebbe persa la loro unicità. La loro natura sarebbe stata più nascosta, sfumata, mentre sviluppare un combat system più action permette alla loro personalità di uscire fuori e alle loro caratteristiche di esplodere, anche a livello di gameplay. Per questo ogni personaggio in Final Fantasy VII Remake ha abilità dedicate e uno specifico modo di combattere. Mostrano i loro sentimenti, e in questo modo ne guadagna anche l’originalità e la profondità tattica degli scontri.
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