La natura dei puzzle game punta e clicca a due dimensioni ben si presta a bilanciare un gameplay semplice con tematiche e ambientazioni serie e profonde. Con questo suo primo lavoro intitolato Lucid Dream, Dali Games è solo l’ultimo esempio di come anche piccolissimi studi indipendenti possano riuscire a dare alla luce storie davvero interessanti, in questo caso prendendo spunto a piene mani dall’arte e dalla magia che essa riesce a creare nella mente umana. Il giocatore è invitato a prendere per mano la piccola Lucy – una bambina rimasta paraplegica a causa di un incidente – e accompagnarla in un viaggio fuori dal comune (e dalla realtà!) nel tentativo di salvare sua madre. L’epilogo di questa strana avventura non sarà per nulla scontato.
QUADRI INTERATTIVI
Nonostante Lucid Dream sia stato finanziato, prodotto e pubblicato da un team di quattro persone, il risultato dal punto di vista artistico è davvero lodevole. Ispirandosi esplicitamente alle opere del pittore spagnolo di Salvador Dalì (così come a varie mitologie), gli sviluppatori hanno creato due mondi distinti: quello grigio e cupo della vita reale di Lucy e della sua mamma, e quello onirico, colorato e popolato da tante bizzarre creature.
Ispirandosi ai quadri di Dalì, gli sviluppatori hanno creato due mondi: quello grigio e cupo della vita reale e quello colorato dei sogni
TRA ALTI E BASSI
Come già accennato in apertura, la sua natura di puzzle game 2D non deve farci immaginare chissà quali meccaniche di gioco innovative: per procedere nella storia è necessario superare una serie di enigmi di vario tipo, scovando e raccogliendo oggetti nell’ambiente circostante e combinandoli all’occorrenza. I livelli di difficoltà sono tre. Il più semplice, “Sleepwalker”, permette di illuminare gli oggetti chiave, di aumentare il range con cui possiamo interagire con il mondo circostante e, soprattutto, di consultare il diario di Lucy. Esso contiene una serie di disegni con la soluzione dei vari puzzle, pasticciati e oscurati a matita, che possono essere rivelati attraverso l’utilizzo di una gomma per cancellare. Le restanti modalità – “Dreamer” e “Dream Interpreter” – sono consigliate a chi ha già una buona dimestichezza col genere, in quanto diminuiscono sostanzialmente il numero e il tipo di aiuti disponibili durante il gioco. La maggior parte dei puzzle si è rivelata piacevolmente stimolante e ben progettata. Alcuni di questi, però, sono stati capaci di mettere a dura prova la mia pazienza, specialmente quelli basati su portali e labirinti, fin troppo lunghi e decisamente criptici.
Purtroppo, dal punto di vista tecnico, il titolo di Dali Games presenta alcune limitazioni e qualche difetto
Se non siete intimoriti dalla lingua inglese, Lucid Dream merita senz’altro una chance per via della sua splendida ambientazione surreale – interamente disegnata a mano – e delle vicende che ruotano intorno alla piccola protagonista. Nonostante qualche intoppo e un paio di enigmi troppo macchinosi, l’opera prima di Dali Games riesce efficacemente a far viaggiare il giocatore tra il mondo dei sogni e quello della vita reale in una avventura unica nella mente di una giovane e coraggiosa bambina.