Nintendo ce l’ha quasi fatta. A momenti scoppiavo a piangere dalla nostalgia, con la versione Game & Watch di Super Mario Bros.
Chi era bambino all’inizio degli anni Ottanta ha potuto assistere a qualcosa di meraviglioso e irripetibile, la nascita dei videogiochi tascabili. Certo, gli antesignani del Game Boy, del Nintendo DS e delle loro mille reincarnazioni erano molto diversi, ma all’epoca chi voleva videogiocare aveva poche scelte: il bar, che però era frequentato dai “grandi”, la console domestica, che mamma e papà non volevano comprare perché avrebbe “rovinato il televisore” (possiamo considerarla la nonna delle leggende metropolitane sulla dannosità dei telefoni 5G) e poi c’erano loro, i Game & Watch, con i relativi – e forse all’epoca più conosciuti – concorrenti “Schiacciapensieri”, più piccoli ma anche più economici.
NINTENDO ERA LA REGINA INCONTRASTATA DI QUESTE MINI CONSOLE ANTE LITTERAM
BUON COMPLEANNO, MARIO
Quest’anno, però, si festeggia il 35° anniversario dell’uscita di Super Mario Bros. nelle sale giochi di tutto il mondo. Re incontrastato dei giochi di piattaforme a scorrimento orizzontale, SMB ebbe un successo planetario immediato, diventando uno degli oggetti più ambiti dai baristi dell’intero stivale perché – era una matematica certezza – bastava mettere il suo cabinato in un angolo per cominciare a collezionare monetine. Lo stesso gioco fece poi vendere milioni di console Famicom, da noi note come Nintendo Entertainment System e, nei decenni successivi, non ci fu console Nintendo priva di una secchiata di giochi con lo stesso protagonista. Ben sapendo come indirizzare una micidiale stilettata al cuore di noi quaranta/cinquantenni, Nintendo ha avuto un’idea semplicemente favolosa: ripubblicare per l’ennesima volta lo stesso gioco in un formato che avrebbe risvegliato in noi l’aroma perduto dell’infanzia: il Game & Watch. Un richiamo atavico: nel momento stesso che una ben nota catena di negozi avviò i preordini, io avevo già messo mano alla carta di credito.
Ebbene, dopo un’attesa così lunga che ormai me n’ero praticamente scordato, me lo sono visto recapitare proprio stamattina e… beh, insomma, già mi sembra di sentire in sottofondo le imprecazioni di Danilo (e invece ci gioco ioooo, è arrivato prima a meeee… ehm, l’infanzia, dicevo…), ed eccomi qua a scrivere.
TROPPI RICORDI, NON CE LA FACCIO
Vedere la scatola della piccola console è fare un tuffo nella nostalgia: stessi colori, stessa forma, stesse dimensioni di quelle dei Game & Watch di un tempo, ma stavolta ha anche una sovra-copertina di plastica trasparente. Perché? Perché facendo scorrere la confezione di cartone al suo interno, Nintendo ci ha riservato un’altra sorpresa: la scatola è una mezza replica di quella di Ball, un altro giochetto storico in cui bisognava aiutare un giocoliere a fare il suo numero da circo con le palline.
Lo ritroviamo anche qui, in tutta la secchezza di un bianco e nero soltanto simulato, solo che stavolta il giocoliere è Mario! La confezione, dunque, restituisce fin da subito quel dualismo tra moderno e antico che, in fondo, permea un po’ tutta questa operazione nostalgia. Sul retro, però, sono correttamente elencate tutte le modalità incluse nel prodotto: Super Mario Bros, Super Mario Bros 2: The Lost Levels, Ball e naturalmente l’orologio, che stavolta non è costretto a condividere i cristalli liquidi del punteggio per mostrare l’ora, ma che in ogni caso può essere usato solo se non si gioca.
Continua nella prossima pagina…
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