Elettroludica di Avezzano: meglio del Taito Hey, ma senza prendere l’aereo

L’ELETTROLUDICA DI AVEZZANO È DAVVERO UN SOGNO A OCCHI APERTI, UN TUFFO NEL PASSATO CHE NON SFIGURA NEMMENO DI FRONTE A istituzioni blasonate come il Computerspielmuseum di Berlino

La cosa bella è che non dovete limitarvi a guardare simili prodigi appannando le vetrine con sospiri degni del primo amore, ma potrete giocarli. La struttura infatti offre un quantitativo assurdo di giochi arcade accesi, funzionanti e desiderosi di ruggire tra il chiasso degli amplificatori e il ritmo degli impianti idraulici come ai vecchi tempi, tutti rigorosamente free to play. No, niente gettoni, vi sedete al comando della monoposto di Winning Run, premete start e siete pronti a sperimentare di persona quanto fosse avanti Namco già nell’inverno del 1988, introducendo i poligoni nei giochi di guida arcade ben prima della Model 1 di SEGA. E Atari con Hard Drivin’ MUTA!

Elettroludica Reportage

Poi, se volete, potete testare l’evoluzione dell’idea con lo stesso Virtua Racing assieme ad altri tre amici, oppure sgommare sulla moto di Super Hang-On, sfidare i cieli sballottati dal cabinato di Afterburner Climax o imitare Verdone in Troppo Forte, muovendo in modo sensuale il bacino alle prese con il flipper più casinista che riuscite a rimediare. O ancora giocare con console e computer nelle salette dedicate, mostrando ai marmocchi chi è che comanda a IK+, ovvero io.

NON GIOCHERAI COL XEVIOUS FINCHÈ NON AVRAI FINITO I COMPITI

Questo colorato ecosistema è un aspetto importantissimo nella visione di Elettroludica, giacché il potenziale della struttura per quel che riguarda la preservazione di tutto quello che ruota attorno al videogioco è incommensurabile. Se è vero che chiunque può farsi una partita a Rolling Thunder lanciando un collegamento sul desktop grazie all’emulazione, veri e propri prodigi elettromeccanici come Jet Rocket (1970, davanti a lui anche un vecchio come me si sente un infante) di SEGA possono essere visti in funzione, testati e raccontati solo tra queste mura.

Ci sono cose che si possono emulare degnamente, ma per tutto il resto c’è Elettroludica.

Ecco, “raccontare” è un verbo che non ho scelto con leggerezza, visto che l’organizzazione di Elettroludica ha popolato le due giornate dedicate all’apertura con incontri di indubbio pregio, facendo salire in cattedra importanti protagonisti del retrogaming tricolore per una serie di illuminanti conferenze. Tra i tanti vale la pena menzionare Federico “Wiz” Croci, vera e propria leggenda vivente per quel che riguarda vita, morte e miracoli di flipper e videogiochi che, assieme all’amico Marco Vernillo (un ingegnere straordinario capace di restaurare e valorizzare i protagonisti della Golden Age a gettone come pochi altri) ha narrato la storia della gloriosa Zaccaria attraverso testimonianze, ritagli di giornale e foto inedite.

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