si combatte col metronomo davanti, i due Avalanche coordinati tra cure e magie, attacchi speciali e schivate all’ultimo secondo

Va da sé che le boss fight sono momenti di pura esaltazione, mostrando un level design che pare già fenomenale.
La musica che cresce, rimbomba, urla nelle orecchie con tutti gli archi che ha in corpo, come essere in prima fila a uno spettacolo operistico, racconto di multinazionali che succhiano l’energia dalla Terra attraverso ferite ormai in necrosi. È travolgente, esaltante, totalizzante. L’opera in perfetta sintonia col giocatore e viceversa, l’uno che si nutre dell’altro.
FUGA
Se il primo capitolo è un omaggio quasi 1:1 all’incipit originale (uno dei più famosi e indimenticabili del panorama videoludico) è dopo la rocambolesca ed esplosiva fuga che tutto il lavoro di filling e ammodernamento narrativo-ambientale sboccia in tutta la sua bellezza. Dalle fiamme di una prima missione compiuta all’acqua putrida delle fogne, fase di transizione da action adventure moderno, con tanto di passaggi stretti e animazioni ad hoc, abbassando il ritmo con dialoghi in game senza però mai staccare, ammorbidendo e fluidificando il passaggio tra le varie scene madri, approfondendo il racconto ambientale attraverso un ritmo magistrale.
Intorno a noi la Midgar bene, borghese, con le vie che ricordano una Parigi cyberpunk illuminata dagli occhi smeraldini di Aerith

Gli ambienti sono ricreati con una cura incredibile, l’Unreal Engine 4 strizzato al limite: Il risultato è fantastico.
Tutto finito, sarà il cervello avvelenato dall’esposizione al Mako a fare brutti scherzi. Si ritorna a una situazione di combattimento solitario, il commando diviso per non destare sospetti, facendosi strada verso il rendez-vous attraverso la calca di squadre Shinra in tenuta antisommossa, dotate di scudi pesanti e fidi dobermann in salsa (final) fantasy. Ed ecco che il combat system mostra altre sfaccettature, con assalti frontali inefficaci, schivate fondamentali e magie di fuoco da usare come granate per oltrepassare la loro protezione. Intorno a noi la Midgar bene, borghese, con le vie che ricordano una Parigi cyberpunk, affluenti che trovano poi sbocco in piazze eleganti, signorili, illuminate dagli occhi smeraldini di Aerith, la sua presenza angelica come un fiore che si fa strada nelle crepe dell’asfalto, in lotta con l’apatia che la circonda, osteggiata ma inarrestabile nella sua grazia.
Intorno a noi la Midgar bene, borghese, con le vie che ricordano una Parigi cyberpunk illuminata dagli occhi smeraldini di Aerith
Un mito venerato da chi ci sta lavorando da anni, che non pare avere intenzione di prostituire una delle opere più iconiche della sua Storia, ma che anzi mira a cristallizzarla in un motore grafico che le donerà giovinezza eterna, incurante del tempo, inossidabile, inscalfibile.
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