Una vita giunta prematuramente al termine, stretta alla gola da un senso di colpa talmente opprimente da non lasciare altra scelta: con la morte nel cuore, il giovane Haruto Higurashi si butta da un palazzo in una notte illuminata dalle luci di una città che lo ha privato di tutto. Solo che invece di incontrare il freddo abbraccio dell’asfalto, il giovane giornalista affonda nell’acqua: quella che può sembrare l’involontaria citazione di uno dei più celebri casi di adattamento occidentale nel campo dell’animazione giapponese (indizio: leone blu) spalanca le porte su uno scenario inaspettato. Haruto viene dunque svegliato sulla spiaggia di un’isola misteriosa da una bizzarra ragazzina con gli arti parzialmente rimpiazzati da protesi che pare conoscere bene il suo nome, mentre tutto attorno si ergono le rovine di una città forse troppo familiare. Non ci vorrà molto per incontrare il resto del gruppo, un manipolo di disgraziati accomunati da un destino tanto tragico quanto impossibile da credere: sono gli ultimi sopravvissuti della razza umana.
ILLUMINATE…
In un certo senso, sono convinto che Zanki Zero: Last Beginning diventerà un futuro classico. Scritto dai creatori della fortunatissima serie Danganrompa, l‘ultimo parto di Spike Chunsoft arriva in Occidente sugli schermi di PS4 e sugli scaffali digitali di Steam, dribblando un ormai poco proficuo adattamento per PS Vita. Porta con sé una storia affascinante, capace di mantenere alta l’attenzione per l’intera durata della vicenda grazie a un cast di personaggi sfaccettati e complessi, creando una continua sensazione di incertezza e tensione. In altre parole, giocherete spesso e volentieri in preda all’angoscia, alla ricerca dei tasselli che – messi assieme – mostreranno un quadro completo sorprendente, tratteggiando nel frattempo il profilo degli otto protagonisti. Ognuno indossa la sua maschera, celando dietro archetipi tutto sommato insospettabili delle storie spesso malate e tormentate, ognuna riconducibile a un preciso peccato capitale.
i combattimenti non si svolgeranno a turni come in un Etrian Odyssey qualsiasi, ma avverranno in tempo reale
… A BRIGHTER FUTURE…
Questi andranno investiti tra una sortita e l’altra per migliorare le strutture che compongono la base di fortuna approntata sulla cosiddetta Garage Island, ovvero l’hub del gioco. Collezionare materiali e risorse per migliorare le condizioni di vita dei “naufraghi” è cosa buona e giusta, perché Zanki Zero: Last Beginning picchia durissimo! Un boss è tranquillamente capace di eliminare l’avangurdia del gruppo con un solo colpo, e neppure il resto dei nemici ha tutta questa voglia di scherzare. Si parte da animali selvatici lasciati in eredità dal mondo che fu come capre e rissose lucertole, ma presto il gruppo avrà a che fare con le Creature, abomini antropomorfi destinati a dare parecchio filo da torcere e – spesso e volentieri – svelare particolari retroscena. Non esiste un preciso protagonista, tanto che ogni dungeon è dedicato a uno dei dispersi e svelerà progressivamente il peccato che infesta il suo passato; come aiuto c’è un sistema di mappatura automatica veramente completo che si prende la briga di aggiornare in tempo reale lo stato delle porte (con tutte le piattaforme a pressione che potete immaginare, si tratta di un ottimo aiuto) e gli elementi d’interesse presenti sulle pareti.
I protagonisti invecchieranno repentinamente, arrivando a tirare le cuoia per cause naturali in soli tredici giorni
… FOR HUMANITY!
È un sistema intricato e sorprendentemente robusto, da studiare per bene grazie ai tutorial che il gioco elargisce ogni qualvolta una nuova meccanica viene introdotta, e non abbiamo ancora parlato della gestione dell’inventario e del peso trasportabile, che influisce su stress e mobilità: mai trovarsi rallentati con i nemici nei paraggi, pena una dipartita fulminea. In questo inno alla disperazione viene in soccorso uno scassatissimo coin-op presente nell’hub: guadagnate punti progredendo nel gioco e potrete investirli per resuscitare i caduti e magari dotarli di caratteristiche extra, tristemente “ispirate” dal motivo del decesso. Se quindi la bella Minamo ha tirato le cuoia a causa di una coltellata, potrete scegliere di investire qualche punticino in più per farla rinascere con una spiccata resistenza a lame e affini. Tecnicamente il gioco fa il suo lavoro, non mascherando però la sua natura cross platform: da una parte c’è il character design di Ayako Makao che si rivela molto buono senza però raggiungere le vette stilistiche di Rui Komatsuzaki in Danganronpa, dall’altra una conta poligonale che non fa gridare al miracolo, sicuramente egregia sul minuto schermo di Vita ma poco più che funzionale su PS4 e PC. Discreto il sonoro, che abbina tracce capaci di creare la giusta tensione a effetti adeguati e al doppiaggio in inglese e giapponese. Considerato il ruolo primario della trama, potete immaginare come in Zanki Zero: Last Beginning si parli parecchio: ci sono centinaia di righe di testo da leggere in inglese, un fattore che taglierà fuori dai giochi tutti coloro che desiderano un’esperienza esclusivamente in italiano.
Tecnicamente il gioco fa il suo lavoro, non mascherando però la sua natura cross platform
Zanki Zero: Last Beginning è stata una vera e propria sorpresa: al di là di una realizzazione tecnica poco brillante – sicuramente dovuta alla presenza di Vita nel suo DNA – si nasconde un titolo maturo e dotato di un’anima oscura capace di tenere sulle spine tutti quelli che avranno la pazienza di domare un sistema di gioco ricco ma esigente, oltre ovviamente a digerire un quantitativo notevole di testo. Per i puristi segnalo la censura di determinati particolari ritenuti potenzialmente offensivi per il pubblico occidentale: si tratta di elementi marginali e trascurabili tra cui figurano gli intermezzi notturni che riguardano la versione giovanissima dei protagonisti. In definitiva non è un gioco per tutti, ma i buongustai sapranno apprezzarlo sicuramente.