Abbiamo tutti giocato a Tetris. Io l’ho fatto per la prima volta su un Game Boy prestatomi da un amico; quella fu una delle versioni che più ha contribuito a rendere il gioco ideato da Aleksej Leonidovič Pažitnov nel 1984 un fenomeno mondiale, parte della cultura pop da ormai diverse generazioni. Nel corso dei lustri abbiamo potuto goderci Tetris su praticamente qualsiasi piattaforma, e in quest’occasione siamo di fronte all’ultima iterazione di questo classico eterno.
UN NUOVO TETRIS
A cimentarvicisi, troviamo i giapponesi di Monstars e Resonair, studi forse poco noti, ma tra i cui crediti spicca Tetsuya Mizuguchi nel ruolo di produttore. L’autore nipponico ha avuto un ruolo chiave, specie grazie alla propria esperienza su titoli come Lumines e Rez, di cui è stato designer anche per la più recente declinazione su PSVR, Rez Infinite. Non sorprende quindi che Tetris Effect sia pienamente giocabile con l’headset di realtà virtuale di casa Sony, e a dirla tutta si tratta di una combinazione molto azzeccata: insieme a delle buone cuffie, PSVR contribuisce in maniera sostanziale a creare una sensazione di coinvolgimento totalizzante. Con il caschetto in testa ci ritroviamo dentro al mondo di gioco e tagliamo fuori qualsiasi tipo di distrazione, aumentando l’impatto audio-visivo che rende questo titolo così unico rispetto i suoi tanti cloni.
Con il caschetto in testa ci ritroviamo dentro al mondo di gioco e tagliamo fuori qualsiasi tipo di distrazione
Non fraintendetemi,
Tetris Effect è un’assoluta gioia per gli occhi anche su schermo tradizionale grazie agli effetti di luce degni dei migliori fuochi d’artificio quando ripuliamo una linea; gli sfondi della trentina di livelli della campagna sono poi uno dei motivi per cui ho giocato e rigiocato alcuni stage, ma
mentre giocavo sul televisore ho più volte provato l’urgenza di tornare a calarmi nella realtà virtuale. Gli sviluppatori hanno introdotto una nuova funzionalità, chiamata “la Zona”: in sostanza, eliminare linee aumenta una barra che può essere attivata in qualsiasi momento. Così facendo, i tetramini rimarranno nella parte alta dello schermo e avremo tempo di sceglierne la collocazione senza che scendano. Tale situazione vale per un periodo di tempo tanto più duraturo quanto più è piena la barra della Zona al momento dell’attivazione.
Si tratta in pratica di un bonus che permette, oltre a ottenere moltiplicatori di punteggio, di prendersi un momento di pausa per riordinare i pensieri e liberarsi di situazioni ingarbugliate che porterebbero a un malaugurato Game Over. Inspiegabile invece la totale assenza di opzioni di gioco multiplayer, sia locale che online: una mancanza grave che fa sentire il suo peso, proprio perché chiunque, chi più chi meno, ha giocato a Tetris e quindi qualsiasi amico o parente in visita sarebbe stato un candidato per grandi sfide sul divano.
VIAGGIO AI CONFINI DEL MONDO
Una delle due modalità principali è “The Journey”, la vera e propria visione artistica di Mikugushi e soci per Tetris. Un livello dopo l’altro, ci viene presentato un angolo di mondo, ciascuno con un proprio modo di essere bello e affascinante. Mi sono sentito come un turista che scopre tappa dopo tappa le meraviglie nascoste nei quattro angoli del globo, alla continua ricerca della prossima fermata. Il tragitto non è mai banale e passa da foreste secolari a spiagge tropicali, passando per canyon dove cavalcano gli spiriti di nativi indiani, per poi fiondarsi su destinazioni ancora più esoteriche come riti tribali e scontri ancestrali tra yin e yang. Questi sono solo i primi esempi che mi vengono in mente, ma potrei andare avanti a lungo, tanto gli scenari ideati lasciano il segno: sia che si tratti di paesaggi realistici o ambienti creati da zero, gli sfondi sono tutt’altro che un fondale inerte, trascinando il giocatore con sé lungo il viaggio.
Sia che si tratti di paesaggi realistici o ambienti creati da zero, gli sfondi sono tutt’altro che un fondale inerte
Le musiche fanno parte integrante di quest’esperienza, a tal punto da sfiorare la sinestesia dei sensi; a denominatore comune di quasi tutte le tracce si trovano toni bassi costanti e morbidi, soavi come un massaggio rilassante che sa però alternare momenti di quiete e intensità. In ogni sessione di gioco, la colonna sonora mi ha reso del tutto ignaro di ciò che mi circondava e mi sono abbandonato al percorso pensato per me dagli sviluppatori nipponici. I momenti migliori di
Tetris Effect sono proprio quelli in cui la componente di gioco si amalgama alla perfezione con gli effetti grafici e sonori, andando a creare una miscela rilassante in cui lasciarsi andare.
Stonano invece alcune istanze (poche, per fortuna) dove la velocità di gioco impenna a livelli di difficoltà estrema. Sono condizioni in cui il giocatore deve concentrare tutta la propria attenzione sul gameplay, e non può quindi godersi appieno la natura multi-sensoriale del titolo. A questo va aggiunta l’estrema sensibilità dei comandi che nelle situazioni più caotiche può tirare brutti scherzi: più di una volta stavo spostando lateralmente un tetramino quando ho sfiorato senza rendermene conto il tasto verso l’alto del D-pad, comando che schianta il pezzo direttamente sugli altri già presenti a schermo. Quando ciò succede due o tre volte in rapida successione le conseguenze sono spesso fatali, con conseguente annessa frustrazione e invocazione del rosario.
POKER D’EMOZIONI
L’altra modalità principale è chiamata Effect Modes ed è divisa in quattro categorie rappresentanti diverse emozioni, come concentrazione o relax. Si passa da semplici maratone in cui si va avanti fino a quando viene ripulito un certo numero di linee, a veri e proprio sotto-giochi di nuova ideazione. Spesso queste partite sono molto brevi visto che viene dato poco tempo per completare obiettivi specifici, e tale brevità è motivo per riprovare subito a fare di meglio, con l’unico rischio di cadere nella sindrome di “ancora una e poi smetto”.
Effect modes è una vera e propria palestra dove l’appassionato di Tetris può allenarsi e raffinare le proprie abilità
La mia preferita è l’opzione Mistery della sensazione “avventuroso”, in cui le classiche regole di gioco vengono continuamente variate da effetti casuali:
ritrovarsi con lo schermo capovolto di 180 gradi ha messo in seria difficoltà i miei riflessi con risultati tanto ilari quanto destabilizzanti. Effect modes è una vera e propria palestra dove l’appassionato di Tetris può allenarsi e raffinare le proprie abilità attraverso diversi esercizi; senza dubbio è qui che risiede la linfa vitale che garantisce notevole longevità al gioco in questione, visto che completare The Journey richiede due o tre ore. Confermano tale tesi gli eventi a tempo:
ogni fine settimana gli sviluppatori scelgono una delle quattro modalità e stabiliscono un punteggio da raggiungere nel giro di 24 ore. Tutti i giocatori in giro per il mondo contribuiscono al completamento di tale obiettivo e, in caso di successo, hanno accesso a un avatar esclusivo. L’evento terminato la scorsa domenica ha visto una graduatoria dominata dai giocatori giapponesi: ben 8 di loro facevano bella mostra di sé nella top 10. Tale sistema si presta a un numero di iterazioni molto elevato e spinge la community a un continuo allenamento per fare sempre di meglio e ottenere posizioni più vicine alla vetta in classifica, creando un meccanismo di sana competizione che sfocia in collaborazione collettiva.
Non solo abbiamo un nuovo Tetris, ma finalmente ci troviamo una versione di questo sempiterno classico con una campagna in single player, la cui narrativa è affidata per intero alla combinazione di elementi audio-visivi che si combinano alla perfezione creando momenti in cui l’esperienza multi-sensoriale elaborata dal nostro cervello si unisce al lavoro logico necessario per completare i livelli. Ritengo che i momenti in cui la difficoltà si fa più elevata sarebbero dovuti rimanere fuori dal Viaggio, visto che l’altra modalità, Effect Modes, è un ottimo strumento per migliorare la propria tecnica. Il vero difetto grave di Tetris Effect è però solo uno: l’assenza di opzioni multigiocatore fa gridare allo scandalo, senza possibilità di appello.