Warhammer 40,000: Battlesector – Recensione

PC

Carleon potrà contare su più tipologie di unità, in ogni caso una piccola selezione dell’ampio arsenale da cui possono attingere gli Space Marine

Tutto sommato, però, la campagna si rivela ben presto monotona e priva di particolare mordente. Le missioni offrono poca varietà sia sul versante della struttura delle mappe, sia per quanto riguarda gli obiettivi da portare a termine. In questo caso, spesso viene richiesto di raggiungere un punto dal lato opposto dello scenario rispetto alla zona di schieramento per poi eliminare tutti i nemici rimasti. Le divergenze da questa formula sono davvero risibili e limitate a un paio di missioni lungo le circa venti ore necessarie al completamento della campagna.

LA DISCESA DEGLI ANGELI

Per quanto riguarda il gameplay vero e proprio, Battlesector è un tattico a turni che pone il giocatore al comando di un serie di squadre formate da uno o più soldati (o veicoli). Queste unità si muovono sul campo di battaglia spendendo punti di movimento, e possono attaccare o attivare abilità speciali impiegando il singolo punto azione a loro disposizione (gli eroi ne hanno due, potendo quindi agire una volta in più durante ogni turno). Il punto azione può anche essere conservato per attivare l’immancabile tiro di reazione, che si innesca nel caso in cui un nemico dovesse avvicinarsi troppo all’unità messa in guardia e al cono della sua visuale.

Warhammer 40000 Battlesector recensione 01

I tiranidi non sono giocabili durante la campagna, ma possono essere schierati nelle schermaglie e in multiplayer.

Non esiste un ordine prestabilito per spostarsi o attaccare: ciò significa che un’unità può prima muoversi e poi sparare, o viceversa, oppure spendere una parte dei propri punti movimento, attaccare, e poi continuare a muoversi. Avendo gli sviluppatori puntato su un sistema di gioco che pone l’accento sul posizionamento delle unità e sulla gittata ottimale delle armi da fuoco, l’assenza di limitazioni legate all’attivazione delle truppe apre la porta a una buona varietà all’insegna della flessibilità tattica.

Warhammer 40000 Battlesector recensione 03

Gli Angeli della Compagnia della Morte sono sopraffatti dalla maledizione della Rabbia Nera, perciò si lanciano verso il pericolo alla ricerca di un’epica dipartita.

Peccato che Battlesector sia tutto qui, nel senso che si inserisce all’interno di un genere piuttosto inflazionato senza aggiungere davvero nulla di nuovo. In più la presenza di sole due fazioni alla lunga rischia di rendere stantio anche il comparto multiplayer online, che pure sulla carta dovrebbe aumentare la longevità di un titolo la cui campagna risulta tutt’altro che rigiocabile. Non si segnalano nemmeno particolari sbavature, salvo un’interfaccia che nasconde informazioni importanti come le statistiche delle armi nemiche, un’improvvisa impennata della difficoltà nelle battute finali della modalità single player, e la mancanza di un sistema di progressione delle unità durante campagna.

In breve: Warhammer 40,000: Battlesector è un un tattico a turni privo di chissà quali difetti, ma al contempo abbastanza generico nella misura in cui segue pedissequamente i topoi del genere di appartenenza. La presenza di sole due fazioni – per quanto ben caratterizzate – e una relativa piattezza di fondo dell’offerta single player rischiano di rendere ben presto monotona l’esperienza con il titolo di Black Lab Games e Slitherine, soprattutto per tutti quei giocatori poco interessati alle schermaglie online contro altri utenti in carne e ossa.

Piattaforma di Prova: Ryzen 5 3600X, 16 GB RAM, GeForce RTX 2070 Super, SSD
Com’è, Come Gira: Nessun problema tecnico da riportare. Avendo giocato al massimo livello di dettaglio su un monitor con risoluzione 2560×1440, l’opera presenta una resa grafica gradevole e molto fedele all’immaginario dell’universo di Warhammer 40.000.

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Pro

  • Formula di gioco solida. / Visivamente molto gradevole. / La maledizione degli Angeli Sanguinari è ben rappresentata.

Contro

  • Pochi contenuti. / Alla lunga risulta monotono. / L’interfaccia potrebbe essere più chiara.
7.2

Buono

Le leggende narrano che a Potenza ci sia un antro dentro al quale vive una misteriosa creatura chiamata Alteridan. In realtà è solo il nostro Daniele, che alterna stati diurni di brillantezza ad altri notturni dove i suoi amici non hanno ancora capito che non conviene fargli assumere troppo alcol.

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