Empires in Ruins – Provato

Empires in Ruins

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Empires in Ruins – Provato

Il Sergente Hans Heimer buca lo schermo e i suoi comprimari fanno risaltare diversi aspetti del suo caratteraccio

Ho notato che la risorsa di cui si rimane sempre a corto è il ferro, il che rende gli edifici adibiti ad aumentare la produzione di legno ed altro piuttosto inutile. Starà agli sviluppatori aggiustare questi aspetti economici, e magari sfruttare le caratteristiche uniche di ogni regione della mappa: per esempio, le province montuose a nord potrebbero avere neve o ghiaccio che influenzino il comportamento delle truppe attaccanti; al momento, invece, mancano questi elementi ambientali, mentre va riconosciuto che con il passare dei livelli le mappe si fanno più complesse con percorsi sempre più elaborati da difendere. Positiva fin d’ora anche la pletora di nemici da affrontare, che spazia tra avversari più o meno rapidi, altri capaci di trovare scorciatoie sulla mappa, unità volanti e soldati d’élite. Ci sono anche gli orsi ammaestrati!

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Il nostro Sergente ha sempre una parola buona per tutti…

Graficamente parlando, abbiamo a che fare con uno stile low-fi che di primo acchito fa fatica a conquistare le nostre pupille; di certo uno stile troppo “cartoon” non avrebbe avuto molto senso con lo humour nero e lo spirito low fantasy di Empires in Ruins. Rimango comunque non convinto che la strada intrapresa dagli sviluppatori riuscirà ad ammaliare i giocatori, per cui spero che nel tempo da ora all’uscita definitiva riescano ad aggiustare il tiro. Il comparto sonoro, invece, fa già la sua parte per distinguersi e dare un tocco unico di carattere, grazie all’utilizzo di cornamuse e motivi in pieno stile medievale remixati con chitarre dall’inconfondibile sound heavy metal.

A lato delle mie perplessità, fra cui metto anche alcuni tratti dello stile grafico, la strada intrapresa sembra poter ammaliare i giocatori

I ragazzi di Hammer&Ravens hanno avuto un occhio di riguardo per le diverse frange di pubblico cui è diretto il proprio gioco: durante la campagna non è obbligatorio combattere manualmente le battaglie tower defence, ed è infatti disponibile una modalità auto-resolve che tiene conto di bonus e malus, assegnati per lo più in base alle caratteristiche di attacco e difesa delle province coinvolte e ai luogotenenti che decidiamo di portarci appresso. Allo stesso modo, se a qualcuno la componente gestionale proprio non interessa, farà piacere potersi fiondare sulla modalità Arcade, che ci propone tutti i livelli tower defence, da sbloccare uno dopo l’altro.

Sono diversi, quindi, gli spunti interessanti di Empires in Ruins, numerosi dei quali però al momento nascondono il proprio potenziale; come in ogni titolo in Accesso Anticipato, gli sviluppatori si trovano il non facile compito di dare retta al feedback della comunità filtrando l’inevitabile rumore di fondo, il tutto mentre portano avanti lo sviluppo vero e proprio del gioco. Da parte di The Games Machine, un sincero in bocca al lupo e un grande abbraccione!

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