Alla base del modello di volo c’è un’impostazione arcade alla portata di tutti, ma ce ne vorrà prima che vi possiate definire un vero top gun

Questa battaglia si limita alla parte alta dell’atmosfera. Tra i colori e la luna, è tanta roba, ma che bello sarebbe buttarsi in picchiata verso il pianeta.
SAPER ORIENTARE GLI SCUDI FA LA DIFFERENZA FRA UN PILOTA PROVETTO E UNA NUVOLA DI DETRITI. CERTO, SEMPRE CHE LI ABBIATE

“Ci sono due X-Wing, un Y-Wing, un U-Wing e uno Star Destroyer”. Non male come inizio di barzelletta.
Inoltre, la fedeltà al mondo di Guerre Stellari colpisce subito, e colpisce duro, come quel cazzotto di Mohammed Alì al primo minuto del primo round contro Sonny Liston, e spedisce al tappeto ogni traccia di maturità di noi adulti, con tanto di sonoro “Pew! Pew!”. Da sempre sostengo che nei videogiochi sia l’orecchio la vera strada maestra per arrivare al cuore, e in questo caso gli effetti sonori compiono un lavoro magistrale, dalle varie tonalità di laser al mitico, ineguagliabile rombo di un TIE fighter. Voi sapete come si inventarono il suono originale? È una storia quasi incredibile, andatela a cercare quando finite di leggere la recensione. Mi sta che sto divagando.
È UNA TRAPPOLA!
Tutto il comparto tecnico merita grande plauso, con una grafica che ricostruisce con grande dettaglio sia gli otto caccia pilotabili (quattro per parte) che le navi di dimensione maggiore, dalle corvette agli Star Destroyer. Le mappe ci regalano scenografie sempre spettacolari grazie a colori brillanti e livelli pieni di dettagli; oltretutto, a volte non fanno da semplice sfondo, ma diventano parte del gameplay, come quando dobbiamo destreggiarci tra i rottami in un cimitero spaziale o quando cerchiamoci di nasconderci in strati di gas corrosivi per nasconderci ai sensori degli avversari. Peccato che sciolgano anche il nostro scafo.
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