“Emanuele, vuoi dirci qualcosa tu?” “Ciao, mi chiamo Emanuele e ho giocato dieci minuti a Spelunky 2 senza fracassare il gamepad”. “Bene!” “Bravo!”
Sviluppatore / Publisher: Mossmouth, BlitWorks / Mossmouth Prezzo: 16,79€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Locale, Online PEGI: ND Disponibile Su: PC (Steam), PlayStation 4
Effetti indesiderati: in alcuni giocatori – moltissimi a dire il vero – si sono verificati episodi di rabbia, piromania e ingestione di parti del gamepad. Se Spelunky 2 fosse un farmaco, il bugiardino riporterebbe questa scritta a caratteri cubitali, e sarebbe pure ottimista.
Correva il 2008 quando lo sviluppatore indipendente Derek Yu pubblicò la prima versione di Spelunky, platformer freeware ispirato a vecchie glorie degli anni ’80 come Spelunker e Rick Dangerous. Difficoltà elevata, ritmo frenetico, pixel art graziosa e generazione casuale di livelli complessi ne decretarono il successo planetario che portò allo sviluppo di edizioni enhanced per le più popolari piattaforme di gioco. Diversi anni dopo l’ultimo porting, datato 2014, Derek ci presenta il sequel.
TALE PADRE, TALE FIGLIA
Questa volta vestiamo i panni di Ana, figlia del protagonista senza nome del primo episodio. Giunta sulla luna alla ricerca dei propri genitori, scopre l’esistenza di gallerie e cunicoli nascosti e brulicanti di ogni genere di insidia. Buon sangue non mente, e così frusta alla mano scende nelle viscere del satellite. Come nei platformer dei vecchi tempi, l’obiettivo di ogni livello è semplicissimo: arrivare vivi all’uscita, facendo man bassa di tesori lungo il cammino.
Il breve tutorial che ci spiega i controlli è l’unico momento di calma concesso, dopodiché comincia l’interminabile sequenza di sconfitte: spiaccicati al suolo, trafitti da una freccia, infilzati su qualche roccia aguzza, carbonizzati, crivellati di proiettili, coinvolti in un’esplosione, aggrediti dalla popolazione indigena, sbranati da una belva. In soli dieci minuti di gioco c’è materiale per due stagioni di “1000 modi per morire”.
LO SAPEVO, È BUGGATO! AH, NO
In Spelunky 2 moriremo in maniera così improvvisa e inaspettata che penseremo subito a un bug o a qualche errore di collisione. A un attento riesame dello scenario, mentre lanciamo il gamepad sul muro invocando il VAR, ecco che scorgeremo il finto totem che ci ha colpiti con un pugno, la fenditura nella roccia dalla quale è saltata fuori la talpa assassina, o l’idolo spara frecce attivato dal passaggio di un cavernicolo finendo per colpire noi.
LE INSIDIE IN SPELUNKY 2 SONO MOLTISSIME: AGUZZATE GLI OCCHI O PREPARATEVI A TANTE, TANTE TRAGICHE FINI
A farci perdere definitivamente le staffe, la permadeath, quella parola politically correct che riassume il concetto “oh, davvero eri arrivato al livello 14-3? Deve essere terribile ritornare a 1-1”. Ma in fondo cos’è la morte? Un apostrofo rosa tra le parole “Un’altra run”.
SUPER RICK DANGEROUS BROS
Perché prendere parte a un’esperienza tanto frustrante? Semplicemente, perché Spelunky 2 se lo merita. Ogni livello, seppur generato casualmente, ci regala dei passaggi che sembrano provenire da un sapiente lavoro di level design, con nemici, tesori e ostacoli collocati a regola d’arte per garantire una sfida sempre molto alta, senza che ci sia mai un punto irraggiungibile.
Continua nella prossima pagina…
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