Tra tutti i grand strategy di casa Paradox, Victoria 3 è probabilmente uno dei più complessi perché richiede almeno un’infarinatura di concetti macroeconomici. Per fortuna questo terzo capitolo è anche il più accessibile della serie.
Sviluppatore / Publisher: Paradox Development Studio / Paradox Interactive Prezzo: € 49,99 Localizzazione: Assente Multiplayer: Competitivo online PEGI: 12+ Disponibile su: PC (Steam) Data di lancio: 25 ottobre 2022
Il 1800 è stato un secolo di grandi cambiamenti per il mondo intero. Un periodo che è coinciso con il lunghissimo regno della regina Vittoria, che dal suo trono nell’allora centro del mondo – a Londra – ha plasmato il destino del mondo. Sapremo fare altrettanto? Riusciremo a portare la nostra nazione alla ribalta internazionale? Victoria 3 ci chiede proprio di prendere le redini di un paese partendo dalla situazione storica effettiva del 1836, governandolo per un secolo esatto fino al 1936.
Parliamoci chiaro: il terzo esponente di questa serie di grand strategy targata Paradox Interactive è un titolo estremamente complesso, sebbene gli sviluppatori abbiano fatto di tutto per rendere il gioco quanto più accessibile possibile. Eppure Victoria 3 è un’opera particolare perché, al contrario di quanto avviene in altri titoli simili della stessa compagnia svedese, permette al giocatore di agire sulla partita soltanto in maniera indiretta.
VICTORIA 3 PUNTA ALLA SOVRANITÀ ALIMENTARE
Nel gioco dobbiamo sì prenderci carico del destino di una nazione, gestendone principalmente tutto ciò che gravita attorno alla sfera socio-economica, e in minima parte a quelle diplomatica e militare, ma i vari parametri macroeconomici e gli indicatori di sviluppo sociale vanno approcciati in maniera molto diversa dal solito. Per fare un esempio: vogliamo aumentare l’indice di alfabetizzazione della popolazione? Non possiamo materialmente costruire scuole (fatta eccezione per le università), ma possiamo emanare decreti che favoriscano l’accesso all’istruzione da parte della popolazione, o provare a far passare delle leggi che migliorino le condizioni di vita dei cittadini così che questi abbiano più risorse e riescano a mandare i figli a scuola.
L’economia va gestita costruendo infrastrutture e finanziando lo sviluppo industriale
Vi è però un’altra strada utile a impossessarsi delle materie prime, nel caso, che è quella del colonialismo. Siamo pur sempre nell’Ottocento, in un periodo che ha visto le grandi potenze occidentali piantare le radici ben al di là del Vecchio Continente. Ed è per questo che, previa emanazione di un’apposita legge e la ricerca di varie tecnologie, la nazione che controlliamo può provare a conquistare altri territori ai danni delle popolazioni native del luogo che si è deciso di colonizzare. Qui non è raro imbattersi nelle resistenze dei popoli autoctoni, che spesso vanno sedate con la forza, ma anche nelle mire espansionistiche delle altre potenze, le quali possono sfociare in veri e propri conflitti armati su vasta scala.
DICIAMOCI L’UN L’ALTRO “AUTARCHIA”
Come avrete intuito, un po’ come accade per ogni elemento di Victoria 3, anche la guerra si svolge in maniera indiretta. Certo, possiamo (anzi dobbiamo) costruire caserme e porti militari, assoldare generali e armare i soldati con le armi migliori in un dato momento, ma le operazioni di guerra vengono poi gestite in automatico attraverso un sistema che confronta i rapporti di forza degli eserciti coinvolti. Al giocatore spetta solo il compito di decidere quali fronti attaccare o difendere, dopodiché l’esito del conflitto viene stabilito dalla CPU.
La diplomazia è sì presente, ma le opzioni sono piuttosto limitate
D’altro canto la simulazione è davvero ben fatta, tanto che basta modificare un singolo parametro – per esempio istituire un metodo di produzione più avanzato per l’estrazione dei minerali – per spostare del tutto l’assetto economico della nazione, e di conseguenza anche quello sociale per via dell’aumento o la diminuzione della forza lavoro, delle differenze di potere di acquisto, o perché una data modifica ha prodotto uno squilibrio tra le varie classi sociali che ha poi portato alla radicalizzazione di una frangia della popolazione. Tutti effetti prevedibili fino a un certo punto, le cui conseguenze potrebbero segnare il destino di una nazione negli anni a venire. È proprio qui il bello di Victoria 3: nell’essere parte attiva del processo di sviluppo di un paese, nel guidare una nazione da dietro le quinte, nel far cadere un tassello e vedere le altre tessere venire giù in un effetto domino che potrebbe non fermarsi più.
In breve: Victoria 3 è un grand strategy decisamente complesso, tuttavia Paradox ha fatto di tutto per renderlo accessibile a chiunque abbia la pazienza di apprenderne le basi. Una volta compreso il funzionamento della simulazione, però, il gioco riesce a dare davvero un sacco di soddisfazioni. Non mancano le sbavature, come un comparto diplomatico poco più che abbozzato e una gestione dei conflitti troppo schematica, ma nel complesso siamo di fronte a un ottimo videogioco.
Piattaforma di Prova: Ryzen 5 3600X, 16 GB RAM, GeForce RTX 2070 Super, SSD / Steam Deck
Com’è, Come Gira: Giocato a 2560×1440. Il gioco si comporta più che bene con un livello di dettaglio alto, ma ho disabilitato i ritratti animati poiché causavano rallentamenti. Provato anche su Steam Deck, Victoria 3 funziona alla grande con il preset standard ma ho ridotto alcune opzioni grafiche per preservare la batteria.