Dietro ogni grande storia ci sono grandi personaggi, dietro grandi goal ci sono sempre grandi giocatori e, in una piccola porzione di questo quadro, rivolto di spalle, nel suo grande impermeabile autunnale, una pipa accesa, un altro bastoncino di nicotina tra le dita a contemplare l’orizzonte, c’è l’allenatore di Football Drama, Rocco Galliano, forse uno dei personaggi videoludici più romantici e crepuscolari che abbia mai avuto la fortuna di incontrare e al quale, nonostante sia a tutti gli effetti un personaggio fittizio, voglio un gran bene.
Anzi, forse no, forse c’è un po’ di un Rocco Galliano in chiunque sia minimamente interessato a uno sport o abbia una passione, un hobby da coltivare, che poi guarda con occhi più saggi e vecchi, non più con entusiasmo ma come punto nevralgico di una serie di domande che molte volte hanno la più semplice delle risposte: chi sono io? Un uomo.
SONO UN SEMPLICE ALLENATORE
Non esagero dicendo che, in una ipotetica lista di fine anno comprendente i migliori titoli giocati, Football Drama, dell’italianissimo team di Open Lab Games & Demigiant, spiccherebbe senza problemi tra le posizioni più alte, con tutte le consapevolezze e contestualizzazioni del caso.
In Football Drama saremo Rocco Galliano, allenatore di calcio di mezza età, tutto impermeabile, pipa e cinismo, che dopo una carriera burrascosa fatta di grandi successi personali e professionali, come di scivoloni che ne hanno minato la carriera, adesso si ritrova di nuovo su una panchina, quella del Calchester Assembled Football Club, chiamato da un presidente dispotico che esige una stagione da sogno. Sarà nostra missione arrivare alla fine delle diciotto giornate di campionato. Come ci qualificheremo non è poi così importante, infatti una delle tag line del titolo riporta un messaggio essenziale: possiamo perdere il campionato, ma vincere il gioco.
è stata un’esperienza estraniante ma incredibilmente affascinante
A mettere un pizzico di pepe, un sistema di carte che possiamo richiamare dal menù e usare durante la partita, anche se il corretto utilizzo di queste non è sempre assicurato, con molti consigli tattici che possono essere facilmente ignorati dai giocatori, risultando vano l’utilizzo della carta che sarà automaticamente scartata dal mazzo. Nulla di particola da segnalare dunque su quello che è a tutti gli effetti il fulcro del titolo, che si accompagna a una direzione artistica a dir poco strabiliante per l’uso di colori pastelli e mantenendo un aspetto cromatico mai accesso, anzi, sempre molto crepuscolare. Durante i momenti di gestione della palla sul campo sarà bellissimo vedere su schermo i cori delle due tifoserie, criticare i giocatori, invocare un goal oppure esaltarsi quando la propria squadra entra nell’area nemica. Anche alcune piccolezze, tipo la pioggia o la neve che cade sul campo, sono inserite con una tale armonia.
aspetto cromatico mai accesso, anzi, sempre molto crepuscolare
Questo è uno degli evidenti limiti del titolo, sviluppato da appena un paio di persone, che comunque non mina il lavoro svolto nella sua complessità, ma che già dopo una manciata di partite comincerà a emergere smorzando l’entusiasmo, anche se è sempre una gioia innescare risse con allenatori avversari rifiutando di dare la mano dopo una sonora sconfitta e/o vittoria.
IL LUNEDÌ, CHE UMILIAZIONE, ANDARE IN FABBRICA A SERVIRE IL TUO PADRONE
Quindi, dopo aver dato una panoramica complessiva del titolo, elargendo lodi e critiche, perché Football Drama è riuscito a conquistarmi? Devo essere sincero, non lo so.
Anzi, proprio questa sensazione di costante insicurezza in tutto ciò che offre, minuto dopo minuto, restituisce una forza drammaturgica impressionante, centralizzando subito il focus sul vero obiettivo del gioco, ovvero scoprire cosa si cela dentro la pipa di Rocco Galliano.
Il vero obiettivo del gioco è scoprire cosa si cela dentro la pipa di Rocco Galliano
Football Drama potrebbe essere a tutti gli effetti il sequel spirituale di Febbre a 90′ di Nick Hornby, perché, prima di essere un gestionale o una visual novel, vuole essere una Storia, coglierne il miglior aspetto drammaturgico possibile e farci vedere quel lato inedito del calcio che difficilmente riusciamo a scorgere, tra notizie di ultras violenti, accoltellamenti, fari play finanziario, scandali e altri feticci. Oltre tutta questa montagna mediatica c’è un campo da calcio, un uomo nel suo impermeabile che in un tardo pomeriggio di ottobre scruta il campo vuoto, estendendo su quel prato sintetico la sua vita, amori, delusioni, successi e insuccessi, tutto affrontato con un piglio cinico del miglior Woody Allen, e, incredibile a dirsi, tutte queste emozioni sono addensate in un titolo che in una manciata di ore si porta a termine senza problemi, per poi lasciarsi rigiocare per sbloccare tutti i finali al momento di diverse scelte di dialogo. Il vero motivo per cui torneremo a fare Nuova Partita, però, sarà per flirtare e affrontare il mondo con gli occhi di Rocco Galliano.
Football Drama, dopo un inizio folgorante, dimostra tutti i limiti di una produzione indie. Forse sarebbe stato utile ottimizzare la durata del campionato, ma tutte le meccaniche sono intuitive e divertenti, incasellando il gioco come una piccola boccata d’aria fresca – e originale – per quanto riguarda i titoli sportivi. Molto meglio tutto l’aspetto estetico, con un colpo d’occhio per disegni e colori praticamente perfetto e un aspetto narrativo e di scrittura dei personaggi apparentemente superficiale, ma ricco e sfaccettato.