SBAGLIA CHI CONSIDERA YOSHI O KIRBY “PLATFORM FACILI” E DUNQUE BANALI, PERCHÉ NON È NELLA CORNICE DEI RIFLESSI E DEI SALTI AL MILLIMETRO CHE VANNO INQUADRATI
Perché spesso anche il giocatore più arcigno, l’hater più incallito e fastidioso, che picchia su quella tastiera come un ossesso,
ha solo bisogno di una carezza, o più probabilmente di rotolare, rotolare, rotolare. La sfera come un dispenser atavico di endorfine, che la sua irresistibile inerzia si manifesti su un piano orizzontale o tridimensionale. I recenti revival HD di
Katamari Damacy (in edizione
Reroll) e
LocoRoco sono il giusto tributo a chi questo trend del feel good game magari non l’ha cominciato ma l’ha sicuramente continuato con uno stile pazzesco! Due opere fuori di testa e fuori dai canoni, appiccicaticce nelle sensazioni virtuali fino a diventare Attack con cui incollare i polpastrelli al pad, investiti da una scossa da migliaia di volt di buonumore e giocabilità totale.

Un classico della follia giapponese, esilarante oltre ogni pudore!
Una vecchietta che si agita incollata alla sfera cosmica del Principe dell’universo insieme a cartelli stradali, gatti, piante, onigiri, panchine e i LocoRoco che da venti ritornano uno con un “ooooooh”, strizzarsi, rimbalzando, scivolando sul piano che segue alla lettere le istruzioni dei dorsali; i loro occhi sempre dritti verso i nostri, come se l’azione non li riguardasse, impegnati come sono a godersi l’ondeggiante movimento e soprattutto a cantare, cantare, cantare per dare vita a una delle soundtrack più esilaranti di sempre, con quel lip sync perfetto che è ossessione per i dettagli: pura gioia!
IL GOLF VIDEOLUDICO È UNA VERA APOTEOSI DI TRANQUILLA GIOIA ED ESALTAZIONE
Come quella, mista a esaltazione, che restituiscono Birdie, Eagle e Albatross, e non sto parlando di birdwatching ma di
golf a tutte le latitudini, dal Regno dei Funghi di
Mario Golf alla Ryder Cup di
PGA Tour, passando per l’ibrido evergreen tra realismo e spirito arcade di
Everybody’s Golf. Qui la sfera vola in aria, disegna parabole, accarezza le pendenze collinari dei percorsi per poi trovare la propria strada, quella verso la buca, piccolo obiettivo nell’immensità verde disegnata a quattro mani da uomo e Natura, collaborazione fruttuosa di ingegno e bellezza capace di sinfonie e perfette, rilassanti e rassicuranti geometrie, le stesse che caratterizzano ideali giochi da pausa,
quelli a cui bastano 10 minuti per riequilibrare tutti i chakra e sciogliere i muscoli.

Non esiste roba più zen del titolo Shin’en, team tedesco fortissimo sulla scena neo-arcade ma che ogni tanto deve prendersi una pausa e giocare d’equilibrio.
Color Zen, Art of Balance, Tetris Effect, meditazione videoludica da giocare mentre le corde vocali fanno vibrare la sillaba Om, depurando corpo e mente dalle tossine del quotidiano. Opere di colori, forme, equilibrio, righe da eliminare, tetramini in caduta libera da organizzare tra stimoli psichedelici, giallo che si fonde con l’azzurro, il rosso col viola, blocchi di legno da appoggiare uno sopra l’altro trovandone l’immobile sintonia, gambe incrociate sul pavimento e testa che vaga tra pensieri e piaceri.
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