Annunciato durante i The Game Awards 2021 solamente a qualche giorno dal lancio, Final Fantasy 7 Remake Intergrade arriva finalmente su PC, portando sulla piattaforma più amata dei lettori di The Games Machine la rilettura dello straordinario successo di Squaresoft sul finire degli anni ‘90. Naturalmente questa edizione (in esclusiva per Epic Games Store) raccoglie al suo interno tutti i contenuti originali e quelli pubblicati post-lancio nel passaggio da PlayStation 4 a PlayStation 5, fornendo dunque un’ottima occasione per fare il punto della situazione.
Sviluppatore / Publisher: Square Enix / Square Enix Prezzo: 79,99€ Localizzazione: Testi Multigiocatore: Assente PEGI: 16 Disponibile Su: PC (Epic Games Store), PS5, PS4 (non in versione Intergrade) Data di Lancio: 16 dicembre
Come sottolineava il nostro Danilo nella sua passata recensione, l’esistenza di questo Remake è da considerarsi parallela a quella del titolo originale, oggi facilmente accessibile su qualsiasi piattaforma. Difficile, infatti, aspettarsi che i due prodotti possano sovrapporsi perfettamente: il primo, come ben sappiamo, parlava al pubblico nipponico che seguiva in tv Slayers Try, quando in Occidente si ventilava un futuro di goffe produzioni in 3D spesso mal tradotte dal giapponese.
Final Fantasy 7 Remake Intergrade deve invece farsi strada in un mondo in cui il film in CGI Final Fantasy 7 Advent Children – per l’epoca avveniristico – è ormai vecchio di 16 anni, mentre i gusti dei giocatori si sono fatti sempre più esigenti e il mercato occidentale dei JRPG si è notevolmente diversificato.
FINAL FANTASY 7 REMAKE E LE SUE GRANDI RESPONSABILITÀ
Le aspettative dietro a questo esperimento erano altissime, date le responsabilità che si porta dietro un brand come quello di Final Fantasy: sviluppato in Unreal Engine 4 e completamente doppiato in ben cinque lingue, il gioco vanta un profilo tecnico smagliante, con un fotorealismo che a tratti sfiora i limiti dell’uncanny valley. È lo stesso fotorealismo ricercato spasmodicamente dalle grandi case occidentali, certo, ma dato ormai per scontato nei videogiochi ad alto budget che popolano store digitali e negozi delle grandi catene.
Le aspettative dietro a questo esperimento erano altissime, date le responsabilità che si porta dietro un brand come quello di Final Fantasy
Sul palcoscenico di una città impressionante per cura e dettaglio vestiamo ancora una volta i panni di Cloud Strife, un mercenario dal passato misterioso che si trova coinvolto nella lotta tra Shinra, una corporazione pronta a tutto per il profitto, e i membri del nucleo eco-terroristico Avalanche. È solo il primo passo di un’epopea che porta il biondo protagonista a incrociare un gruppo di avventurieri disposti a qualsiasi sacrifico pur di salvare il pianeta e i propri cari, e ad affrontare i ceffi della Shinra e il tenebroso Sephiroth, vera e propria icona di malvagità, passato alla storia per la sua affilatissima spada Masamune. La scrittura omaggia la memoria degli appassionati, solleticandola con rimandi nostalgici, ma allo stesso tempo impiegando registri capaci di intrigare anche i giocatori meno familiari con la versione per 32bit Sony del 1997. In tal senso, bisogna complimentarsi con gli autori – peraltro in gran parte provenienti dal team storico – per aver saputo valorizzare i momenti cruciali della storia originale grazie a dialoghi e regia impeccabili, regalando nel contempo spazio e attenzione ai personaggi secondari. Ottima anche la scelta di ripensare certi passaggi per meglio adattarli ai tempi moderni, con una maggiore presenza a schermo delle due eroine – foriere di una promettente sinergia che ci fa ben sperare per i futuri capitoli – e un’indovinata rilettura del locale Honey Bee, che da bizzarra casa d’incontri diventa un night club inclusivo, con tanto di spettacolini e minigioco a tema.
Trattandosi di un videogioco concepito successivamente alla creazione di spin-off e delle restanti espansioni crossmediali dell’universo di Final Fantasy 7, era naturale aspettarsi l’introduzione di elementi provenienti da questi media. In generale, la sensazione è che si stia tentando una strada più rischiosa della banale riproposizione di una storia già nota a tutti: una scelta autoriale che potrebbe scontentare alcuni, ma che si rivela anche estremamente intrigante quando si constata che, nei prossimi capitoli, tutto potrebbe potenzialmente cambiare – e a questo punto non ci resta che attendere. In ogni caso se lo storytelling portato in scena attraverso classiche (ma spettacolari) scene cinematografiche e l’esplorazione lineare potrebbero tutto sommato ricordare l’esperienza primigenia, tutto il resto della produzione è stato rinnovato per inseguire i gusti odierni.
MECCANICAMENTE APPAGANTE
Il sistema di battaglia abbandona i turni in favore del combattimento in tempo reale, proponendo nemici visibili su mappa e membri del party ben diversificati, con l’affiancamento di eroi mossi dall’intelligenza artificiale al personaggio controllato dal giocatore. Torna invece la storica meccanica legata all’utilizzo delle Materie, sfere magiche da incastonare nell’equipaggiamento e capaci di sbloccare abilità in battaglia o bonus passivi, assicurando grandi possibilità di personalizzazione. In generale il combattimento potrebbe disorientare gli appassionati della prima ora, ma possiamo assicurare che una volta presa la mano con la gestione di una telecamera a volte incerta e aver familiarizzato con la meccanica delle barre ATB per l’utilizzo delle abilità, tutto funziona a meraviglia.
IL COMBATTIMENTO è MAGGIORMENTE VOTATO ALL’AZIONE, MA LA COMPONENTE STRATEGICA NON VA TRASCURATA
Trattandosi di una rilettura per gran parte efficace della primissima parte della storia originale, non stupisce che alcuni intermezzi inediti possano convincere meno di altri più familiari, ma si deve riconoscere come gli iconici personaggi di Final Fantasy 7 non siano mai stati così espressivi e ben delineati come ora. Yuffie, la giovane ninja che nell’originale vestiva il ruolo di membro del party opzionale, è ora promossa a volto di spicco delle vicende ed è protagonista di uno scenario aggiuntivo accessibile fin da subito, ma che vi consigliamo di esplorare solamente ad avventura principale conclusa – soprattutto per le gustose aggiunte dal punto di vista del gameplay. La giovane è accompagnata nella sua avventura da Sonon, un guerriero col quale può creare combinazioni di attacchi letali per i nemici a media e lunga distanza, offrendo un’interessante alternativa alle dinamiche che caratterizzano il quartetto di eroi principali.
UNA DELIZIA PER GLI OCCHI (E PER IL CUORE)
Graficamente la versione PC è sostanzialmente sovrapponibile con quella PlayStation 5, che già brillava per complessità delle strutture tridimensionali ed effettistica. Il comparto cosmetico è, come avrete notato dalle immagini a corredo, estremamente curato e al di là del fascino scaturito dall’espressività dei personaggi, bisogna considerare che l’eccellente direzione artistica – inclusa la splendida colonna sonora – riesce a mettere una toppa anche dove le possibilità tecniche potevano venire meno (non a caso parliamo di un videogioco originariamente pubblicato su PlayStation 4).
Le novità rispetto alla riedizione PS5 sono invero poche, ma tutto sommato apprezzabili: da una parte il lavoro di ottimizzazione svolto da Square Enix permette di rendere approcciabile Final Fantasy 7 Remake Intergrade anche su configurazioni hardware meno recenti senza troppi compromessi, eventualmente scalando le (poche) opzioni grafiche disponibili; dall’altra il supporto ai 120fps massimi permette una fluidità mai vista prima, cosa che peraltro segna un netto miglioramento rispetto alla versione console anche nel caso si decidesse di giocare limitandosi alla fatidica cifra standard di 60 fps in piena risoluzione 4k: una soluzione tranquillamente supportata persino da schede grafiche di qualche anno fa.
In Breve: Final Fantasy 7 Remake Intergrade arriva su PC nella sua versione definitiva. Si tratta di un’esperienza avvincente e ben scritta, consigliata sia a neofiti che ai nostalgici, in cui lo spettacolare sistema di battaglia e il carisma dei personaggi rappresentano solamente la punta dell’iceberg di un progetto ambizioso che vedremo evolversi nei suoi futuri capitoli.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: i7 6700K 4.00 GHz, NVIDIA GTX 1080ti, 16GB RAM, SSD
Com’è, Come Gira: Come sottolineato, il port PC ci ha stupito per la sua leggerezza, permettendo l’accesso a tutte le migliorie della versione PlayStation 5 (caricamenti istantanei inclusi) e ad un framerate maggiorato anche su configurazioni non recentissime.