The Operator – Recensione

PC PS5

CTRL+Alt Canc, come insegna l’informatica, Windows e il manuale del bravo internauta. Quanto ho appreso da Bureau 81, all’anagrafe Bastien Giafferi, è che per creare un ottimo videogioco non basta altro che la semplicità. The Operator è l’esatta prova di cosa significhi proporre cultura del videogioco, prendendo gli elementi vincenti della crossmedialità, l’arma definitiva. 

Sviluppatore / Publisher: Bureau 81, Bastien Giafferi / Bureau 81 Prezzo: ND Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: ND Disponibile su: PC (Steam) Data d’uscita: 22 luglio 2024

Ammetto che è davvero strano iniziare una recensione con un’introduzione del genere. Eppure, dopo aver partecipato a un evento privato assieme a Bastien Giafferi, sviluppatore di The Operator, dovrei essermi abituato alla sua visione di game design. Occorre comunque, giusto perché è sempre interessante capire chi si ha davanti, sottolineare che Bastien Giafferi ha lavorato in passato per DigixArt, a Montepellier, con Yoan Fanise, sviluppatore di Road 96, opera trascendentale che, oltre ad aver offerto una storia ribelle, è stata in grado di coniugare una struttura di gioco davvero particolareggiata.

Con The Operator, prima opera da solista per Bastien Giafferi, l’intenzione è chiaramente ambiziosa, specie per le ispirazioni – sia letterarie che cinematografiche – cui la produzione è soggetta. Sto parlando di X-Files e di temi complottistici che potrebbero far impallidire lo stesso Dan Brown, con la differenza che Bastien Giafferi, all’interno della sua produzione, ha saputo essere originale. Non è semplice esserlo, in un mercato ormai saturo, colmo di videogiochi che non hanno mai effettivamente lo stesso carisma.

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Quando parlo di carisma, non mi riferisco alla sfacciataggine. Avendo partecipato a un evento Discord proprio su The Operator, e comprendendo meglio cosa intenda Bastien Giafferi sulla creazione di videogiochi, ho compreso immediatamente che la produzione che mi sarei trovati davanti avrebbe messo in campo esattamente quel tipo di originalità che ricerco in tante opere. Qualcuno potrebbe, in tal senso, farsi ingannare dalle schermate che potrebbero ricordare un PC vetusto di una scuola superiore, anche se di vecchio c’è ben poco, quando si parla della FDI e della sua tecnologia all’avanguardia. Tutto parte da un giorno di lavoro, di apprendistato e da uomini in giacca e cravatta come se ne vedono in tanti film americani. L’avventura di Evan Tanner, nuovo acquisto della Federal Department Intelligence, parte così, dal nulla. Con uno schermo nero a dargli il benvenuto, delle icone e un cestino, posto a sinistra del suo campo visivo. Un inizio niente male.

MISTERI DI VITE COMUNI, MA NON SOLO

The Operator è espressamente un videogioco che fa della scrittura una sua caratteristica di forza sin dal primo momento. Lo si evince dalla scrittura, ottima e ben concentrata a dettagliare ogni singolo evento con passione, presentando ogni protagonista con la dovuta attenzione. Come accennavo prima, è il primo giorno di lavoro per Evan Tanner, un esperto di sistemi di sicurezza. Del suo passato si sa molto poco, se non che era alla ricerca di lavoro e che il suo amico di sempre, il neopromosso Direttore Trench, conta su di lui in modo totale. Una presentazione con Skinner, che è a capo delle divisioni operatori, e tutto parte come se non si fosse mai fermato. Come se Evan fosse l’elemento di un puzzle perfetto dominato da codici e molto altro.

STACCA TUTTO.

Senza fare spoiler che potrebbero rovinare l’esperienza, dunque, The Operator è un racconto pregevole, che parte dando assicurazioni che, in seguito, si trasformano in cupe macchinazioni. Oltre a Skinner e allo stesso Trench, c’è un misterioso hacker chiamato HAL, una figura che è l’essenza stessa del racconto del titolo, che dimostra di avere ottime peculiarità quando si tratta di sorprendere attraverso i colpi di scena e i vari cliffhanger che nessuno si attende. Se in un primo momento pensavo che il racconto procedesse su binari sicuri, senza esplodere effettivamente, tutto quanto si fa interessante quando è la lettura, necessaria per avanzare nel titolo, diventa parte integrante di un game design ben orchestrato, il quale si appoggia su una storia che ha dei risvolti di tutto rispetto.

The Operator è un racconto pregevole, che parte dando assicurazioni che, in seguito, si trasformano in cupe macchinazioni

La grande ispirazione, confermata peraltro da Bastien Giafferi, è per il thriller, il mistero e X-Files. Avere a che fare con i personaggi, che permette di fare costantemente socializzazione e di apprendere le caratteristiche comportamentali dei vari agenti, è cosa rende il titolo appagante. In un racconto che mischia vita privata e lavoro, la produzione insegue le insicurezze del giovane Evan, permettendo di entrare in contatto con la sua realtà. È una storia di sofferenza molto più di quanto immaginassi, ed è proprio questo il bello: la scoperta di cosa c’è oltre il velo del mistero all’interno del titolo. Gli Operatori dell’FDI, infatti, affiancano i vari agenti incravattati per guidarli in missioni di vario genere; dalla risoluzione di omicidi fino alle scomparse, per poi passare al momento culmine del titolo, cioè l’investigazione vera e propria, da bravi Batman della serie Arkham. O quasi.

THE OPERATOR GARANTISCE UN OTTIMO GAME DESIGN

La semplicità, in un mercato simile, è una manna dal cielo. È la manna del cielo per eccellenza, a dire il vero. È cosa rende un videogioco piacevole, cosa che ha permesso a Luca Galante con Vampire Survivors di sbancare in tutto il mondo, divenendo un vero e proprio fenomeno. The Operator, tuttavia, è ben diverso nelle intenzioni: pur prendendo una piega completamente story-driven, la sua struttura è quella di un puzzle game in cui è fondamentale cercare degli indizi in base ai casi che si presentano. Evan, seduto davanti a una scrivania, deve seguire gli agenti in ogni dove, aiutandoli e supportandoli nei vari casi che si aprono nel corso dell’esperienza di gioco. È una cooperazione silente, quella scelta da Bastien Giafferi, che si avverte dal primo all’ultimo momento.

Qua è dove il titolo, a mio parere, ha osato davvero tanto.

Oltre, dunque, a muovere il puntatore sullo schermo, quindi, si deve analizzare tutto ciò che viene passato dagli agenti sul PC. Esso è lo strumento principale che si utilizza per risolvere i casi. Bastien Giafferi, per l’occasione, ha completamente ridisegnato una homepage per renderla quanto di più similare possibile a un terminale di qualunque entità. Ogni strumento ha un suo utilizzo preciso, come la Banca Dati, utile per rintracciare qualcuno e i suoi legami. Oltre a scervellarsi per capire cosa si ha davanti, il giocatore può adottare un proprio stile, optando anche le risposte da dare ai vari agenti e, soprattutto, al buon ma temutissimo HAL, in grado di entrare dappertutto, anche nella mente di Evan.

La semplicità si avverte attraverso le situazioni del titolo. È qui che l’originale, comparendo improvvisamente, fa da padrone a questo grande insieme che funzione per merito di tanta visione e talento

La semplicità si avverte attraverso le situazioni del titolo. È qui che l’originale, comparendo improvvisamente, fa da padrone a questo grande insieme che funzione per merito di tanta visione e talento. Risolvere un caso è l’obiettivo principale del titolo, che si attesta su una longevità di cinque ore, Il titolo, oltre a essere un rompicapo di assoluta caratura (nonostante i fin troppi aiuti al suo interno, anche se per un pubblico più casual potrebbero essere importanti), è pure un gioco di ruolo. Un buonissimo gioco di ruolo, sebbene non sia questo il genere cui appartiene, perché permette al giocatore di sentirsi realmente un operatore.

Mi mancherà, questo schermo…

L’intero game design spazia da momenti in cui si deve analizzare un componente chimico attraverso il calcolo limite del Delta-V fino disinnesco di una bomba letale. È un videogioco che intrattiene, che coinvolge e che, soprattutto, ha una lucidità incredibile quando si affronta l’imprevedibilità del futuro. Tutto è su una lastra di ghiaccio che potrebbe rompersi da un momento all’altro, la stessa che il povero Evan, affrontando il mistero e l’ignoto, pensa che niente possa essere peggio delle vite nello Spazio. Anche se è consapevole che sia l’uomo a essere il reale politico per la Terra.

DI TEMATICHE ED ESPRESSIONI

The Operator, utilizzando un linguaggio comune, parla alle nuove generazioni mentre urla su quelle passate. È un videogioco che ha l’intenzione di colpire attraverso il suo game design e il racconto che si scopre, lasciando spazio per un futuro di tutto rispetto.

È la prova di assoluta caratura di un videogioco e di un team, quello di Bastien Giafferi, che può soltanto fare del bene

Evan è probabilmente il più giovane, uno dei piccoli, l’unico a poter conoscere davvero cosa giri in testa nella mente dell’FDI. Ogni conversazione parla a tre generazioni diverse che non hanno saputo dialogare in passato. È la prova di assoluta caratura di un videogioco e di un team, quello di Bastien Giafferi, che può soltanto fare del bene, in futuro. Il presente è The Operator.

In Breve: The Operator, sviluppato da Bureau 81, è un videogioco di buonissima qualità per le tante opzioni che offre nella risoluzione dei vari enigmi che mette in campo, dimostrando inoltre una pregevole attenzione per la scoperta e la lettura, che lo stesso Bastien Giafferi non ha mai nascosto come sua grande passione. Il titolo, capace di coinvolgere, potrebbe portarvi a riflettere sulla società e su cosa conta davvero. No, in The Operator non è farsi un PC da gaming.

Piattaforma di Gioco: PC
Configurazione di Prova: i5-12400F, 16 GB RAM, GeForce RTX 3080, SSD
Com’è, come gira: In modo ottimo, ovviamente. Girerebbe pure sulla macchina del caffè a casa di Mario, bello lui.

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Pro

  • Game design semplice ed essenziale / Voci reali, di grandi attori / Piacevolissimo / Non calcolavo un Delta-V dalla quinta liceo...

Contro

  • ... In fisica avevo 7 / Qualche aiuto in meno forse poteva essere la scelta giusta
8.5

Più che buono

Cosa succede se unite letteratura, tanta curiosità e un mix letale di videogiochi indipendenti e di produzioni complesse? Otterrete Nicholas, un giovane virgulto che scrive tanto e vuole scrivere di più. Chiamato "Puji" ben prima di nascere, dovete dargli una penna per tenerlo calmo. O al massimo un pad.

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