BoJack Horseman - Sesta Stagione - Recensione

Se dovessi tornare indietro e rivedere ciò che ho visto con occhio più critico del solito, direi che la prima stagione di BoJack Horseman racconta uno show diverso da quello che è arrivato in corsa fino alla sua ultima puntata.
Un prodotto seriale irriverente, nato nel jet-set e concepito per analizzarlo, destrutturarlo e criticarlo fin nelle fondamenta, utilizzando proprio lui, un cavallo attore dal passato glorioso, grazie a una serie tv anni ’90, che si trova abbandonato in un fiume di autocommiserazione, cinismo e sesso occasionale. Poi, dalla seconda stazione BoJack è mutato – addirittura in meglio – arrivando a raccontare l’uomo moderno e le sue eterne frustrazioni, attraverso le medesime basi ma senza farsi soverchiare narrativamente dalle stesse.

Quello di BoJack è un mondo surreale di animali antropomorfi e ospiti insoliti che dormono e vivono sul divano, ma in questo delicato caos si dipana il groviglio dei temi trattati: sesso, tossicodipendenza, crisi d’identità, morte, depressione. La vita della sua accezione più complessa, insomma, ritagliando anche il tempo necessario a offrire ampio margine di analisi e riflessione su ogni personaggio che gravita attorno a BoJack.

La conclusione di BoJack Horseman è una fotografia perfetta dell’anima dello show

Di questa ultima stagione, spezzettata in due parti di cui vi avevamo già parlato a suo tempo, in riferimento alla prima porzione, c’è da fare una chiara e distinta considerazione: questo ciclo di episodi non era nato per portare a una conclusione. Il ritardo della messa in onda, l’assenza di notizie o anche solo rumor avevano anticipato alcuni problemi in grembo alla serie (di che natura, purtroppo, non sapremo mai), tanto che la necessità di tagliare è diventata un’arma a doppia funzione: da una parte sistemare le ultime puntate per offrire una chiusura più che degna e, dall’altra, tenere gli spettatori con il groppo in gola per un ulteriore lasso di tempo, facendoli bramare la vicina fine della serie.

bojack horseman 6 recensione

Nonostante il lavoro posticcio, la conclusione di BoJack Horseman è nel suo essere apparentemente insoluta, una fotografia perfetta dell’anima dello show.

BoJack e tutti i suoi compagni di avventure hanno sempre gravitato attorno a microcosmi narrativi capaci di toccare vari temi. Il collante tra tutti è sempre stato lui, BoJack, che con la scoperta delle indagini sulla morte di Sarah Lynn, proprio quando stava finalmente rimettendo a posto tutti i pezzi della sua vita, si trovar a dover riaffrontare tutti i suoi demoni, interiori e non (fantastica la penultima puntata, un delirio onirico dove BoJack… No dai, è meglio scoprano da soli anche questo, ndMario), finendo la giornata attaccato a quella bottiglia e a quelle sigarette che tanto ha maledetto in riabilitazione.

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