The Dark Crystal: Age of Resistance Tactics – Recensione

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BonusXP ha gettato delle fondamenta solide sulle quali ha costruito un gameplay tutto sommato superficiale

Da notare che la stragrande maggioranza degli scenari non include alcun fattore di casualità nella struttura del livello o nella quantità e qualità dei nemici, eccezion fatta per un limitatissimo numero di missioni che è possibile affrontare più volte per acquisire esperienza e far crescere ulteriormente i membri del party; in questi casi la conformazione della mappa resta invariata, mentre a cambiare saranno solamente i nemici.

IL LAVORO DEL PARTIGIANO

A proposito di party, in The Dark Crystal: Age of Resistance Tactics abbiamo modo di gestire un gruppo che arriverà a includere ben quattordici personaggi, tutti tratti dall’omonima serie televisiva e ognuno dotato di capacità e tratti distintivi. Da questo punto di vista il lavoro svolto dagli sviluppatori è encomiabile giacché due eroi non saranno mai uguali tra loro, anche se appartenenti alle stesse classi. Ciò è possibile perché l’appartenenza a clan di Gelfling diversi garantisce l’accesso ad abilità differenti. In più, il sistema di professioni permette di specializzare ulteriormente ogni singolo personaggio attribuendogli una classe principale e una secondaria, andando così a modificare le mosse a disposizione e le statistiche di base. Tale sistema richiama alla mente quello presente in un grande classico del genere, Final Fantasy Tactics, e in effetti è alquanto palese che gli sviluppatori si siano ispirati al JRPG tattico targato Square, prendendone in prestito molte dinamiche ludiche.

The Dark Crystal Age of Resistance Tactics Recensione 01

Solitamente le specializzazioni totali sono una dozzina per ogni personaggio, ma alcuni ne hanno molte di meno.

The Dark Crystal: Age of Resistance Tactics offre quindi un sistema di personalizzazione degli eroi abbastanza sfaccettato, anche se il tutto viene gestito in maniera piuttosto semplicistica. Alla fine le specializzazioni sono sì ben distinte le une dalle altre, ma offrono poche abilità univoche e le combinazioni totali non sono poi tantissime. Ne consegue che la critica più importante che si può muovere al gioco è la mancanza di profondità: BonusXP ha gettato delle fondamenta solide sulle quali ha costruito un gameplay tutto sommato superficiale, sebbene comunque piacevole.

In tutto questo non aiuta una difficoltà che anche al livello più elevato rimane piuttosto bassa senza mai impensierire l’utente, con buona probabilità per mantenere il gioco alla portata di tutti; d’altronde stiamo pur sempre parlando di un tie-in volto a pubblicizzare la recente serie televisiva. Ecco, devo però ammettere che la narrazione di The Dark Crystal: Age of Resistance Tactics è ben curata, di conseguenza l’opera dello studio texano ha comunque acceso in me la curiosità di scoprire questo franchise e sono certo che nel prossimo futuro darò una chance alla serie Netflix. Immagino che a questo punto l’obiettivo degli sviluppatori sia stato centrato in pieno.

In breve: The Dark Crystal: Age of Resistance Tactics è tutto sommato un buon gioco di ruolo di stampo strategico, tuttavia la sua natura di tie-in ne limita di fatto le potenzialità. Gli sviluppatori avrebbero potuto osare qualcosina in più, anche perché le fondamenta ludiche su cui si poggia l’intera esperienza appaiono abbastanza solide, eppure non vengono mai valorizzate al meglio.

Configurazione utilizzata: Intel i5 3,5GHz, 8 GB RAM, Nvidia GeForce GTX 970
Com’è, come gira: Ci troviamo al cospetto di un videogioco estremamente leggero e scalabile, anche se le opzioni grafiche sono piuttosto limitate e la resa visiva nel suo complesso non è che sia poi un granché.

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Pro

  • Le missioni sono abbastanza varie.
  • Ottimo sistema di progressione dei personaggi.
  • Tutto sommato un buon tie-in…

Contro

  • Manca di profondità.
  • La difficoltà si attesta su livelli molto bassi.
  • ...ma si poteva fare di più.
7.3

Buono

Le leggende narrano che a Potenza ci sia un antro dentro al quale vive una misteriosa creatura chiamata Alteridan. In realtà è solo il nostro Daniele, che alterna stati diurni di brillantezza ad altri notturni dove i suoi amici non hanno ancora capito che non conviene fargli assumere troppo alcol.

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