Street Fighter 6, Seconda Stagione – Speciale

Street Fighter 6

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Street Fighter 6, Seconda Stagione – Speciale

La seconda stagione di Street Fighter 6 è arrivata, tra volti noti – il nuovo Bison, ad esempio – e il ritorno a casa della cricca di “Piston” Takashi!

Messatsu! Abbiamo fatto appena in tempo a schivare il Raging Demon di Akuma ed eccoci catapultati nella seconda stagione di Street Fighter 6. Chiamatelo Bison, Vega o Dictator, termine universalmente accettato da chi ne ha avuto abbastanza delle crisi di identità che i re di Shadaloo hanno dovuto affrontare negli anni Novanta: il maestro dello Psycho Power è il primo lottatore a inaugurare la nuova iniezione di personaggi extra che si uniranno al roster del picchiaduro Capcom da qui all’inverno dell’anno prossimo, e si propone alla vostra attenzione con uno stile di combattimento classico, tuttavia dotato di alcune migliorie capaci di svecchiare notevolmente le sue meccaniche. Perché Bison, a partire da Street Fighter Zero in poi, è stato una mezza incognita tra teletrasporti e proiettili di energia, senza parlare della parentesi supereroistica contro l’universo Marvel dove non si faceva problemi a svolazzare per lo schermo.

Il potenziale è grande, e non fatico a immaginare i più creativi intenti a scovare stringhe che sfrutteranno il momento preciso della detonazione per creare combinazioni devastanti

Qui ci troviamo di fronte a un dittatore “vecchio stile” con alcune importanti differenze: la più evidente è lo Scissor Kick non più a caricamento, ma da eseguire col classico QCF in avanti, una modifica che la rende una tecnica ideale per punire e continuare una combo. Poi c’è lo Psycho Mine, ovvero una meccanica “a orologeria” che impianta nel corpo dell’avversario una bomba psichica destinata ad esplodere dopo qualche secondo (immaginate qualcosa di simile allo Shitenshu di Gen) causando danno e lanciando in aria il malcapitato. Il potenziale è grande, e non fatico a immaginare i più creativi intenti a scovare stringhe che sfrutteranno il momento preciso della detonazione per creare combinazioni devastanti, anche perché la mina può essere attivata chirurgicamente mettendo a segno uno Psycho Crusher (la versione EX presenta anche una cattivissima animazione supplementare) o un Devil Reverse. Il gioco neutrale è bene o male lo stesso a cui siamo abituati con una piccola, importante aggiunta: per la prima volta Bison ha una spazzata forte al posto della classica scivolata. Niente paura, questa è ancora disponibile premendo la diagonale bassa avanti più calcio forte, un po’ come Joe Higashi ha iniziato a fare da KOF’95 in poi; meglio tardi che mai insomma, specie se questo contribuisce a conferire ulteriore flessibilità a un personaggio oggettivamente forte, penalizzato forse dall’assenza di una tecnica sicura sul rialzo.

Ma certo, è una scelta saggia attaccare briga col gigante muscoloso che dorme nel vicolo.

Per i fan del lore che erano sicuri che quel cappello lì, posto in evidenza in quel preciso stage, fosse l’inequivocabile simbolo di una futura resurrezione nonostante tutti dessero il signore dello Psycho Power per spacciato, possiamo dire che il nuovo Bison è… complesso. Indecifrabile nella sua amnesia e nel suo cosplay da Raoh con tanto di Re Nero a seguito, al momento è difficile capire se questo energumeno coperto di stracci sia un clone o l’originale. L’importante è poterlo incontrare nell’ormai traboccante World Tour e supplicarlo per diventare suo discepolo, in ogni caso, in Street Fighter 6!

IL FUTURO DI STREET FIGHTER 6 SEMBRA IN BUONE MANI

La seconda stagione non ci ha colpito solo per essersi palesata fulmineamente a ridosso dell’arrivo di Akuma, ma anche per i personaggi annunciati. Messa da parte la polare Elena e il già trattato Bison, gli altri due hanno infatti sorpreso non poco il pubblico, dato che arrivano dalla scuderia della rivale (per lo meno negli anni Novanta) SNK. Se da una parte la presenza di Terry Bogard e Mai Shiranui rappresenti un precedente inaspettato visto che mai prima d’ora dei combattenti “guest” si erano uniti al roster di uno dei capitoli regolari di Street Fighter, va ricordato che Capcom e SNK si sono già sfidate in passato, hanno goduto di una salutare (nonostante le apparenze, gli impiegati di entrambe le case erano compagni di bevute regolari lì a Osaka!) rivalità che ha contribuito a plasmare il panorama arcade di un decennio e che l’avvento di un ipotetico Capcom Vs. SNK 3 potrebbe trasformarsi in realtà nel prossimo futuro, specie grazie alla rinascita della software house di Eikichi Kawasaki e all’arrivo dell’attesissimo Fatal Fury: City of the Wolves nel 2025.

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Psycho Crusher EX e la mina fa boom!

Inoltre, Terry ha sempre fatto parte della famiglia, sin dal 1987: in un’intervista pubblicata sul libro The King of Fighters: The Ultimate History edito da Bitmap Books, Takashi Nishiyama in persona ammette che il tizio biondo che sfonda il muro nell’introduzione del primissimo Street Fighter è il modello su cui verrà creato l’eroe di South Town. C’è solo da capire come verrà declinato in Street Fighter 6, specie perché il già citato City of the Wolves potrebbe mescolare le carte in tavola, espandendo e trasformando il suo moveset. Dalle anteprime abbiamo infatti già visto che Terry sfoggerà un’inedita versione diagonale dell’ iconico Rising Tackle, ereditata dagli sprite sheet scampati alla bancarotta della vecchia SNK e destinati allo sfortunato seguito per Neo Geo di Garou: Mark of the Wolves che non vide mai la luce. Per adesso, dunque, tocca sedersi sugli sgabelli del Pao Pao Cafe e aspettare pazientemente qualche mese, visto che l’arrivo del lupo famelico è attesa per l’autunno di questo anno.

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