La componente survival è preminente e verrà naturale raccogliere le risorse utili a crearsi i primi strumenti
IL NAUFRAGAR M’È AGRODOLCE IN QUESTO MARE
Navigare è piacevole anche per merito della colonna sonora, un evocativo saliscendi di note che cullano le peripezie marinaresche di Kara. L’audio dinamico punta invece su sonorità tribali durante l’esplorazione o su temi più incalzanti per enfatizzare i combattimenti. A proposito: se amate i combat system rifiniti difficilmente rimarrete stupiti da Windbound. Questo non perché gli scontri siano insulsi (c’è la schivata, l’attacco corpo a corpo e quello dalla distanza, spesso più redditizio e meno rischioso), ma perché risentono di alcune défaillance del gioco come le movenze grossolane o un’IA che, talvolta, consiglia alle bestie di incastrarsi contro una roccia o le rende facilmente evitabili, spezzando improvvisamente la magia e riportando bruscamente il giocatore all’imperfetta realtà.
La generazione procedurale rende ogni partita diversa, ma allo stesso tempo causa un appiattimento del level design
In Breve: Non è necessario scomodare i mostri sacri, tanto Windbound non ambisce al ruolo di GOTY. È invece interessato a regalare ai giocatori un’avventurosa esperienza introspettiva divisa tra terra e mare, o per meglio dire tra realtà e magia. Se non si hanno aspettative spropositate, questo indie sa come meritarsi il vostro tempo e denaro, ma non bisogna aspettarsi il survival o l’adventure che reinventa la ruota. Resta di certo una buona idea e un modo piacevole per passare quindici ore alla Robinson Crusoe, ma la rotta di Windbound non sempre è quella giusta e soprattutto manca di cambi di ritmo.
Piattaforma di Prova: PlayStation 4
Com’è, Come Gira: Visivamente apprezzabile per utilizzo dei colori, stile grafico e pulizia in movimento, non ho riscontrato cali di frame rate o gravi intoppi tecnici. Qualche bug sì, ma di poco conto.
- 1 2