Oxenfree II: Lost Signals – Recensione

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Night School Studio ritorna sulle scene quattro anni dopo l’infernale Afterparty per dare un seguito al loro bellissimo titolo d’esordio con Oxenfree II: Lost Signals, per la prima volta come parte integrante dei Netflix Games Studio.

Sviluppatore / Publisher: Night School Studio / Netflix Prezzo: 23,99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: + 12 Data d’uscita: 12 luglio 2023 Disponibile su: PC, PlayStation 5, PlayStation 4, Nintendo Switch

Camena, dopo una certa ora, è come una qualsiasi cittadina di periferia. Rimangono accese solo le luci dei lampioni, i negozi sono chiusi e il mare può parlare senza essere sovrastato dal via vai delle attività, dei turisti, dei pensionati che passeggiano sul lungomare, godendosi la vista di Edwards Island in lontananza, “quella dove sono spariti quei ragazzini, ti ricordi? Già, brutta storia…”. Quel suo spegnersi all’improvviso, come se ci fosse un interruttore a regolare la vita dei suoi abitanti, sembra però aprire le porte a un altro mondo, suggestionando chi si ritrova a passeggiare per quelle vie.




Gli alberi neri nella notte che sembrano bisbigliare alle nostre spalle frusciando e scricchiolando. I gufi appostati e attenti, mentre le stelle sussurrano delle possibilità di mondi mai visti. Riley la conosce bene quella sensazione, d’altronde ci è cresciuta, a Camena. Un ritorno a fini lavorativi che, però, porta in dote ricordi che si sarebbe volentieri risparmiata di riesumare e che, come uno scherzo del destino, si preparano a tormentare una notte inspiegabile.

RECITAZIONE VIRTUALE CON OXENFREE II: LOST SIGNALS

Una serata di ordinaria amministrazione, quella che le preannuncia Evelyn, il suo contatto con la centrale operativa. Qualche trasmettitore da piazzare nei punti più alti della costa per studiare meglio quei disturbi elettromagnetici che, in effetti, sembrano proprio strani e stanno ormai condizionando pesantemente la vita degli abitanti, che si devono fare il segno della croce ogni volta che decidono di accendere la TV o riscaldarsi qualcosa al microonde.

Oxenfree II è un perfetto incontro tra seria TV e videogioco

Non serve dire che questo lavoro, questa notte, di ordinario non avrà neanche un minuto, mentre interpreteremo il ruolo di Riley, in compagnia del suo vecchio compagno di classe Jacob. Oxenfree II: Lost Signals, ancor più del precedente capitolo, è un perfetto incontro tra serie TV e videogioco, la cartina di tornasole che mostra l’ambizione di Netflix nel medium e, nelle intenzioni, rigenera il “modello Telltale”, scegliendo definitivamente l’avventura grafica come perfetto tramite tra i due mondi. Un perfetto incontro anche perché Night School Studio, se decidesse di produrre serie TV e basta, si mangerebbe la maggior parte delle produzioni pop contemporanee, talmente talentuosi sono i suoi scrittori, capaci di creare un flusso pressoché infinito di chiacchiera (recitata benissimo, in modo estremamente naturale e sottotitolata con gran mestiere in italiano) e applicandolo ad un game design dalla struttura essenziale, pulito, perfetto per stimolare l’esplorazione ed esaltare l’atmosfera di una Camena bidimensionale, splendidamente disegnata e colorata dagli artisti del team.

Gli squarci nello spazio-tempo daranno vita ad alcune delle sequenze più memorabili dell’opera.

I dialoghi interattivi, con la possibilità di scegliere sempre tre modi di rispondere, hanno il duplice effetto di coinvolgere nel racconto e di plasmare lo stesso, costruendo in prima persona i rapporti con i vari personaggi e prendendo decisioni importanti, pesanti, spesso sofferte o incerte, tese, improvvise e in tempo reale, concedendo al giocatore anche la possibilità di non intervenire, lasciando scorrere il destino. Ed è un meccanismo che sul divano, insieme ad altre persone, tira in mezzo tutti, non concede tempo per distrarsi e fa passare una serata di binge gaming senza rendersene conto, perché senza pause, stacchi, momenti morti (e no, a meno di iniziare molto presto la serata non si conclude in una sola sessione, personalmente ho impiegato sette ore piene, durata perfetta).

La radio è un perfetto strumento per indagare il sovrannaturale

Questo anche grazie al fatto che, esplorazione e puzzle solving, sono sempre perfettamente integrati nel racconto, senza essere ostacoli da superare per dimostrare qualcosa al gioco, che non si pone al giocatore con fare di sfida ma, anzi, stimola la curiosità, la voglia di risolvere il mistero, vedere cosa accadrà di lì a cinque minuti. E così si guarda la mappa come turisti per capire dove andare a piazzare i trasmettitori, scegliendo la strada giusta, si risolvono piccoli enigmi ottici dove sintonizzare delle frequenze audiovisive, si scala, si salta, si parla al walkie-talkie e, soprattutto, si sintonizza la radio sull’ignoto, oltre, dietro il tendone della realtà conosciuta.

MAYDAY, MAYDAY! 

La radio, d’altronde, è da sempre un perfetto strumento per indagare il sovrannaturale. Tra le sue frequenze si può captare di tutto o, per lo meno, ci si può immaginare di tutto in quelle distorsioni, in quel rumore bianco ipnotico. Il sound design in generale, fiore all’occhiello della produzione, è pervasivo, angosciante, elegante, capace di mescolare armoniosamente rumori ambientali, synth profondi, aberrazioni uditive e voci, condensando e nascondendo tutto questo, ovviamente, anche nelle onde radio.

Quello che rende speciale Oxenfree II è proprio l’empatia che trasmette, la sensazione che parlare possa risolvere sempre le situazioni, anche le più indecifrabili

Basta girare l’analogico come una manopola per intercettare scampoli di conversazioni in loop, inquietanti, intime, bizzarre, oppure un programma del college, della musica country, ma le giuste frequenze sono soprattutto le chiavi per squarciare la nostra dimensione, aprire portali verso luoghi dove lo spazio-tempo segue logiche impossibili e dove certe entità hanno perso la loro umanità, intrappolate come ergastolani che cercano di fuggire scavando tunnel con un cucchiaino. Il twist (radiofonico) sul genere weird di Night School Studio è un incontro tra Stranger Things e Lovecraft, tra X-Files e Twin Peaks; cerca la scienza nell’assurdo, la logica nel sovrannaturale e usa l’orrore come “scusa” per scavare nel torbido dei propri protagonisti, nel loro passato e futuro, mettendoli a nudo e toccando tematiche, traumi e paure in cui ci possiamo ritrovare in parecchi.

La piazza principale di Camena, un negozio di articoli per la pesca, un ristorante e la notte che si porta via tutto.

È un racconto interessante che coinvolge personaggi tridimensionali, alcuni dei quali non vedremo mai in faccia e con cui, nonostante questo, si instaurerà un rapporto di reciproca fiducia in questa serata così particolare, aiutandosi, scambiandosi informazioni e parole di conforto, “non uscire, stai al sicuro”. Quello che rende così speciale Oxenfree II è proprio l’empatia che trasmette, la sensazione che parlare possa risolvere sempre le situazioni, anche le più indecifrabili. Ed è un messaggio che arriva forte e chiaro, filtrato attraverso il gameplay. Parlare per farsi compagnia nel buio, come una torcia, per sentirsi meno soli, meno folli, “l’hai visto anche tu, vero?!”. Questo è esattamente quello che mi aspetto da chi vuole fare narrativa col videogioco, non un videogioco che imiti il cinema ma che decostruisca il linguaggio cinematografico per adattarlo ad un game design efficace. Talento e visione.

In Breve: Oxenfree II: Lost Signals è una grandissima seconda stagione che fa sembrare il già bellissimo Oxenfree un episodio pilota. Un’avventura narrativa intensa, recitata da dio, appassionante e ludicamente consapevole, capace di integrare perfettamente il gameplay alla scrittura. Artisticamente notevole, tematicamente profondo, ricco di situazioni tese, dove prendere decisioni e indirizzare il destino dei nostri protagonisti, recitando la parte che ci sembra più adatta, senza che il racconto manchi mai di coerenza. Se questo è quello che vuole fare Netflix col videogioco, il futuro si prospetta roseo per gli amanti di questo genere (successo permettendo). Brividi radiofonici.

Piattaforma: PlayStation 5
Com’è, come gira: Giocato su PlayStation 5, zero problemi tecnici e una risoluzione 4K che esalta il lavoro dei disegnatori di Night School Studio.

 

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Pro

  • Gran recitazione al servizio di un bellissimo racconto / Visivamente suggestivo, audio pazzesco / Un perfetto esempio di ludonarrativa

Contro

  • Se non avete giocato Oxenfree sarebbe il caso di farlo, per godersi al meglio la trama
9

Ottimo

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