Londra, piena epoca vittoriana. La giovane Catherine, per tutti semplicemente Kit, sta visitando una stazione della metropolitana in compagnia dei suoi genitori quando, improvvisamente, una forte esplosione le fa perdere i sensi. In particolare quello della vista che, al suo risveglio, purtroppo non tornerà più. Sola, abbandonata nei meandri di quella che un giorno sarà semplicemente la ‘tube’ per milioni di viaggiatori, Kit incontra l’aiuto più insperato, un bellissimo gatto che si affezionerà immediatamente a lei, diventando i suoi occhi e aiutandola a cavarsi d’impiccio.
UNA LONDRA CHE NON TI ASPETTI
Sono queste le premesse di Another Sight, un’arcade adventure dalle dinamiche inattese e variegate sviluppata da Lunar Great Wall Studios, intraprendente software house milanese nata dagli sforzi di Jinglebells Communication e da un team di programmatori e artisti “fuoriusciti” da Milestone, probabilmente la più nota realtà italiana del settore.
Another Sight è un adventure dalle dinamiche inattese e variegate
DUE PERSONAGGI IN SIMBIOSI
Dal momento del loro incontro, Kit e il gattone Hodge diventano inseparabili. Quando controlliamo direttamente la protagonista, la sua cecità viene rappresentata dal fatto che tutto lo schermo intorno a noi diventa nero, con la sola eccezione di una piccola “bolla” nelle immediate vicinanze, all’interno della quale la realtà assume i contorni di un quadro impressionista.
Le facoltà derivate dalla cecità di Kit e l’agilità del gatto sono strumenti per procedere
IMPRESSIONISTA E IMPRESSIONANTE
Il percorso da compiere è quasi sempre chiaro e, in diverse ore di gioco, non è mai capitato un ‘vicolo cieco’ da cui fosse impossibile o eccessivamente difficile divincolarsi. La natura degli enigmi è di tipo logico/meccanico e si risolvono quasi sempre alternando i controlli fra Kit e Hodge, facendo scattare i meccanismi a loro portata. Molto spesso è necessario chiedere a Hodge di miagolare (c’è un comando apposito) per dare a Kit un po’ di consapevolezza del luogo in cui si trova, mentre in alcuni casi è bene avvicinare i due personaggi e passare spesso dall’uno all’altro per valutare l’efficacia delle nostre manovre. Un esempio: Kit dovrà manovrare un enorme congegno formato da cerchi concentrici per portare il vapore da un lato all’altro di un macchinario, ma non avendo modo di vedere quello che fa, sarà necessario avere Hodge lì a fianco, per poter “switchare” a una modalità visiva più chiara per noi giocatori.
La grafica è di notevole livello, così come la musica d’accompagnamento
Quando si mescolano fra loro elementi di avventura e di altri generi di gioco, il più delle volte, si finisce col confezionare un prodotto né carne né pesce, finendo con lo scontentare tutti. Ogni discorso di questo genere è superfluo con Another Sight, perché l’aspetto che prevale è quello emotivo. È un bel gioco: divertente da scoprire, interessante da “leggere”, fantastico da affrontare, capace di affrontare un tema non certo facile come quello delle cecità con mano lieve e mai sopra le righe. Nel complesso ci troviamo di fronte a una produzione sapiente ed equilibrata, che ha saputo toccarmi più di giochi simili e altrettanto riusciti. Consigliatissimo.