No, questo editoriale non è uno spin-off della rubrica “Antica Libreria TGM” curata dal nostro splendido splendente Magistrelli, è più quell’irresistibile voglia di sottolineare quanto questo sia un periodo florido, soleggiato, caliente per noi appassionati di visual novel! Un genere strano, borderline, un po’ letteratura, un po’ fumetto/manga, dove l’interattività è gestita a discrezione dello sviluppatore, aprendo un ventaglio di gameplay ben più variegato di quanto si pensi. Perché d’estate la voglia di opere più corpose, classiche, veraci va un po’ fisiologicamente a scemare, che siano enormi sandbox col sole a picco in Ray Tracing, FPS da sudare sette camicie o action che alzano la temperatura corporea oltre i livelli di guardia. Divano/sedia/sgabello/pouf sotto lo split dell’aria condizionata, una mano per mandare avanti i dialoghi e l’altra in una bacinella di acqua ghiacciata, rinfrescati e catturati senza via di fuga da una bella storia.

Doki Doki Literature Club potrebbe trarre in inganno con la sua estetica, ma sotto la superficie si nasconde molto, molto di più.
E se si fa l’esercizio di mettere in fila anche solo la roba in uscita da fine giugno a fine luglio si trovano già tre calibri pesantissimi del genere; dalla riedizione, ampliata con contenuti inediti, dal cult psico-thriller dalla depistante estetica “shojo” Doki Doki Literature Club in versione “Plus!” (30 giugno), passando per l’arrivo su Switch dei classici hardboiled, distopici e paranormali di Suda51, The Silver Case e il suo seguito The 25th Ward, nel pacchetto rimasterizzato The Silver Case 2425 (9 luglio), opere fondamentali per scoprire/approfondire il conturbante progetto Kill the Past del designer giapponese. A concludere il mese ci pensa poi The Great Ace Attorney Chronicles (27 luglio), con Capcom che finalmente porterà in occidente i due spin-off vittoriani dell’amatissima legal-comedy dove ogni processo diventa un botta e risposta tanto farsesco quanto adrenalinico.

La doppietta firmata Suda51 è pura sperimentazione grafica in favore di un modo di scrivere thriller paranormali unico, totalmente suo.
Ed è proprio in concomitanza dell’arrivo in occidente delle opere di Shu Takumi, nel 2005 su Nintendo DS, che si può mettere un punto nella timeline evolutiva del genere, che sulla due-schermi di Kyoto ha visto esplodere quattro serie che hanno fatto la Storia a modo loro. Le avventure giudiziarie di Phoenix Wright, appunto, la fortunatissima serie Professor Layton di Level-5, con quella ricetta irresistibile e gustosissima di visual novel e indovinelli, il noir Hotel Dusk di Cing (e successivo Last Window) e il primo capitolo della saga horror sci-fi Zero Escape, che con 9 Hours, 9 Persons, 9 Doors ha avuto il merito di farci conoscere la penna di Kotaro Uchikoshi, autore poi dei recentissimi AI: The Somnium Files (con seguito in arrivo) e l’atipico ibrido platform World’s End Club (in collaborazione con Kazutaka Kodaka, director di Danganronpa, altra visual novel sulla cresta dell’onda negli ultimi anni), con la sua gita estiva post-apocalittica decisamente bizzarra.

La saga di Shu Takumi è vincente perché sa come mescolare ironia e dramma giudiziario, trasformando il tribunale in un ring dove le prove e la dialettica fanno più male dei pugni!
La sensazione è che sia proprio la corrente ad essere cambiata, soprattutto nell’ultimo decennio. Anche il successo per molti versi sorprendente di Persona 5, che ha una componente testuale assolutamente massiccia in un’opera di 100-130 ore, è indicativa del fatto che molti giocatori, anche chi detestava la formula (perché il titolo Atlus è stato amato in modo molto trasversale), vogliono abbassare i ritmi e non rinunciare alla lettura, rilassarsi con una bella sceneggiatura senza essere sempre fuori giri per stare dietro al gameplay.
Continua nella prossima pagina…
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