IL COMBATTIMENTO SI RIDUCE A UN FESTIVAL DEL BUTTON MASHING, E ANCHE L’INTRODUZIONE DI NEMICI PIÙ FORTI NON RIESCE A RISOLLEVARLO
PLAYER VS GAMEPLAY
Nonostante tutto, la vostra avventura avrà le sue sfide: il nemico più temibile che incontrerete sarà la gestione della telecamera, che dai primissimi agli ultimi scontri vi creerà bei grattacapi. In certe situazioni, io sono arrivato al punto di ignorarla, nel senso che più o meno sapevo in che direzione avrei dovuto picchiare, e quindi non mi preoccupavo nemmeno più di spostare l’inquadratura.
MINACCIA TEMUTISSIMA DA GIOCATORI E REDATTORI DI TUTTO IL MONDO è IL RICICLO DEGLI ASSET, QUI PURTROPPO PRESENTE IN QUANTITÀ
Se si trattasse di elementi raffinatissimi e di qualità eccelsa, potrei anche chiudere un occhio, ma tale ripetizione si inserisce in un contesto tecnico di assoluta mediocrità. Il livello di dettaglio del modello di Cahal ci avrebbe fatto gridare al miracolo ai tempi di Vampire: The Masquerade – Bloodlines, e gli altri personaggi sono davvero scarni di dettagli, sia per quanto riguarda gli alleati che i soldati nemici. Ovvio quindi che gli sviluppatori di Cyanide Studio non si siano neanche preoccupati di inserire feature come il Ray Tracing, che al giorno d’oggi ritengo sia ormai doveroso aspettarsi da software house dalle dimensioni e dall’esperienza come quella francese. Lo stesso approccio lassista si ritrova nelle boss fight, poco stimolanti e con moveset banali. A livello di difficoltà normale, ho sconfitto il boss finale al primo tentativo, e non perché sia particolarmente bravo. Qualche buona idea sembra intravedersi qua e là, come quando Cahal finisce in prigione: è l’occasione perfetta per un campio di gameplay, una boccata d’aria fresca, e invece le speranze si vanno presto a infrangere contro la medesima routine di combattimenti in arene, tutta roba vista e rivista dall’inizio. Che rabbia.
In Breve: Cyanide Studio ha alle spalle un curriculum altalenante, tra idee interessanti e prodotti mediocri. Werewolf: the Apocalypse – Earthblood si colloca purtroppo tra i suoi giochi peggiori, a causa sia di un combat system che di un comparto tecnico decisamente sotto una soglia accettabile. Cercare di fare il compitino, sfruttando l’attrattiva di una IP notevole e ricca come quella di World of Darkness, non ha pagato, e anzi mette ancora più in mostra l’assenza di cura e di attenzione ai dettagli che il gioco di ruolo di White Wolf avrebbe meritato.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Intel i7-7700k (4.2 Ghz), Geforce GTX 1080 8GB, 8GB RAM, HDD
Com’è, Come Gira: Ho giocato a 4096×2160 con tutto maxato senza aver mai rallentamenti, anche se di rado ho superato i 40fps. Le opzioni grafiche permettono di tarare una decina di parametri per alleggerire in maniera significativa il carico di lavoro per i PC meno performanti.
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