Empires in Ruins – Recensione

PC

Avevamo fatto la conoscenza del carismatico Sergente Heimer poco più di un anno fa, in pieno Accesso Anticipato. Siamo tornati a trovarlo ora che è pronta la versione 1.0 di Empires in Ruins, e di sicuro il carattere del nostro eroe non si è addolcito!

Sviluppatore / Publisher: Hammers & Ravens / WhisperGames Prezzo: 17,99€ Localizzazione: Completa Multiplayer: Assente PEGI: ND Disponibile Su: PC (Steam)

Empires in Ruins è una bestia piuttosto strana, una chimera mezza gestionale, mezza tower defence, mezza story driven e mezza quello che vi pare.

È uno di quei giochi che magari non vi convincono in tutto e per tutto, ma guarda caso vi ci potreste trovare davanti sera dopo sera fino a quando lo avrete spolpato per bene. Cerchiamo di vivisezionarlo pezzo per pezzo, e vediamo cosa ne tiriamo fuori.

STRAVIZI E BAGORDI

Iniziamo con le cose facili, come dice il nostro Daniele Dolce prima di alzarmi con sconcertante semplicità mezza armata di Warhammer 40,000 al secondo turno. Empires in Ruins è ambientato in un mondo di stampo medievale, che vira pesantemente verso il low fantasy. Niente cavalieri in armatura scintillante dunque, ma sovrani che si preoccupano per lo più di vivere nell’agio assoluto, quasi a sfregio delle condizioni dei loro sudditi. Non si salvano nemmeno i nobili, né il clero, occupati in continui intrighi per accumulare potere a scapito gli uni degli altri. In questo bel quadretto, il nostro ruolo è di guidare una spedizione militare contro una regione rivoltosa nei panni del sergente Hans Heimer, il cui amore per il brandy è superato solo dal gusto che gli dà trattare a pesci in faccia chiunque gli capiti a tiro.

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Ecco il livello medio delle conversazioni. Il nostro sergente non le manda a dire a nessuno.

BEN RIUSCITO IL TONO NARRATIVO, SPIAZZANTE E DIVERSO DAL SOLITO

Più che la storia stessa, sono i personaggi e i loro dialoghi a rubare la scena: per quanto monotematici e un po’ grevi, sono sempre riusciti a strapparmi qualche sorrisetto dalle labbra. Bello quindi avere a che fare con un tono narrativo spiazzante e diverso dal solito, anche se mancano alcuni elementi che ormai diamo per scontati in un gioco che fa leva sulla narrazione. Di rado abbiamo infatti la possibilità di scegliere una risposta piuttosto che un’altra, e anche in quel caso gli effetti sono piuttosto marginali; ciò, oltre a essere un peccato di per sé, riduce anche l’appetibilità di una seconda run della campagna. Se invece vi interessa soprattutto la parte tower defence, fa al caso vostro la modalità arcade, in cui viene eliminata del tutto la componente gestionale e dovete semplicemente affrontare una serie di livelli a difficoltà crescente. Adesso, però, passo a parlarvi in senso stretto proprio della porzione relativa al management, che comunque fa parte dell’offerta centrale del gioco: davanti a noi si presenta la mappa di un continente diviso in regioni che dovremo gestire direttamente, costruendo edifici che forniscono vari bonus e permettono la crescita degli insediamenti ivi presenti, il che a sua volta sblocca altre costruzioni che incrementano i vantaggi di quelle base.

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Dalla mappa strategica possiamo mandare esploratori per avere un’anteprima delle forze che andiamo ad affrontare in ogni provincia nemica.

Alcune risorse sono quelle che conosciamo da tempo, per esempio cibo e materiali come legno e pietra, mentre altre sono meno comuni e hanno un’interessante implementazione nelle meccaniche di gioco. Sto parlando dell’Autorità, utile per tenere a bada le masse di contadini e bifolchi sempre pronte a ribellarsi senza alcun rispetto per chi li sfama e li protegge. Se sulla carta sembra un’idea interessante, all’atto pratico non mantiene quelle promesse di innovazione che ci si potrebbe aspettare, sia perché le ribellioni si possono soffocare con facilità, sia perché è semplice arrivare a livelli di Autorità molto alti. D’altra parte, anche questo fa parte di un carattere molto diretto e intuitivo che Empire in Ruins propone a A ogni piè, e non è dunque strettamente un male.

Continua nella prossima pagina…

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Pro

  • Solido comparto tower defence / Personaggi a modo loro istrionici / Intuitivo e spesso divertente

Contro

  • Comparto grafico deboluccio / Problemi di bilanciamento nella parte gestionale / Poche scelte e prive di impatto sulla storia.
7.5

Buono

Dopo traverse vicende in alcune cittá italiche, il nostro Solar Nico é sbarcato in terra d’Albione. Se da una parte ancora si da alla ricerca matta e disperata di un parco (ma anche un praticello va benissimo) per approfittare di qualsiasi mezza giornata di sole londinese, dall’altra Nicoló ha rassegnato ogni speranza all’idea di stare al passo della propria, sempre crescente, libreria Steam.

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